Cibo, si regala frutta e verdure mature: progetto antispreco al mercato dell'Alberone a Roma
Succede ogni sabato pomeriggio al mercato dell’Alberone, a Roma, dove c‘è un banco di frutta e verdura molto speciale, che apre alle 14.30, proprio quando il mercato chiude e finisce quando cala il buio, verso le 17. Non vende, ma regala a chi ne ha bisogno frutta e ortaggi capaci di resistere fino alla settimana successiva - da La Repubblica del 17.11.2017
16 November, 2017
Ogni sabato al mercato dell’Alberone c‘è un banco di frutta e verdura molto speciale che apre alle 14.30, proprio quando il mercato chiude e finisce quando cala il buio verso le cinque del pomeriggio. Non vende, ma regala a chi ne ha bisogno gli ortaggi e la frutta troppo maturi per resistere fino alla settimana successiva. Lo gestiscono tre persone ben visibili con la loro pettorina gialla: Viola De Andreade Piroli, storica volontaria del centro di accoglienza dal basso per i rifugiati Baobab e avvezza a fare salti mortali per trovare cibo e letti per gli immigrati, ad onta delle farraginose e fredde burocrazie romane, assieme all’antropologo Francesco Fanoli e a Yacouba Sangare, un ragazzo della Guinea che ha appena compiuto 18 anni e che si dichiara felice di stare per una volta dalla parte dei volontari, dalla parte di chi aiuta.
Niente più vergogna. Il banco antispreco è una piccola azione virtuosa che rende felici tante persone: molti anziani italiani che non riescono ad arrivare a fine mese, costretti di solito ad umiliarsi e rovistare fra la spazzatura alla ricerca di una mela, o due peperoni; gli homeless, gli studenti universitari squattrinati e chiunque abbia voglia di risparmiare e mangiarsi un bel caco maturo. Raccolta differenziata dell’organico e si rallegrano anche e persino i lavoratori dell’Ama, abituati a spazzare via ogni sabato con grande fatica chili di cibo buttato. “Meno male che c’è 'sto banchetto!”, commenta uno di loro, “perché nel Lazio manca una discarica dell’organico e smaltire tutto questo cibo è dispendioso per la città”.
Gli Ecomori di Torino. L’idea è semplice ed era già in uso fra gli antichi romani che avevano destinato l’ultimo piano dei mercati traianei agli avanzi del cibo da distribuire ai più poveri. Eppure fino all’inizio di quest’anno non ci aveva pensato nessuno. L’iniziativa è partita a Torino nel grande e colorato mercato di Porta Palazzo grazie all’impegno del giornalista Paolo Hutter, fondatore dell’associazione “Eco dalle città” che promuove azioni ambientaliste. Lì è nato il gruppo degli ecomori, (i mori a Torino sono gli africani) volontari italiani e stranieri, rifugiati che raccolgono dai banchi la frutta che andrebbe buttata, la selezionano e la mettono in bella mostra in un banco tutto loro. L’azione si è estesa a Milano, mancava Roma.
Ci prendevano per matti. “All’inizio poche settimane fa è stata dura” racconta Viola, andavamo verso l’una a chiedere alle bancarelle, raccoglievamo pochi prodotti e soprattutto avevamo poca clientela. Molti erano scettici , abbiamo dovuti farci un po’ di pubblicità in quartiere. Ma alla fine abbiamo convinto tutti e oggi ci sono bancarelle che anche se non gli avanza nulla, ci confezionano delle cassette apposta per noi. Sabato scorso abbiamo raccolto 130 chili di prodotti e il sabato precedente ben 150. Ora ci danno anche pane e formaggio.” Al mercato di Roma vengono molte badanti dell’est che accompagnano gli anziani a fare la spesa. Una signora ucraina ha le lacrime agli occhi e stenta a credere di poter prendere gratis tanto cibo; un barbone rumeno accetta solo frutta e pomodori perché la verdura, certo, non la può cucinare; una coppia di ragazzi italiani si rallegra per la minestra di zucchine che cucinerà in serata.
Carità per ricchi. “La domanda più frequente che ci viene posta dalle persone diffidenti” - racconta Viola - “è se da noi vengono anche tanti ricchi a prendere frutta e verdura o comunque gente che non ne avrebbe bisogno. Di certo noi non chiediamo il 740 a chi viene da noi a fare la spesa. Anzi: quando siamo in chiusura cerchiamo di convincere chiunque passa a prendere gratis il cibo. La cosa più importante per noi è la lotta allo spreco!” Sponsor? Il progetto ha successo e già hanno chiamato dal mercato di Testaccio per poterlo replicare. A questo punto manca solo uno sponsor per dare un piccolo contributo ai ragazzi rifugiati che vengono a lavorare come volontari.