Abiti usati e mercati delle pulci: intervista a Pietro Luppi (Occhio del Riciclone)
Pietro Luppi, direttore del centro di ricerca dell’Occhio del Riciclone: “Il mercato delle pulci del Balon è una realtà che va assolutamente difesa. Le economie popolari sono un fenomeno importantissimo. Sono una valvola di assorbimento e inclusione sociale”
23 November, 2017
Cosa lega il settore degli abiti usati e i mercati delle pulci? Lo abbiamo chiesto a Pietro Luppi, direttore del centro di ricerca dell’Occhio del Riciclone: “Sono possibili molte azioni positive di networking tra anime diverse del mondo dell’usato. Questo settore è storicamente caratterizzato da economie informali e popolari, così come da filiere più strutturate, realtà industriali ed economie no-profit”. Anche se apparentemente frammentata, “in realtà è possibile una composizione tra questi mondi, nella trasparenza, cercando il beneficio ambientale e quello di ognuna delle parti in causa”. “I mercati delle pulci - ha continuato Pietro Luppi - sono storicamente uno dei canali di distribuzione delle merci usate che vengono raccolte in vari modi dagli operatori dei mercati. Uno di questi è l’acquisto all’ingrosso di abiti usati. Nel caso particolare del Balon c’è poi un fenomeno interessante: c’è una collaborazione basata sull’invenduto degli operatori commerciali del mercato. Quest’ultimi, al posto di pagare la tariffa rifiuti per gli indumenti scartati, li mettono da parte affinché li ritiri Humana, realtà molto innovativa del settore no-profit”. “A sua volta Humana, con questa merce, riesce a pagare i costi operativi ma ricava anche margini economici per finanziare programmi di istruzione, sviluppo e intervento sanitario nel Sud del Mondo. In questo modo - ha spiegato il direttore del centro di ricerca dell’Occhio del Riciclone - il mercato delle pulci del Balon diventa non solo occasione di inclusione sociale per soggetti vulnerabili che ci lavorano ma anche occasione di reddito, ricchezza locale e cultura e solidarietà verso i Paesi del Sud del Mondo”. Una filiera circolare che genera valore economico lungo tutto il percorso. “Sì, genera valore economico, effetti sociali positivi e benefici ambientali lungo tutto il suo percorso. Una filiera circolare solidale”. Un motivo in più per difendere questa realtà sotto attacco a Torino. “È una realtà - ha sottolineato Pietro Luppi - che va assolutamente difesa. Le economie popolari sono un fenomeno importantissimo. Sono una valvola di assorbimento e inclusione sociale. Un modo per produrre ricchezza e sviluppo sociale”. “A volte le regole non descrivono la realtà. Quindi fenomeni come quello del Balon non sono perfettamente normati. Ma non è colpa degli operatori. Loro sono vittime delle carenze del sistema. E sono ancora di più vittime, quando queste carenze vengono prese a pretesto da alcuni demagoghi per fare battaglie politiche” ha concluso il direttore del centro di ricerca dell’Occhio del Riciclone.