“Cambiamenti climatici: la sfida delle città resilienti”, il convegno del Wwf dopo la Cop23 di Bonn
'La sfida sul clima si vince innanzitutto nelle città. L’80% della popolazione europea e il 90% di quella italiana risiede nelle aree urbane', così il Wwf nel convegno tenutosi a Bologna il 18 novembre
20 November, 2017
Il tema è stato affrontato in maniera approfondita a Bologna in occasione del convegno nazionale “Cambiamenti climatici: la sfida delle città resilienti”, organizzato oggi 18 novembre dal WWF, col patrocino del Comune di Bologna. Un confronto tra 15 tra esperti di Agenzie italiane ed europee, rappresentanti del Governo e dei Comuni (Bologna, Padova, Mantova e Milano) voluto per passare dalle parole all’azione nelle politiche e negli interventi di adattamento ai cambiamenti climatici, favorendo il dialogo interistituzionale tra le diverse amministrazioni competenti, a partire da quelle governative, persostenere l’operatività dei Comuni nella loro azione sul territorio.
E nonostante la situazione di emergenza rispetto al consumo del suolo non ci sia alcuna battuta d’arresto il disegno di legge per frenare il consumo di suolo è fermo in Parlamento da 4 anni e 7 mesi, mentre la cosiddetta proposta di legge Falanga, un vero e proprio salvacondotto agli abusivi, ha rischiato di essere approvata con urgenza in via definitiva dalla Camera lo scorso ottobre, nella distrazione di quasi tutto il mondo politico”.
“Serve eccome, come sostiene il WWF, una cabina di regia a Palazzo Chigi che individui e definisca la gamma di azioni per il clima, coordinata e integrata con le strutture che si occupano di dissesto idrogeologico e della ricostruzione post terremoto, che sia utile anche a superare lo spezzatino delle competenze dei vari dipartimenti dei diversi ministeri (Sviluppo economico, Agricoltura, Ambiente, Trasporti e Infrastrutture, ecc.).Usciamo da 9 mesi di storica siccità con il corredo di incendi devastanti che hanno prodotto sinora danni per 6 miliardi e le piogge, ormai di carattere esplosivo, provocano danni e vittime soprattutto nelle città dove ci sono state urbanizzazioni folli”, aggiunge Erasmo D’Angelis, della Struttura di Missione Italia Sicura - Autorità di Distretto Idrografico Italia Centrale.
“La Struttura di Missione Casa Italia sta dando il suo contributo nella definizione di un programma di lungo periodo che offra informazioni analitiche e tecnologie innovative, da coniugare con una piena assunzione del rischio come elemento rilevante per un ridisegno delle politiche nazionali urbane e territoriali, e consenta di intervenire sulla vulnerabilità degli edifici esistenti, assicurando la vivibilità degli insediamenti. Il programma sarà implementato dal nuovoDipartimento Casa Italia, costituitolo scorso luglio presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che opererà in una logica di integrazione e cooperazione”, afferma Alessandro Balducci, Politecnico di Milano - Esperto della Struttura di Missione Casa Italia.
“In questi anni ISPRA, con il supporto di alcune Agenzie Regionali per la protezione dell’Ambiente, ha dato il suo contributo tecnico-scientifico a supporto delle iniziative degli enti locali per far fronte all’elevato livello di rischio e alla vulnerabilità del nostro territorio e dei nostri contesti urbani e dei sempre più frequenti eventi meteorologici estremi. È significativo che nel nostro Paese si registri la mobilitazione di 10 tra Regioni e Province autonome nel predisporre Strategie e/o Piani di Adattamento ai cambiamenti climatici, mentre la Regione Lombardia ha già approvato la sua Strategia e sta predisponendo il Piano. E anche su scala comunale, oltre all’esempio di Bologna, 39 città italiane, su 126 a livello europeo hanno sottoscritto l’iniziativa europea Mayors Adapt, mentre altre 10 hanno avviato il processo di adesione, a fronte di 20 città su scala europea”, dichiara Domenico Gaudioso, ISPRA – Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
“L’Agenzia europea dell'ambiente (European Environment Agency - EEA) ha pubblicato nello scorso ottobre un suo Rapporto in cui individua buone pratiche e opportunità per affrontare l’adattamento ai cambiamenti climatici tra le quali: lo sviluppo di una pianificazione a lungo termine per l’adattamento ai cambiamenti climatici, una governance efficace del rischio climatico da parte degli enti locali, il finanziamento di nature based soluti per far fronte al rischio di disastri, l’integrazione tra le strategie e i piani di adattamento e quelli sul rischio catastrofi, oltre che il rafforzamento dei servizi climatici Il rapporto, dal titolo ‘Adattamento ai cambiamenti climatici e riduzione del rischio di catastrofi in Europa – rafforzare la coerenza della base di conoscenze, delle politiche e delle pratiche’ ricorda che nel periodo 1980-2016 hanno generato nei 33 Stati membri dell’EIONET (European Environment Information and Observation network), la rete coordinata dall’EEA, perdite economiche che hanno superato i 450 miliardi di euro. La quota maggiore delle perdite economiche è stata causata dalle inondazioni (40% circa), seguite dalle tempeste (25%), dalle siccità (10% circa) e dalle ondate di calore (5% circa)”, rileva Sergio Castellari, esperto nazionale INGV distaccato presso l'Agenzia europea dell'ambiente a Copenaghen (Danimarca).
