Le api per monitorare la qualità dell'aria di Roma: presentato il progetto 'Apincittà'
Prevede una rete coordinata di alveari dislocata in luoghi strategici di Roma per monitorare la qualità dell'aria della Capitale ma anche la biodiversità cittadina e per fare ricerca sugli effetti indesiderati per le api e per i prodotti dell’alveare
04 July, 2018
Il progetto si chiama "Apincittà" e prevede una rete coordinata di alveari dislocata in luoghi strategici di Roma per monitorare la qualità dell'aria della Capitale. L'iniziativa, già sperimentata in paesi come Germania e Canada, è stata presentata martedì 3 luglio presso la sede dei carabinieri forestali da Edgar Meyer dell'assessorato all'ambiente del comune di Roma, dal generale C.A. Antonio Ricciardi, comandante dei Carabinieri Forestali e da Raffaele Cirone, presidente della Fai, Federezione Apicoltori Italiani. Oltre che di inquinamento atmosferico, il progetto mira anche al censimento della biodiversità cittadina, a ricerche su effetti indesiderati per le api e per i prodotti dell’alveare e prevede di mettere a sistema i piccoli ma numerosi allevamenti che ci sono nella Capitale, creando fin da subito una rete di dieci postazioni per gran parte già presenti nel Centro Storico o di prossima installazione.
L’apiario sperimentale “Numero
Zero” è quello della FAI-Federazione Apicoltori Italiani, attivo
già dal 1980 a Palazzo della Valle, sede di Confagricoltura. Un
Apiario Urbano Sperimentale che in questi giorni è sciamato fino
alla sede del Comando CUFA dell’Arma dei Carabinieri, dove sono
stati installati tre alveari per attivare la “Postazione
Laboratorio Numero 1”.
Già numerose le realtà apistiche
individuate e disponibili a entrare in rete:
Largo
Argentina–Apiario Sperimentale FAI, Via Veneto–Comando
Carabinieri C.U.F.A., Villa Borghese–Bioparco di Roma, Villa
Wolkonsky–Residenza Ambasciatore Britannico, Via di Vigna
Murata–Cooperativa Sociale Agricola G. Garibaldi, Tre Fontane e
Garbatella–Orti Urbani di Roma Capitale, Via Anagnina–Apiarium,
Via Casilina–Comitato Mura Latine, Via Nomentana–Associazione
Promozione Sociale “Fiore del Deserto”, Monumento Naturale Quarto
degli Ebrei-Apicoltura Nisi, Tenuta Tor Marancia-Parco Appia
Antica.
Poi, pian piano, verranno collegate
tutte le altre postazioni, che il Progetto ha individuato come siti
di interesse scientifico, fino a costruire una rete di monitoraggio
capace di fornire da subito preziose informazioni su quali sono le
fioriture di Roma più diffuse e visitate dalle api, sulla presenza e
concentrazione di metalli pesanti, polveri sottili, microplastiche e
IPA-Idrocarburi Policiclici Aromatici.
"Insomma, mentre le api volano sui tetti di Roma, l’Arma dei Carabinieri in collaborazione con la FAI-Federazione Apicoltori Italiani avvierà una valutazione sull’impatto del servizio ecosistemico che le api garantiscono alla Capitale" scrive la Federazione Apicoltori Italiani su facebook "ma anche una nuova modalità di vigilanza sul fenomeno dei furti degli alveari, con particolare attenzione alla tutela e alla salvaguardia dell’ape italiana che addirittura una legge (N. 313/2004 per la Disciplina dell’Apicoltura) chiede di difendere e diffondere". Infatti l’Arma dei Carabinieri e la federazione d’intesa con il Comune di Roma, intendono "uniformare un modello di apicoltura didattica per la biodiversità urbana, attraverso il quale le scolaresche e la cittadinanza possano avvicinarsi a questi piccoli nuclei di alveari, in tutta sicurezza, vedere da vicino come funziona una centralina di biomonitoraggio che conta su circa 50.000 api (veri e propri sensori), quante ce ne sono dentro un solo alveare, nel momento di massimo sviluppo delle famiglie".
Apincittà, infine, si propone come "modello per un progetto ad alto tasso di inclusione: tutti gli apporti saranno bene accetti, altre Istituzioni ed Enti di Ricerca potranno aggregarsi per offrire specifiche e mirate collaborazioni su ambiti tecnico-scientifici che grazie alla multidisciplinarietà dell’ape potranno andare in tante altre direzioni. Si registrano già, in questa fase di esordio, le manifestazioni di interesse del CNR-Centro Nazionale delle Ricerche, dell’ISS-Istituto Superiore di Sanità, dell’Università La Sapienza di Roma e di altri atenei. La partecipazione attiva della cittadinanza, l’incontro tra apicoltori e società, Istituzioni ed Enti di Ricerca servirà a veicolare un esempio di coesione, di operosità, di condivisione verso un obiettivo comune. Non è un caso che proprio ispirandosi alla vita delle api, il motto della FAI-Federazione Apicoltori Italiani riecheggi sul Progetto APINCITTA’ in modo persino solenne: “Il mio non sol, ma l’altrui ben procuro”.