‘Decarbonizzare allunga la vita’, presentato a Brindisi lo studio sugli effetti delle esposizioni ambientali di origine industriale
Presentato a Bari lo Studio Epidemiologico sugli effetti delle esposizioni ambientali di origine industriale sulla popolazione residente a Brindisi. Il governatore Emiliano: “Eliminare il carbone dai processi produttivi abbassa i livelli delle malattie connesse alle emissioni e migliora la qualità della vita”
03 July, 2017
Presentato oggi 4 luglio a Bari lo Studio Epidemiologico sugli effetti delle esposizioni ambientali di origine industriale sulla popolazione residente a Brindisi. Hanno partecipato alla presentazione dello Studio, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il commissario dell’Aress Giovanni Gorgoni e Vito Bruno, direttore dell’Arpa.
“Decarbonizzare allunga la vita – ha detto il Presidente Emiliano - eliminare il carbone dai processi produttivi abbassa sostanzialmente i livelli delle malattie connesse alle emissioni e migliora la qualità della vita. Lo studio che presentiamo oggi, ancora più evoluto di quello di Taranto, ha però provato la stessa circostanza e cioè che in presenza di maggiori quantitativi di carbone impiegati nei processi produttivi, soprattutto in mancanza di adeguate apparecchiature di contenimento dell’agente inquinante, le malattie aumentano sia quelle ad effetto immediato, cioè la mortalità da pm10 che cresce in maniera connessa all’aumentare delle emissioni, sia ovviamente quelle malattie che hanno un periodo di incubazione più lungo che, anche in questo studio, sono state individuate come strettamente connesse ai livelli produttivi e quindi all’impiego del carbone”.
“Sotto questo aspetto – ha insistito il Presidente - la Regione Puglia è l’unica regione italiana che combatte, ancora da sola purtroppo, la battaglia per la decarbonizzazione anche se la Regione Lazio ci sta dando una mano. Manca adesso il sostegno politico da parte di tutte le altre regioni. Certo la Puglia è la regione italiana con il più alto livello di emissioni inquinanti in atmosfera (co2, diossina etc) quindi abbiamo una consapevolezza più chiara rispetto a questi processi. Però se anche le altre regioni ponessero finalmente ai governi la questione della decarbonizzazione sarebbe certamente un primo importante passo”.
Emiliano ha riportato l’esempio dell’Inghliterra che ha risolto “la questione con un provvedimento che porterà il paese in pochi anni a diventare sostanzialmente un paese carbon free”.
“Se facessimo come l'Inghilterra - ha concluso Emiliano - potremmo dire di aver rispettato il trattato di Parigi COP 21, anche perché come al solito firmiamo i trattati ma li ignoriamo per quanto riguarda la loro attuazione. In questo caso quindi sarebbe davvero un successo”.
Sono intervenuti alla presentazione dello Studio Epidemiologico anche Vito Bruno, direttore generale Arpa Puglia: (“Arpa Puglia ha fornito un fondamentale contributo nel raccogliere ed elaborare tutti i dati ambientali posti a base dello studio. Peraltro Arpa stimolerà tutte le iniziative finalizzate al rafforzamento degli strumenti di collaborazione con Aress e con le altre PA che si occupano di tutela e prevenzione in ambito sanitario”) e Giovanni Gorgoni, commissario Aress (“lo studio di oggi è un contributo di informazione e conoscenza scientifica che è spesso la grande ma decisiva assente nelle questioni di salute, lasciate spesso in balia dell'opinionismo disinformato. Ma è anche una conferma che sempre di più certa comunicazione è anche prevenzione e cura”).
La
Regione Puglia ha promosso, nell’ambito delle attività del Centro
Salute Ambiente, una valutazione epidemiologica dello stato di salute
delle persone residenti in 7 comuni della provincia di Brindisi. Lo
studio è stato coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia del
Servizio Sanitario Regionale del Lazio ed è stato condotto da un
gruppo di lavoro multidisciplinare cui hanno collaborato ARPA
Puglia,AReS Puglia e ASL di Brindisi.
Il rapporto illustra
i risultati dell’indagine epidemiologica condotta per valutare
l’effetto delle sostanze tossiche di origine industriale, emesse
dalle centrali elettriche e dal polo petrolchimico, sulla salute dei
residenti. Tale possibile danno sulla salute è stato valutato
considerando l‘insorgenza di patologie, ovvero il loro aggravamento
tale da comportare un ricovero ospedaliero o, addirittura, il
decesso.
Anche
in questo studio, come nel caso di Taranto, sono stati valutati
gli effetti delle esposizioni ambientali e occupazionali sulla
mortalità/morbosità della popolazione residente utilizzando il
disegno epidemiologico della coorte residenziale (la coorte, nella
scienza statistica e nella demografia, indica un insieme di
individui, facenti parte di una popolazione predefinita,
caratterizzati dall'aver sperimentato una stessa condizione in un
periodo predefinito).