“Bologna dal 2012, grazie ai finanziamenti europei, ha realizzato un progetto LIFE+ che ha consentito di realizzare nel 2015 il BlueAp il primo Piano locale di adattamento ai cambiamenti climatici in Italia, e una delle esperienze pilota in Europa, in cui si descrivono obiettivi e azioni da conseguire entro il 2025, avviando un piano di risanamento del territorio comunale in cui sono stati coinvolti anche altri attori istituzionali, quali la Regione e i cittadini. Per realizzare gli interventi – in particolare quelli che riguardano le reti di drenaggio, le infrastrutture del servizio idrico integrato, i canali urbani – ci siamo posti per tempo il problema dei finanziamenti, avviando unconfronto con la BEI (Banca Europea degli Investimenti). Si tratta di un’esperienza pilota che mettiamo a disposizione degli altri Comuni.” – dichiarano l’Assessore all’Urbanistica e all’Ambiente del Comune di Bologna, Valentina Orioli e il dirigente del Settore Ambiente ed Energia del Comune, Giovanni Fini.
“Il cambiamento climatico rappresenta una variabile aggiuntiva che modifica l’equazione del rischio meteo-idro-geologico: di questorischio mutato se ne dovrà sempre più tenere conto in futuro, arginandolo mediante l‘attuazione di precise politiche di adattamento. Il recente evento luttuoso di Livorno del settembre di questo anno 2017, così come quelli di Genova del 2014, sono tipici esempi di alluvione occorse in aree urbane, causate da precipitazioni associate a temporali di grande intensità e di localizzazione spaziale limitata. protratti per diverse ore. La continua concertazione tra Stato e Regioni ha consentito oggi di avere in Italia un sistema di allertamento nazionale federato, oliato e ben funzionante”, dichiara Carlo Cacciamani, responsabile del Centro Funzionale Centrale per la gestione del Rischio meteo idrogeologico Dipartimento della Protezione Civile.
“È proprio per aiutare i Comuni ad essere all’altezza della sfida, che il WWF, con il Comune di Bologna e il Coordinamento nazionale delle Agende 21 Locali, ha promosso, in occasione del convegno di oggi,l’Appello ‘Rigenerare la natura delle città, adattarsi ai cambiamenti climatici’ in quattro punti per: 1. favorire l’evoluzione culturale e tecnica della cittadinanza e delle amministrazioni con percorsi formatici e la redazione di Linee guida per l’adattamento climatico degli insediamenti urbani; 2. rivedere sostanzialmente degli obiettivi della pianificazione urbanistica e territoriale descrivendo adeguatamente l’importanza strategica degli spazi liberi e dei sistemi naturali; 3. garantire il dialogo interistituzionale, tra le strutture tecniche e di missione governative e tra queste e quelle locali, in modo da individuare obiettivi, azioni e finanziamenti adeguati; 4. mettere in campo subito tutte le risorse economiche disponibili a questo scopo, derivanti dai fondi delle amministrazioni pubbliche italiane e da quelli comunitari.”, dichiaraAndrea Filpa del Comitato Scientifico del WWF – Università degli Studi di Roma Tre.
Al convegno di Bologna che ha lanciato la sfida delle città resilienti hanno partecipato inoltre: Alessandro Carettoni, Dirigente della Direzione Generale per il Clima e l’Energia del Ministero dell'Ambiente,Marco Giubilini di ANCI, Marco Granelli, assessore Mobilità e Ambiente Comune di Milano, Adriana Nepote, Presidente del Coordinamento nazionale delle Agende 21 locali e Assessoreall'Università, alla Ricerca e all'Innovazione del Comune di Mantova,Chiara Gallani, assessore all’Ambiente del Comune di Padova; Paola Mercogliano, direttore della Divisione Regional Model and geo-Hydrogeological Impacts . CMCC e responsabile del Laboratorio di Meteorologia - CIRA.