Termovalorizzatore di Torino: Arpa Piemonte pubblica 6° report degli effetti a breve termine sulla salute
Pubblichiamo la nota di Arpa Piemonte sul 6° report degli effetti a breve termine sulla salute. "Il report risponde ad una delle domande più volte posta dagli amministratori locali: gli sforamenti emissivi dell’impianto hanno causato malesseri nella popolazione o un maggiore ricorso alle strutture ospedaliere nello stesso giorno e nei giorni successivi?"
19 October, 2017
Il programma di sorveglianza sanitaria sul termovalorizzatore di Torino si arricchisce di un nuovo report (il 6°), che riporta i risultati dello studio degli effetti a breve termine sulla salute. Per effetti a breve termine si intendono le variazioni negli eventi sanitari (ricoveri ospedalieri ed accessi al pronto soccorso) che hanno interessato la popolazione intorno al termovalorizzatore in periodi immediatamente successivi a cambiamenti delle emissioni dell’impianto.
Il report risponde ad una delle domande più volte posta dagli amministratori locali: gli sforamenti emissivi dell’impianto hanno causato malesseri nella popolazione o un maggiore ricorso alle strutture ospedaliere nello stesso giorno e nei giorni successivi?
Il Dipartimento di Epidemiologia Ambientale di Arpa Piemonte, che ha effettuato lo studio, ha adottato una metodologia innovativa ed articolata per questo tipo di impianti, mai scelta finora in precedenza, approvata e validata dal comitato scientifico di controllo del programma di sorveglianza.
METODOLOGIA e RISULTATI
Sono stati confrontati preliminarmente i tassi di accesso al pronto soccorso nei 27 mesi antecedenti e successivi alla messa in funzione dell’impianto, sia nella popolazione residente nell’area di ricaduta dell’impianto sia in una popolazione di controllo fuori da quest’area (che comprende una parte del territorio comunale di Torino ed una parte della cintura metropolitana torinese). L’analisi ha evidenziato una maggiore propensione al ricovero della popolazione residente nella cintura metropolitana di Torino, esposti compresi. Nel periodo successivo all’accensione dell’impianto si è quindi registrato un maggior accesso al pronto soccorso di questo sottogruppo ma dalle analisi effettuate tale maggior accesso non è statisticamente significativo ed è attribuibile con ogni probabilità ad un’età più alta della popolazione esposta.
Successivamente è stata indagata la relazione tra i picchi emissivi rilevati a camino di alcuni inquinanti e metalli e gli accessi al Pronto soccorso nella popolazione residente nell’area di massima ricaduta nei 5 giorni successivi. Questa analisi non ha messo in luce aumenti sistematici di ricorso alle strutture ospedaliere. Solo in pochissimi casi, da considerarsi casuali, tale approccio ha evidenziato un valore anomalo di accessi al pronto soccorso, e la correlazione con le emissioni dell’impianto è pertanto da escludere.
Infine è stata indagata la presenza di variazioni negli accessi al Pronto Soccorso e nei ricoveri ospedalieri prima e dopo l’avvio dell’impianto, tra due periodi di 27 mesi di pari durata, nella popolazione residente nell’area di ricaduta e nell’area di controllo, con analisi di serie temporali in relazione all’andamento quotidiano delle concentrazioni di NO2. Tale terzo approccio non ha messo in luce incrementi significativi del rischio a breve termine di ricoveri né di accesso al Pronto Soccorso nella popolazione più esposta.
Tutte le analisi effettuate non evidenziano in conclusione un effetto significativo a breve termine dell’impianto di incenerimento dei rifiuti.
Ennio Cadum, responsabile del Dipartimento di Epidemiologia Ambientale di Arpa Piemonte, primo autore dello studio, sottolinea che “l’obiettivo dello studio era ottenere una stima dell’andamento del rischio a breve termine nei residenti vicini all’impianto di termovalorizzazione di rifiuti di Torino in relazione alle emissioni dell’impianto. I risultati permettono di rassicurare i residenti, non essendo stati rilevati effetti epidemiologicamente significativi”.
“Questi risultati confermano l’assenza finora di particolari rischi per la salute per i residenti vicino all’impianto” sottolinea Angelo Robotto – Direttore Generale di Arpa Piemonte “già evidenziati nei precedenti 5 rapporti epidemiologici. L ‘Agenzia proseguirà la sua collaborazione al programma di sorveglianza sanitaria su cui si è impegnata con la Città metropolitana di Torino, contemporaneamente al monitoraggio ambientale, iniziato già prima dell’accensione dell’impianto, fino alla conclusione del programma stesso”.