Concluso il progetto Ewit: due anni di cooperazione tra Europa e Africa sulla gestione dei Raee
La dichiarazione ufficiale di Danilo Bonato (Remedia): “Ci auguriamo davvero che questa iniziativa possa essere replicata in futuro per capitalizzare e implementare tutto il lavoro fatto sino ad oggi”
11 April, 2017
“Dopo
2 anni di intenso lavoro annunciamo la conclusione
di EWIT, il
progetto di cooperazione
tra Europa e Africa,
che abbiamo coordinato da febbraio 2015 a oggi.
Un’iniziativa ambiziosa, del valore di oltre 1,6 milioni di euro, che ha visto la partecipazione di 24 partner internazionali del mondo della ricerca accademica, delle istituzioni locali e dell’industria, e un grande impegno da parte del nostro Consorzio in tutte le sue fasi.
Siamo partiti nel 2015, mettendo a frutto la nostra esperienza, già allora decennale. Abbiamo iniziato questo percorso con la condivisione delle best practice sulla gestione dei RAEE tra 4 città europee e 4 africane coinvolte nell’iniziativa: Firenze (Italia), Anversa (Belgio), Oporto (Portogallo), Vienna (Austria), Choma (Zambia), Abidjan (Costa d’Avorio), Johannesburg (Sud Africa) e Kisii (Kenia). Abbiamo portato avanti un lavoro di mappatura, raccolta e analisi di dati, case history, processi e strumenti fino alla realizzazione di un portale informativo a supporto dell’implementazione di un toolkit illustrativo del sistema di gestione di questa speciale tipologia di rifiuti, contenente linee guida e obiettivi a medio termine per incrementare le opportunità di riciclo e i benefici economici legati al riciclo dei RAEE.
Il portale EWIT contiene istruzioni operative e case history utili a orientare policy makers e addetti del settore e ad avviare un sistema di gestione dei RAEE che sia profittevole ma anche rispettoso dell’ambiente e della salute dei lavoratori. Nel dettaglio, i documenti contenuti nel toolkit offrono una direzione concreta nei seguenti settori della gestione dei RAEE: progettazione della raccolta (infrastrutturazione, take-back, coinvolgimento dei cittadini e delle istituzioni); tecnologia del trattamento (analisi dell’ as is’ e identificazione degli step futuri in base ai volumi generati); aspetti legislativi della gestione (guida agli aspetti salienti della normativa, descrizione della normativa RAEE Europa e valorizzazione degli aspetti peculiari dei paesi in via di sviluppo, come il refurbishment e il riutilizzo); modelli del finanziamento del sistema (il caso dell’applicazione della responsabilità estesa del produttore, ma anche della corporate social responsibility; analisi degli aspetti di mercato del mondo RAEE, ma anche costi del buon trattamento).
Attraverso
il supporto dell’innovativo portale online http://ewit.site,
abbiamo realizzato i “Twin
Cities Workshops”
in Africa ed Europa, per tracciare una fotografia dei sistemi locali
di gestione dei RAEE per individuare le principali aree di
intervento, seguiti da un “Expert
Modelling Workshop” con
esperti a confronto sulle possibili soluzioni. Abbiamo concentrato
poi il nostro impegno nell’analisi e nella sistematizzazione di
tutte le informazioni raccolte per generare linee guida per lo
sviluppo e il miglioramento della gestione dei RAEE.
L’ultima fase si è svolta a inizio 2017 ed è coincisa con la conclusione di questo importante progetto. Ci siamo adoperati per tradurre il nostro impegno in un’intensa attività di disseminazione sul territorio africano, presentando i risultati del nostro lavoro e promuovendo la conoscenza e l’utilizzo del toolkit tra i decisori dei paesi in via di sviluppo sul tema della gestione dei RAEE. Abbiamo organizzato incontri ed eventi in Sud Africa, Costa d’Avorio, Kenya, Senegal e Zambia,culminati a fine gennaio nella Conferenza Panafricana, a Nairobi, Kenia.
Questo percorso è durato circa 2 anni e ci ha visti protagonisti con l’importante ruolo di coordinatori del progetto, assegnatoci dalla Commissione Europea, che è stato per noi una conferma del nostro grande e continuo impegno su uno degli argomenti più sentiti quando si parla di rifiuti elettronici: il contrasto dell’export illegale sul territorio africano. Il tema dei rifiuti elettronici in Africa è molto sentito e più che mai attuale ed è proprio in questo scenario che siamo ci siamo inseriti con il nostro lavoro. Il continente africano sta attraversando, inoltre, una fase di grande cambiamento degli stili di vita, all’interno della classe media locale, che ha comportato un conseguente aumento del ricambio delle tecnologie. Al contempo, i rifiuti che oggi vengono gestiti in maniera corretta sono solo 200 mila tonnellate su un totale di 2 milioni, che si prevede arriveranno a 4 milioni entro il 2020. Il nostro obiettivo è migliorare questo dato del 30%, avviando al corretto riciclo 1 milione di tonnellate all’anno, con un potenziale economico di almeno 300 milioni di euro.
Siamo
davvero orgogliosi di aver coordinato questa iniziativa, perché ci
ha dato la possibilità di testimoniare la capacità italiana di
guidare un’iniziativa strategica di alto livello, coinvolgendo
stakeholder di grande rilievo, sia pubblici che privati, di due
interi continenti. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno dato il
proprio contributo a questo progetto, in tutte le sue fasi, con
l’augurio e la speranza che questa iniziativa possa essere
replicata in futuro, con l’obiettivo di capitalizzare e
implementare tutto il lavoro fatto sino a oggi”.