Falda inquinata sotto il cantiere Tap. Il comitato: 'È disastro ambientale'
La falda sottostante al cantiere del gasdotto sulla costa salentina risulta fortemente inquinata, tanto che il sindaco di Melendugno ha imposto il divieto di utilizzo delle acque sotterranee e la sospensione immediata delle attività. Il movimento: "Denunciamo sversamenti da febbraio"
25 July, 2018
La falda sottostante al cantiere TAP risulta fortemente inquinata, tanto che mercoledì 25 luglio il sindaco di Melendugno, comune in cui si trova il cantiere del gasdotto, ha imposto il divieto di utilizzo delle acque sotterranee e la sospensione immediata delle attività di realizzazione dell'opera. Lo rende noto il comitato No Tap in un comunicato in cui parla di 'disastro annunciato', visto che è dallo scorso febbraio che la popolazione che si oppone all'opera sulla costa salentina denuncia "il probabile sversamento di sostanze inquinanti all’interno della falda acquifera di San Basilio durante le operazioni di costruzione del pozzo di spinta da parte di Tap".
Dal sopralluogo effettuato dall’ARPA Puglia il 9 gennaio 2018 (note tecniche del 15 e 31 gennaio), risultava infatti che nell’area di cantiere non erano state ancora completate da parte della multinazionale le aree di impermeabilizzazione per il deposito temporaneo proveniente dallo scavo del pozzo di spinta e dalla perforazione del microtunnel, dall’installazione del casing-pipe e della trincea per l’installazione dell’argano per il varo della condotta dal mare a terra.
Di conseguenza non risultavano ottemperate due prescrizioni fondamentali la A.36 e la A.55: la prima perché non risultano predisposte 'tutte le misure idonee alla protezione del suolo e sottosuolo per le aree di cantiere e di deposito e le acque derivanti dalle superfici delle aree di cantiere e di deposito, sia di lavaggio che di prima pioggia' e inoltre 'non risultavano convogliate e raccolte in apposite vasche e serbatoi per poi essere avviate ad idoneo impianto di trattamento secondo la normativa vigente’; la seconda per mancanza di impermeabilizzazione dell’ area di cantiere che quindi non assicurava che fosse impedito 'ogni possibile inquinamento del suolo e delle falde acquifere’.
Successivamente la stessa Tap ha effettuato dei campionamenti in cui sono risultati fuori norma i valori di nichel, manganese, arsenico e cadmio. Il Comune di Melendugno, non appena è stato informato dei dati, ha quindi chiesto l’intervento di Arpa, Asl e Provincia di Lecce, per eseguire i controlli necessari alla sicurezza della popolazione. Una volta poi arrivati i dati relativi ai campionamenti del 19 giugno scorso, sempre sponda Tap, in cui è stato riscontrato l'aumento dei valori inquinanti, il sindaco di Melendugno, Marco Potì, ha deciso il divieto di emungimento delle acque dai pozzi che si trovano entro 500 metri dalla linea di tracciato della condotta e del microtunnel e l’immediata sospensione di qualsiasi attività di TAPnell’area di cantiere per 30 giorni.
Ecco il comunicato del movimento e in allegato l'ordinanza del sindaco di Melendugno, Marco Potì:Con ordinanza n. 17 del 24/07/2018, il Sindaco di Melendugno ha dovuto disporre una IMMEDIATA INTERDIZIONE AI POZZI DI SAN BASILIO! Questo è avvenuto dopo che le analisi effettuate da Arpa Puglia sui piezometri n. 2, 3, 4, 7 e 9 (dispositivi che consentono di intercettare la quota della falda) hanno individuato valori eccessivi di inquinamento da arsenico, manganese, nichel e cromo. Nell’ordinanza si legge che ARPA Puglia dichiara inoltre la MANCATA OTTEMPERANZA delle prescrizioni A.36 e A.55, in quanto “NON risultavano predisposte tutte www.aaakopior.comle misure idonee alla protezione del suolo e del sottosuolo […]” e “NON risultava impedito ogni possibile inquinamento del suolo e delle falde acquifere”.
La situazione, a questo punto, è diventata molto preoccupante, al limite del DISASTRO AMBIENTALE! Denunciamo da tempo l’inadeguatezza dei lavori, la pericolosità e il danno che Tap arreca alla salute delle persone e del territorio, l’inutilità di un’opera che pian piano distruggerà ogni angolo di questa terra. Nessuno ci ha mai dato ascolto, anzi, le nostre preoccupazioni sono sfociate in multe, denunce, controlli, indagini e arresti. Siamo ben oltre una SITUAZIONE PARADOSSALE!
Le istituzioni non possono continuare a far finta di niente. E’ arrivato davvero il momento di FERMARE quest’opera devastante, prima che sia troppo tardi. Non possiamo credere che si continui a voltare le spalle alla vita delle persone. L’acqua è un bene fondamentale, inquinarla è uno dei REATI più gravi che si possano commettere.
SIAMO SATURI DI PAROLE, ORA E’ GIUNTO IL NECESSARIO MOMENTO DEI FATTI! QUI SI STA GIOCANDO CON LA VITA DI TUTTI NOI!