A Bologna il 7 giugno il primo Forum sull’economia circolare che anticipa il G7 Ambiente
Ambiente, economia e territori: fare rete al tempo dell’economia circolare. Tra gli ospiti l’economista inglese Kate Raworth
25 May, 2017
Si terrà a Bologna il 7 giugno prossimo il primo Forum Nazionale sull’economia circolare, che anticipa il G7 Ambiente. Promosso dalla Città Metropolitana di Bologna e da Edizioni Ambiente, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, il Comune di Bologna e SprecoZero.net, l’evento porta il patrocinio dell’Università di Bologna e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e vedrà la partecipazione del Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, che chiuderà la mattinata. Sponsor tecnici Materia Rinnovabile e Hill+Knowlton Strategies.
Quattro le parole chiave: materiali, rete, green jobs, comunicazione. Dopo gli interventi istituzionali del Vicesindaco della Città Metropolitana di Bologna Daniele Manca e del Vice Presidente della Regione Emilia Romagna Elisabetta Gualmini, l’economista inglese Kate Raworth, secondo The Guardian tra i primi 10 economisti più influenti al mondo, aprirà i lavori illustrando la sua “Teoria della ciambella”, una visione di economia circolare come nuova bussola per guidare lo sviluppo globale, la politica dei governi, le strategie aziendali in chiave sostenibile.
Nella sessione “Da Rifiuto a Materia, da Prodotto a Servizio”, moderata dalla giornalista Silvia Zamboni, ci saranno le testimonianze di Giancarlo Morandi di Cobat, Giovanni Corbetta di Ecopneus, Alessandro Massalin di Officina dell’Ambiente e Tommaso Campanile di Conoe. Capiremo come i rifiuti siano da considerare le nostre miniere di domani: dagli imballaggi usati, dai residui agricoli e industriali, dai biorifiuti domestici, dalle macerie da demolizione, saremo in grado di trarre gran parte delle materie che servono all’economia e che oggi estraiamo ancora dalla Terra.
Nel panel “La nuova occupazione: ruoli e professioni”, moderato dal giornalista Marco Gisotti, ci saranno i contributi di Fabio Fava dell’Università di Bologna, Franco Fassio dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Stefano Mazzetti di SprecoZero.Net, Giuseppe D’Ercole di CISL Ambiente e Serena Rugiero di CGIL Ambiente. I cosiddetti Green Job si dimostrano il settore più dinamico del mondo del lavoro: quali competenze e capacità sono richieste per operare nella circular economy? Come si modificano o si ibridano i profili professionali “tradizionali”? Come si sta affrontando la formazione di questi operatori?
Il pomeriggio sarà aperto da Luca Mercalli, metereologo, climatologo, divulgatore scientifico e conduttore televisivo. Si passerà dunque allo Sviluppo “smart”: ovvero al passaggio da economia verticale a economia di rete, dove il business di successo si basa su un diverso rapporto tra economia e territorio, su reti di impresa, reti di distribuzione, reti di generazione di energia, reti di marketing e di comunicazione. La sessione, moderata da Emanuele Bompan, vede gli interventi di Catia Bastioli di Novamont, Andrea Segrè di Last Minute Market – FICO, Alessandro Russo di Cap Holding, Lucio Cavazzoni di Alce Nero e Giuseppina Gualtieri di TPER.
Ultima sessione quella dal titolo “Comunicare l’innovazione, fare integrazione”, moderata da Pierluigi Masini, Giornalista e Direttore progetti editoriali di Quotidiano Nazionale, con gli interventi di Paola Gazzolo, Assessore Ambiente Regione Emilia Romagna, di Enrico Fontana, Direttore di La Nuova Ecologia, di Patrizia Cecchi, Direttore Fiere Italia IEG Expo e di Marco Palmieri, AD di Piquadro. Le conclusioni saranno affidate ad Alessandro Bratti, Presidente Commissione bicamerale d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati.
Economia circolare è un concetto nuovo e molteplice. Si riferisce, primariamente, ai flussi di materia ed energia che possono essere tratti dagli scarti di produzione e consumo per tornare ad essere utilizzati, ma comprende anche i processi di dematerializzazione di interi cicli produttivi rivolti a settori nei quali i prodotti vengono progressivamente sostituiti da servizi equivalenti. Questi aspetti strutturali sono sostenuti da innovazioni e tecnologie che si evolvono sempre più velocemente, creando nuove tipologie di lavoro qualificato. Questo intreccio di vettori diversi modifica, oltre ai processi produttivi, le reti operative, le infrastrutture, le richieste di formazione, le modalità di comunicazione e gli stili di vita dei cittadini. Un cambiamento radicale per le imprese e per i cittadini che adottano modelli di consumo e di vita diversi, una riflessione fondamentale, alla vigilia del G7 Ambiente, alla quale l’Italia si presenta ricca di eccellenti esperienze e buone pratiche da esportare con orgoglio.