Rifiuti in Sicilia, Cocina: 'Cresce la differenziata ma rimane il nodo impianti' | Video
In occasione della presentazione dell'ultimo rapporto Comieco, abbiamo raggiunto Salvatore Cocina, l'ingegnere che dirige il "Dipartimento dell'acqua e dei rifiuti" sull'isola. Con lui abbiamo fatto il punto sulla situazione del ciclo rifiuti con un focus particolare sull'impiantistica
18 July, 2018
di Tiziana Giacalone
L’anno
scorso avevamo intervistato Salvo Cocina che
- in qualità di dirigente dell’Ufficio per l’incremento della raccolta
differenziata in Sicilia – sottolineava come la crescita della raccolta
differenziata avesse messo in evidenza la mancanza degli impianti di
trattamento, in particolare per il rifiuto organico.
Oggi l’ing. Cocina è il dirigente del “Dipartimento dell’acqua e dei rifiuti” sull’isola. Lo abbiamo intervistato ieri, in occasione della presentazione, a Palermo, del 23° Rapporto di Comieco “Raccolta differenziata e riciclo di carta e cartone, in Italia”.
Un anno dopo, cos’è cambiato?
La Sicilia è un’isola a due velocità, le grandi città fanno calare la media regionale della raccolta differenziata. Il sistema impiantistico regionale sta tenendo anche se c’è una forte crescita della differenziata e dunque una forte richiesta di impianti di trattamento, soprattutto dell’umido. Ci sono delle disfunzioni perché gli impianti sono concentrati nella zona orientale della Sicilia e poco nel trapanese, palermitano e agrigentino. C’è dunque la criticità del trasporto della materia organica che è quella più penalizzata. Ma la crescita della differenziata è comunque un fatto positivo.
Come viene gestito il rifiuto organico nelle zone in cui non ci sono gli impianti?
L’umido viene gestito con gli impianti esistenti. La regione ha avviato un nuovo piano regionale, un nuovo piano stralcio che prevede nuovi impianti di trattamento della frazione organica. Secondo il principio dell’autosufficienza d’ambito, ogni ambito deve avere un ciclo in cui il rifiuto nasce e muore all’interno dello stesso ambito, evitando il cosiddetto “turismo dei rifiuti” da una provincia all’altra. Si stanno avviando alla progettazione diversi impianti pubblici. Ci sono anche quelli privati. Nell’integrazione equilibrata tra pubblico e privato penso che si troverà una risposta soddisfacente. Non si può avere la risposta immediata, domani.
Oggi che fine fa l’organico raccolto nelle zone lontane dagli impianti?
A Trapani viene conferito negli impianti di Catania, con notevoli costi di trasporto, oppure, in qualche caso, viene smaltito in discarica.
Nel video l’intervista completa.