Tassa rifiuti, Consiglio di Stato: illegittimo far pagare di più ai cittadini non residenti
Lo ha deciso il Consiglio di Stato: i comuni non possono determinare le tariffe in libertà, generando irragionevoli o immotivate disparità tra categorie di superfici tassabili potenzialmente omogenee. la decisione si deve basare su una stima realistica della produzione di rifiuti in ragione delle caratteristiche proprie del comune
11 September, 2017
La tassa sui rifiuti non può essere più alta per i cittadini che non risiedono nel Comune. Lo ha deciso il Consiglio di Stato con la sentenza n. 4223 del 6/9/2017. Ha stabilito che i comuni non possono determinare le tariffe in libertà, generando irragionevoli o immotivate disparità tra categorie di superfici tassabili potenzialmente omogenee, giustificandoli con argomenti estranei allo specifico contesto. La discrezionalità di cui si avvale l’ente nel determinare le tariffe ha natura tecnica, non “politica”. Ne consegue che la decisione si deve basare su una stima realistica della produzione di rifiuti in ragione delle caratteristiche proprie di quel territorio comunale. In concreto l’ente deve rispettare, nell’esercizio della discrezionalità tecnica, il fondamentale principio di proporzionalità, anche in applicazione del principio comunitario «chi inquina paga», affermato in materia di Tarsu dalla Corte Ue nel 2009 e nel 2014.
“Finalmente si inizia a mettere un freno all’anarchia dei Comuni se non alla rapina dei contribuenti che in Italia versano a famiglia circa 1.683 euro l’anno di tributi locali”, denuncia il presidente nazionale del Movimento Difesa del Cittadino, Francesco Luongo, che aggiunge: “La prassi, comune a quasi tutte le amministrazioni, di determinare la tariffa sui rifiuti a prescindere dai costi effettivi del servizio stesso, inserendo spese del tutto estranee, sottopone il Comune al rischio di concordato preventivo. E su questo il Comune di Roma, con le vicende che stanno interessando l’azienda municipalizzata Atac che rischiano di riversarsi sulla Tassa rifiuti, ha molto da insegnare”.
Per il Movimento dei Consumatori “Si tratta di una sentenza molto importante che mette fine al principio di tassazione medievale secondo cui, se non è del luogo, il cittadino deve pagare di più al Comune che lo ospita. Si apre così la strada per migliaia di rimborsi, come già avvenuto con le varie sentenze della Cassazione che hanno dichiarato illegittima l’Iva applicata sulla bolletta della Tari. Le sedi del Movimento raccoglieranno le segnalazioni dei cittadini che negli anni hanno pagato un surplus illegittimo sulla tassa dei rifiuti e chiederanno i rimorsi agli enti locali”.