Santeramo dal 15% di raccolta differenziata al porta a porta. Ercolini porta nell'Alta Murgia Rifiuti Zero e il progetto 'Vuoto a Rendere’
Sabato 23 giugno a Santeramo in Colle si terrà il convegno “Santeramo verso la strategia Rifiuti Zero e progetto ‘Vuoto a Rendere”. Parteciperanno Rossano Ercolini, (Zero Waste Italy), Attilio Tornavacca (ESPER), Fabrizio Baldassarre (Sindaco Santeramo in Colle) e Maria Anna Labarile (Assessore all’Ambiente)
18 June, 2018
Da pochi giorni, precisamente da giovedì 14 giugno, a Santeramo in Colle in provincia di Bari è partita la raccolta dei rifiuti porta a porta. Una novità assoluta per il popoloso comune incastonato tra le gravine e le matine dell’Alta Murgia che, in fatto di raccolta differenziata, faticava come buona parte dei comuni pugliesi. Infatti stando ai dati inseriti dallo stesso comune sul Portale Ambiente della Regione Puglia a Santeramo la raccolta differenziata nel 2017 si è fermata al 14,94%, mentre per il 2018 l’unico dato disponibile è quello di gennaio dove la raccolta differenziata è al 6,86%.
Il Comune dell’Aro4 ha deciso di cambiare passo e con l’introduzione del porta a porta ha sposato la strategia Rifiuti Zero. Non a caso sabato 23 giugno (dalle ore 10,30 in piazza Garibaldi) l’assessorato all’ambiente del Comune di Santeramo in collaborazione con il Comitato “Zero Waste Italy” promuove un incontro pubblico con Rossano Ercolini, responsabile del Progetto “Passi concreti verso Rifiuti Zero”, coordinatore del Centro di Ricerca Rifiuti Zero e autore del libro “Non bruciamo il futuro”.
“Ercolini – scrivono gli organizzatori - si occupa attivamente di gestione dei rifiuti da 34 anni. Ha fatto parte di vari gruppi tecnici istituiti da Comuni ed enti. È presidente dell’Associazione Diritto al Futuro che ha promosso la vertenza contro i CIP6 ed è tra i principali fondatori della Rete Nazionale Rifiuti Zero. Collabora con G.A.I.A e ha promosso la Zero Waste Italy di cui è co-coordinatore. Presidente dell’ass. Zero Waste Europe ha ricevuto il Goldman Environmental Prize 2013, Nobel alternativo per l’ambiente. All’incontro pubblico, oltre al sindaco di Santeramo, Fabrizio Baldassarre e l’assessore all’ambiente, Maria Anna Labarile, sarà presente il dott. Attilio Tornavacca direttore generale di Esper (Ente di Studio per la Pianificazione Ecosostenibile dei Rifiuti) e autore di varie pubblicazioni sul recupero dei rifiuti a partire dal volume “Da Rifiuti a Risorse”.
Riduzione, riuso, riciclo, raccolta e recupero dei rifiuti sono tutti aspetti da perseguire ed incentivare per recuperare il tempo che Santeramo ha perso nel costruire una nuova dimensione di città che cresce e si evolve in modo sano e rispettoso verso l’ambiente, il nostro territorio e verso le nostre nuove e future generazioni”.
L’amministrazione comunale sembra spingersi oltre e con il contributo di Esper si cimenterà nella sperimentazione del Var, che non ha nulla a che fare con la moviola in campo tanto cara ai tifosi di calcio, ma che rappresenta l’acronimo di Vuoto a Rendere.
Santeramo in Colle: “Abbiamo ampliato la sperimentazione ministeriale”
Mentre la sperimentazione nazionale sul vuoto a rendere si avvia verso un ineluttabile fallimento, c’è chi sul vuoto a rendere punta forte. È il Comune di Santeramo in Colle, in provincia di Bari. In occasione del passaggio alla raccolta porta a porta previsto nel capitolato per il nuovo servizio di raccolta e gestione rifiuti, l’Amministrazione ha presentato alla Regione Puglia un progetto sul tema della riduzione dei rifiuti nell’ambito dell’Accordo di programma quadro “Ambiente” dell’AGER. Il progetto, sviluppato con il supporto tecnico di ESPER, mette in campo diverse azioni finalizzate alla riduzione dei rifiuti, mettendo al centro di tutto una promozione spinta del servizio di vuoto a rendere sia per quel che riguarda i commercianti, sia per quel che riguarda i cittadini, instaurando una competizione che vedrà premiati i più virtuosi. Ne parliamo con Maria Anna Labarile, assessore all’Ambiente e vicesindaco di Santeramo.
“Abbiamo preso spunto dal Collegato Ambientale del 2015, che poi ha dato vita alla Sperimentazione Ministeriale attualmente in corso. Una norma che si inserisce perfettamente nel sistema di priorità di gestione dei rifiuti stabilito dalla direttiva Europea 98/2008/Ce nell’ottica della prevenzione della produzione dei rifiuti. Sulla scorta di queste considerazioni abbiamo deciso di presentare alla Regione Puglia un progetto che puntasse a questi obiettivi”.
Perché
incentrare il progetto proprio sul VAR?
“Perché
è un’azione sicuramente vincente, dal punto di vista economico e
dal punto di vista ambientale. E poi perché è un po’ tornare a
pratiche già note, in atto fino a qualche anno fa. Le attività
erano abituate al vuoto a rendere. Essendo una prassi fresca nella
memoria dei cittadini e degli esercenti, è sicuramente più facile
da attuare e spiegare”.
Rispetto alla norma nazionale, Santeramo ha scelto di coinvolgere anche i cittadini nel proprio progetto. A cosa è dovuta questa scelta?
“Insieme ai tecnici di ESPER che ci hanno supportato nello sviluppo e redazione del progetto si è pensato di allargare l’iniziativa perché una cittadinanza attenta e informata è il motore di qualsiasi iniziativa. Soprattutto in questo caso, in cui può essere di supporto anche alla parte relativa alle utenze commerciali. Senza il coinvolgimento della cittadinanza il progetto sarebbe zoppo.”
Il progetto di Santeramo nasce in parallelo con la sperimentazione ministeriale sul vuoto a rendere. Qual è la vostra valutazione dell’azione ministeriale?
“Il successo di una iniziativa dipende anche da quanto la stessa viene incentivata e comunicata correttamente. Purtroppo la mia esperienza in Santeramo dice che molte attività sono dubbiose rispetto al ritorno al VAR perché lo ritengono poco vantaggioso economicamente rispetto al monouso. È lì che bisogna intervenire: cercare di rendere appetibile il cambiamento. E lo si può fare solo attraverso una idonea comunicazione ed anche attraverso incentivi economici. Possibilmente non lasciando gravare l’intero fardello sulle spalle dei Comuni. Il decreto prevede la possibilità che il Comune possa fare uno sconto sulla Tari a chi aderisce alla sperimentazione. Ma i Comuni non hanno le risorse per farlo. Abbiamo comunque adottato l’impianto della sperimentazione ministeriale sia sui materiali raccolti che sui soggetti coinvolti (utenze commerciali e distributori). Ma abbiamo voluto ampliare al coinvolgimento di altre parti, in primis i cittadini ed inserire delle premialità per i più virtuosi. Inoltre abbiamo inserito altre iniziative volte alla riduzione dei rifiuti come le Eco-feste, i ristoranti “No Waste” e alcune azioni di prevenzione sulle mense scolastiche.”