Al convegno Comieco-Politecnico di Milano, il punto sulla legge 166/2016 anti-spreco
Comieco, Politecnico, Assocarta e Assografici, due Ministeri e le aziende del packaging. Tanti interventi venerdì a sostegno della legge Gadda, a partire dalla sua prima firmataria: "La 166 applicabile non solo alla GDO, ma a tutta la filiera del cibo"
25 March, 2017
Nessuno si può sottrarre alla responsabilità sociale di lottare contro la povertà e per la riduzione degli sprechi e il food packaging in carta e cartone è pronto a dare il proprio contributo: è il messaggio principale emerso dall’interessante convegno di venerdì mattina organizzato a Milano, a Palazzo Turati, dal Comieco e dal Politecnico di Milano. Un momento di incontro e riflessione che ha coinvolto politici, università e centri di ricerca, imprese e loro associazioni e che affrontava un tema di ampio interesse, vista la nutrita partecipazione di pubblico: come l’innovazione nel packaging, in particolare in quello cartotecnico, può essere portatrice di soluzioni utili alla riduzione degli sprechi alimentari?
Dopo l’apertura dei lavori di Piero
Attoma, Presidente di Comieco e padrone di casa, la parola è passata subito
all’On. Maria Chiara Gadda, proprio la firmataria di quella legge 166/2016 - "Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi" - entrata
in vigore nello scorso settembre, che sembra aver messo il nostro Paese per una
volta in prima linea in una moderna e convincente attività di contrasto agli
sprechi alimentari. Gadda ha ricordato come il cuore della legge non sia di
tipo “ambientale”, ma piuttosto di tipo sociale. Si vogliono rimuovere tutti
gli ostacoli burocratici e operativi che possano frenare l’azione delle tante
organizzazioni già impegnate nel recupero del cibo o la solidarietà delle tante
aziende che possono donare le loro eccedenze. Occorre agire su tutta la filiera
del food, non si deve solo pensare alla grande distribuzione e ai prodotti che
vanno in scadenza sugli scaffali, ma anche all’eccedenze che si producono nella
fase di produzione, di raccolta, di commercio all’ingrosso, di trasporto:
eccedenze che, se non recuperate, si possono tramutare in sprechi.
Poi c’è l’ambito dello spreco domestico sul quale bisogna agire attraverso l’informazione, la formazione e l’educazione. Ancora c’è chi non percepisce la differenza tra scadenza e indicazione di consumo. Anche alcuni aspetti culturali sono decisivi: una volta nessuno osava chiedere al ristorante di portare via gli avanzi, oggi la family bag sta diventando una pratica diffusa. In questo contesto l’imballaggio e il packaging possono assumere una grande rilevanza, non solo in tema di conservazione degli alimenti, ma anche come strumenti di comunicazione e informazione.
Il Convegno è poi proseguito con la presentazione del volume “Packaging Naturalmente Tecnologico” da parte della curatrice Barbara Del Curto, del Politecnico: una pregevole e organizzata carrellata di quelle che sono le innovazioni più promettenti e rilevanti in ambito del packaging. Raccontate poi in modo più dettagliato da Graziano Elegir di Innovhub, da Roberto Montanari, del Cipack di Parma e da Luciano Piergiovanni, del Packlab dell’Università di Milano. Molto interessante anche il racconto di Luca Simoncini, della Ghelfi Ondulati: un’azienda di Sondrio che, grazie alla grande propensione all’innovazione e al continuativo rapporto con i centri di ricerca universitaria, è riuscita nel tempo a ritagliarsi un ruolo da leader nel mercato.
Nella tavola rotonda conclusiva, Milena Battaglia del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ha ricordato l’importanza di rilevare i dati non solo del cibo sprecato, ma anche a monte di quelle che sono le eccedenze disponibili e di quante ne vengono recuperate: due dati da monitorare e molto più rilevanti e significativi per misurare il lavoro che si sta facendo. Battaglia ha anche dichiarato essere di imminente pubblicazione il bando del Ministero per l’utilizzo del fondo di 1 milione di euro all’anno per tre anni, istituito dalla legge e destinato al finanziamento di progetti innovativi nel campo della conservazione dei prodotti alimentari e del loro confezionamento, nonché alla promozione della produzione di imballaggi riutilizzabili o facilmente riciclabili.
Massimo Medugno, direttore di Assocarta, ha ricordato i grandi benefici e la storia millenaria di questa materia prima e le oltre quaranta applicazioni innovative oggi in fase di sviluppo e sperimentazione. Carlo Montalbetti, direttore di Comieco, ha sottolineato come la legge Gadda, pur con i suoi obiettivi sociali, si inserisca perfettamente nella spinta e sviluppo dell’economia circolare. E come sia rilevante lavorare sugli aspetti culturali che determinano poi le abitudini dei consumatori. "Se nel riciclo siamo passati in vent’anni dalle 600 mila tonnellate di carta riciclate alle 3 milioni attuali, anche nella lotta allo spreco ci sono margini notevolissimi di miglioramento".
Pietro Lironi, Presidente di Assografici, ha sottolineato la rilevanza del packaging come strumento di comunicazione con il consumatore e auspicato un rapporto più continuativo e strutturato tra imprese e università. Solo la ricerca e l’innovazione, infatti, potranno consentire quei miglioramenti nel tempo nella conservazione dei prodotti alimentari che renderanno possibile sfamare il pianeta. Altrimenti, deve essere chiaro, la crescita demografica risulterà non sostenibile. Il piano Industria 4.0, fortemente voluto da Confindustria, rappresenta oggi un’occasione imperdibile per la crescita e l’evoluzione innovativa del nostro sistema produttivo.
L’Onorevole Gadda ha chiuso i lavori invitando le imprese a inserire il concetto di “recupero” nelle proprie finalità aziendali e a tenerlo presente già in fase di progettazione dei prodotti. Una sfida che, secondo Lironi, le imprese italiane del packaging, tra le più innovative a livello europeo, sono pronte a cogliere.
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