'Spiagge e fondali puliti - Clean Up the Med' per dire basta al marine litter
Nella giornata mondiale della biodiversità Novamont sostiene l'iniziativa di mobilitazione civile di Legambiente per sensibilizzare persone, comunità e policy maker sui danni dell'inquinamento di spiagge e fondali
22 May, 2017
Un problema ambientale che affligge in maniera sempre più drammatica le coste e i fondali del Bel Paese e sul quale Legambiente alza i riflettori con l’iniziativa “Spiagge pulite”, finalizzata a liberare gli arenili dalla marea di rifiuti abbandonati per affermare, attraverso un gesto volontario e concreto di pulizia, la necessità di salvaguardare l’ecosistema marino e la sua biodiversità, anche a tutela della salute delle persone, della pesca e dell’economia del turismo. Dal 26 al 28 maggio saranno oltre trecento le iniziative in tutta Italia all’insegna dell’amore per il mare e centinaia gli eventi di pulizia straordinaria in tutto il Mediterraneo con “SPIAGGE E FONDALI PULITI - CLEAN UP THE MED”, la storica campagna di Legambiente cui Novamont dà il suo sostegno e che oggi è stata presentata con una testimonial d’eccezione, la Presidente della Camera Laura Boldrini.
Tra i tratti salienti del fenomeno, la componente sempre più ingente dei rifiuti in “plastica” – malgestiti o volontariamente abbandonati – che dai fiumi, dai depuratori e dalle spiagge raggiungono i mari ove causano un fenomeno sempre più preoccupante di inquinamento marino che sarà all’ordine del giorno della prossima conferenza mondiale sugli Ocean delle Nazioni Unite (dal 5 al 9 giugno 2017 a New York).
Come spiega Andrea Di Stefano, responsabile progetti speciali di Novamont, "L’Italia si è dotata da anni di una legge, quella che proibisce l’uso di sacchetti monouso in plastica tradizionale per asporto merci, che, se applicata congiuntamente ad una corretta ed efficiente raccolta differenziata, rappresenterebbe uno strumento assolutamente utile per combattere la piaga del marine litter e le sue devastanti conseguenze sugli ecosistemi, la biodiversità e la catena alimentare. Farla applicare darebbe un contributo determinante allo sviluppo delle raccolte differenziate e alla riduzione del rischio connesso al fenomeno dell’inquinamento marino”.