Salone del libro di Milano, la raccolta differenziata è deficitaria
In una semivuota Fiera Milano–Rho sembrano lontani i tempi della raccolta differenziata dell'Expo. Ecco il resoconto delle Sentinelle dei Rifiuti a “Tempo di Libri” la prima fiera dell'editoria italiana
21 April, 2017
di Cino Bidon
“Tempo di
Libri” ma non di raccolta differenziata. Sembrano lontanissimi
i giorni in cui Giuseppe Sala all'epoca Commissario unico
delegato del Governo per Expo Milano 2015 (oggi sindaco della
metropoli meneghina) affermava soddisfatto che “il
modello di Expo Milano 2015 ha funzionato perché è un modello
virtuoso. Lo lasceremo in eredità per i grandi eventi del futuro.
Arrivare a questi obiettivi collaborando anche con Paesi dove non
esiste la raccolta differenziata è una doppia soddisfazion”.
Nel 2015 la raccolta differenziata all'Expo superò il 70%, oggi invece passeggiando all'interno di “Tempo di Libri”, la prima fiera dell'editoria italiana in corso fino al 23 aprile presso il quartiere espositivo di Fiera Milano–Rho nei padiglioni 2 e 4, sembra che questa eredità si sia persa per strada nonostante il tragitto sia davvero breve.
Tralasciando il fatto che “Tempo di Libri” ha scombussolato e dato una scossa al mondo dell'editoria italiana, e che la prima impressione è quella di un evento poco partecipato da parte dei visitatori (ma non dai vips), la raccolta differenziata sembra non essere tra le priorità degli organizzatori. Certo qua e là ci sono dei simpatici contenitori in cartone per la raccolta differenziata che vengono svuotati anche con una certa frequenza (forse eccessiva considerando l'effettiva produzione di rifiuti), ma per l'occhio critico delle Sentinelle dei Rifiuti, abituate ad eventi come il Salone del Gusto di Torino o Fa' la cosa giusta sempre a Milano, la raccolta differenziata è deficitaria.
Basta fare due passi fuori dai padiglioni e ci si ritrova i classici cassonetti stradali pieni di tutti i tipi di rifiuti, dove primeggiano le frazioni di cartone e plastica, frazioni oggettivamente di facile differenziazione visto che si tratta di imballaggi. All'interno invece, nelle vicinanze delle aree ristoro, non esiste (o forse era davvero ben nascosta) la raccolta della frazione organica. Mentre negli stand, grandi meravigliosi e luccicanti, gli espositori si arrangiavano con un semplice cestino in plastica per intercettare tutti i tipi di rifiuti.
Ora guardiamo il bicchiere mezzo pieno. La scarsa affluenza di visitatori dei primi due giorni ha indubbiamente permesso all'evento di avere un impatto ambientale limitato, in fatto di produzione e gestione dei rifiuti. In attesa dei dati relativi alla raccolta differenziata, è possibile intuire che si raggiungano percentuali discrete sempre grazie alla limitata produzione dei rifiuti.
Insomma in un futuro non molto lontano, dove l'economia circolare dovrà fare da volano alla crescita non solo culturale della nazione, i grandi eventi dovranno giocoforza essere a rifiuti zero (o quasi), la... futura edizione di “Tempo di Libri” ha tutte le potenzialità per esserlo.
Purtroppo le
Sentinelle non sono riuscite ad assistere a nessuno degli showcooking
in programma, ma chissà che almeno lì la raccolta dell'organico sia
stata fatta di default, come avviene in quasi tutte le cucine degli
italiani.