Vuoto a rendere. Facciotto (Conai): “In Germania la cauzione costa ai cittadini uno sproposito”
“In Germania la cauzione costa ai cittadini uno sproposito anche perché sono dovuti ricorrere allo stampaggio di etichette speciali antifrode. Occorre ragionare sulle proposte e pensare a tutto il circuito”
25 August, 2017
Per realizzare l’economia circolare serve una forte presenza dell’attore pubblico o si può lasciare l'iniziativa al libero mercato? È questa una delle domande che ha animato il dibattito durante il convegno sull’economia circolare che si è svolto al Meeting 2017 di Rimini. Tra i partecipanti anche Walter Facciotto, direttore generale Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi). “La domanda è semplice ma la risposta è molto complessa. Il rischio che si corre di questi casi è di andare a vedere le cose in modo molto parziale. Si parla di economia circolare - ha sottolineato Facciotto - ma poi bisogna realizzarla. Parlando di gestione dei rifiuti, occorre cambiare paradigma, bisogna cambiare il modello: se devo avviare a riciclo la raccolta differenziata di provenienza domestica, anche chi fa la raccolta differenziata deve cambiare modello. Non dobbiamo parlare più di rifiuti, ma di un’altra cosa. Occorre fare in modo di dare alle imprese che riciclano delle materie prime. L’organizzazione deve adeguarsi a questo nuovo modello. Altrimenti, se vado a raccogliere la raccolta differenziata solo dove posso, solo dove mi è consentito (magari anche male), a questo punto fare economia circolare diventa molto complesso”. “Il governo è giusto che abbia una strategia sull’economia circolare? Assolutamente sì, però deve essere una strategia valutata nel suo complesso, altrimenti commettiamo degli errori madornali”. Il dg Conai cita il caso delle proposte per l’introduzione del vuoto a rendere. “Sulla carta è facile: applico una cauzione su una bottiglia al momento dell’acquisto, quando la restituisco mi viene restituita. Sembrerebbe un sistema perfetto. Ci sono dei soldi che mi vengono restituiti e per questo l’imballaggio non lo butto. Ma pensiamo ad un caso pratico. Compro una bottiglia in stazione a Milano e una volta arrivato a Roma la restituisco. Non immagino le reazioni e le conseguenze di un sistema di questo tipo nel nostro Paese. Bisogna valutare come questa proposta si concretizza e a quali costi. E quali sono le responsabilità”. Il direttore generale Conai riprende a questo proposito il modello tedesco per il vuoto a rendere (da molti citato spesso come sistema a cui ispirarsi). “In Germania la cauzione costa ai cittadini uno sproposito anche perché - sottolinea Facciotto - sono dovuti ricorrere allo stampaggio di etichette speciali antifrode. Con il vuoto a rendere, infatti, qualcuno potrebbe produrre solo degli imballaggi senza riempirli di contenuto per poi ottenere i soldi della cauzione. Ve lo immaginate cosa accadrebbe in Italia? Ho fatto questo esempio - conclude il dg Conai - perché occorre ragionare sulle proposte e pensare a tutto il circuito. Solo a quel punto si potranno fare delle scelte evitando conseguenze disastrose”.