Approvata dalla Camera la legge sulla Mobilità Ciclistica
La Camera ha approvato all’unanimità il ddl per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica. Il provvedimento adesso passa al Senato
13 November, 2017
La Camera ha approvato all’unanimità, con 347 voti a favore, il ddl per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica. Una legge che il ministro dei Trasporti e delle infrastrutture Graziano Delrio giudica “molto importante, perché abbiamo bisogno di dare un messaggio di strategia al Paese, una strategia già indicata dal governo in questi 3 anni in cui abbiamo fatto diversi provvedimenti. Quello che mancava una cornice”.
Una legge che costituirebbe secondo Delrio “un reale potenziale di sviluppo per l’economia, perché abbiamo milioni di cicloturisti, e gran parte della logistica in città può essere sviluppata attraverso la bicicletta, il mezzo più conveniente e più veloce per gli spostamenti nei primi 5 chilometri, che permetterebbe di ridurre il traffico cittadino del 40%”.
Una legge che tecnicamente punta a due: lo sviluppo della mobilità ciclistica in ambito urbano e metropolitano e lo sviluppo della mobilità ciclistica su percorrenze definite a livello regionale, nazionale ed europeo. E che cerca di farlo attraverso un coordinamento tra lo Stato e le Regioni, chiamate a una pianificazione puntuale su base annuale.
Secondo Delrio “oggi si celebra un fatto culturale, in cui il governo assume di fare la pianificazione con le regioni e la responsabilità di una strategia di mobilità che diventa prioritaria per lo sviluppo delle città”. Una legge “che interpella gli amministratori locali” dopo che “noi abbiamo provato a mettere in piedi 6mila km di ciclovie”. Incoraggiante, in vista dell’approdo al Senato del testo, il fatto che il primo ok sia arrivato all’unanimità, anche se per Forza Italia, nonostante “gli obiettivi di questa legge siano condivisibili” permangono forti dubbi “su tempi e stanziamenti”, come chiosa Paolo Laffranco.
(Sis)
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