La coorte in studio è costituita dalle
223.934 persone, residenti tra il 1 Gennaio 2000 ed il 31 Dicembre
2010 nei comuni di comuni di Brindisi, Carovigno,
Cellino San Marco, Mesagne, San Pietro Vernotico,
San Vito dei Normanni e Torchiarolo. Sono stati
utilizzati gli archivi anagrafici comunali per l’arruolamento delle
coorti dei residenti, il Registro Regionale delle Cause di Morte, le
Schede di Dimissione Ospedaliera e il Registro Tumori di popolazione.
Tutti i soggetti sono stati seguiti fino al 31 Dicembre 2013, ovvero
fino alla data di morte o di emigrazione.
A ogni individuo
della coorte, sulla base dell’indirizzo di residenza, sono stati
attribuiti gli indicatori della esposizione alle fonti di
inquinamento presenti nell’area stimati mediante modelli di
dispersione in atmosfera. Sono stati considerati come inquinanti
traccianti: Particolato (PM10) e Anidride Solforosa (SO2) per le
centrali termoelettriche mentrei Composti Organici Volatili (COV)
sono stati i traccianti per il complesso petrolchimico. Per
ciascun residente è stata dunque ricostruita l’esposizione
analizzando le emissioni degli impianti industriali relative al
periodo 1991 – 2014. Per la ricostruzione degli scenari
emissivi è stata condotta una complessa attività di ricerca ed
analisi documentale attraverso il reperimento e la consultazione
della documentazione disponibile presso il Dipartimento di Brindisi
di Arpa Puglia (studi di impatto ambientale, domande di
autorizzazione ai sensi del DPR 203/88, documentazione per AIA,
rapporti di impatto d’area, ecc). Sono stati acquisiti, inoltre, i
riscontri alle specifiche richieste diinformazione e di dati storici
trasmesse alle società che attualmente gestiscono il polo
petrolchimico e le centrali termoelettriche, anche svolgendo
sopralluoghi presso gli impianti, mirati ad acquisire ulteriori
informazioni e documentazioni utili. Per ciascun anno del periodo in
studio è stato dunque ricostruito lo scenario emissivo di ciascun
impianto.
I risultati dello studio
In
questo studio, tutte le associazioni tra le esposizioni ambientali e
patologie/mortalità sono state stimate tenendo conto delle
caratteristiche individuali, del livello socio-economico e
dell’esposizione occupazionale dei residenti.
In sintesi, lo
studio ha fornito i seguenti risultati:
1. Il quadro emissivo
dagli impianti si è modificato profondamente nel periodo 1991-2014:
si registrano valori più elevati negli anni ’90 e una
diminuzione costante nelle decadi successive, anche a seguito della
cessazione delle attività della centrale Edipower nel 2012.
2.
Le emissioni industriali risultano associate ad un aumento della
morbosità e della mortalità nell’area in studio: è stata
riscontrata una relazione tra i livelli espositivi del passato
(stimate al 1997) a PM10 ed SO2 di origine industriale (centrali
termoelettriche) e COV (petrolchimico) e mortalità per cause
specifiche (tumori, malattie cardiovascolari e respiratorie) ed
incidenza di alcune forme tumorali (polmone). L’esame dei ricoveri
ospedalieri in rapporto con le esposizioni ambientali stimate per
ogni anno dello studio mostra un’associazione tra inquinanti e
malattie cardiovascolari, respiratorie (centrali elettriche) e
le malformazioni congenite (petrolchimico).
3.
L’associazione tra emissioni da centrali termoelettriche e ricoveri
ospedalieri per malattie cardiovascolari e respiratorie è stata
esaminata per tre periodi dello studio: 2000-2004, 2005-2009 e
2010-2013:
a. L’analisi del ricorso alle cure ospedaliere per
l’intero periodo di studio e considerando l’esposizione annuale
ha evidenziato che alle concentrazioni più alte degli inquinanti
di origine industriale, sia delle centrali sia del petrolchimico,
corrispondono eccessi di ospedalizzazioni per diabete, malattie
neurologiche, patologie cardiovascolari e respiratorie. L’esposizione
ad inquinanti da polo petrolchimico è risultata associata a ricoveri
nel primo anno di vita per malformazioni congenite, associazione non
più presente nell’ultimo periodo in studio.
b.
L’analisi del ricorso alle cure ospedaliere per malattie
cardiovascolari e respiratorie nei tre periodi (2000-2004, 2005-2009,
2010-2013) ha mostrato effetti decisamente più marcati nel primo
periodo e la presenza di un effetto residuo anche nell’ultimo
periodo di osservazione, che potrebbe essere ascrivibile ad un ruolo
della pregressa maggiore esposizione.
In allegato al rapporto è
riportata un’analisi per deprivazione socio-economica e
un’analisi della mortalità per quartiere/comune di residenza,
indipendentemente dai livelli di esposizione.
I risultati dello studio suggeriscono, oltre alla necessità di proseguire l’osservazione epidemiologica, l’attuazione di tutte le misure preventive atte a tutelare la salute della popolazione, compresa l’adozione delle migliori tecniche disponibili per il contenimento delle emissioni industriali.