Borse di (bio)plastica, dal Ministero dell'Ambiente istruzioni per l’uso
Il Ministero ha pubblicato sul proprio sito un decalogo con quesiti e risposte sulle borse compostabili e biodegradabili. Abbiamo preso in esame i due che affrontano le questioni più controverse
19 March, 2018
di Tiziana Giacalone
Da qualche giorno sul sito web del Ministero dell’Ambiente, nella sezione “quesiti”, è stato pubblicato un decalogo con un elenco di domande e risposte sul tema dei sacchetti. Il titolo è: “Disciplina sulle borse di plastica. Istruzioni per l’uso”. Si tratta di un documento informale, un pdf senza data né logo ministeriale; una modalità che sarebbe stata scelta appositamente con l’intenzione di rendere i contenuti del testo modificabili e flessibili man mano che arriveranno altri quesiti, con la possibilità di apportare modifiche e aggiornare il testo in tempo reale.
Tra tutte le domande e le richieste di chiarimenti ricevuti dal Ministero solo quelle ritenute più significative hanno trovato risposta e tra queste ci sono anche quelle inviate dai privati cittadini. Sono in tutto 17 e noi ne abbiamo scelti due, il numero 10 e il numero 15.
Il primo chiede: "Come gestire i sacchetti ultraleggeri con etichetta non biodegradabile?". Questa la risposta del Ministero "Allo stato attuale, laddove non biodegradabile e compostabile, è consigliabile, prima di conferire la borsa di plastica nella raccolta dell’umido, eliminare l’etichetta dalla borsa stessa, sia essa ultraleggera che di qualsiasi altro spessore conforme allo standard UNI EN 13432:2002; tale azione eviterebbe problematiche negli impianti di compostaggio, riducendo gli scarti ed eventuali problemi alla normale maturazione del compost”.
Una risposta che tiene conto solo in parte della posizione del Consorzio Italiano Compostatori in merito, espressa nell'elenco pubblicato a gennaio “Otto verità per una migliore raccolta dell’umido domestico”, in cui si ribadiva che “gli impianti sono comunque attrezzati a rimuovere le etichette, tuttavia, l’utente sensibile può apporre l’etichetta sul manico, così da toglierla prima di utilizzare il sacchetto per la raccolta dell’umido, senza inficiarne la tenuta”. http://www.ecodallecitta.it/notizie/388843/sacchetti-biodegradabili-cic-otto-verita-per-una-migliore-raccolta-dellumido-domestico/
Il quesito numero 15 invece entra nel merito della polemica sorta sulla possibilità di acquistare alimenti sfusi con i sacchetti riutilizzabili che ciascun acquirente potrebbe portarsi da casa. La domanda è:"Per il consumatore che voglia acquistare alimenti sfusi nei punti vendita, è obbligatorio acquistare contestualmente anche le buste di plastica ultraleggere fornite dal reparto?” Il Ministero risponde: “Fatte salve le disposizioni del Codice del consumo adottato con il decreto legislativo 206 del 2005, si osserva che non si ravvisa alcun obbligo di legge in capo al consumatore finale di acquistare, oltre alle merce sfuse, anche la busta fornita dal reparto del punto vendita. Tuttavia, in alcuni casi, risulta indispensabile l’utilizzo di un imballaggio primario in quanto, ad esempio, è difficilmente ipotizzabile pesare ed apporre un etichetta con il prezzo per ogni unità di frutta o verdura venduta. Inoltre, alcune prescrizioni normative relative all’igiene e alla salute possono rendere obbligatorio l’utilizzo di determinati imballaggi."
Il Ministero dell’Ambiente si era già pronunciato sulla questione con la circolare del 18 ottobre 2016, prot. n. 14624, lasciando intravedere un’apertura verso la possibilità di acquistare gli alimenti sfusi evitando le borse ultraleggere, compostabili e biodegradabili, in vendita nei supermercati a favore delle borse riutilizzabili. Ma sia con la circolare sia con questa risposta al quesito, è evidente che l'ultima parola spetta al Ministero della Salute, il quale avrebbe chiesto l’introduzione del comma 3 all’art. 226 ter (divieto di commercializzare le borse in plastica e obbligo delle borse ultraleggere compostabili e biodegradabili per gli alimenti sfusi) del D.Lgs. n. 152/2006.
Insomma, la questione sui ritualizzabili non sembra avere fine e probabilmente, nel silenzio del Ministero della Salute, potrà essere risolta con un’interpretazione autentica grazie all’intervento del legislatore.