Milano, incendio rifiuti: 'La maggior parte degli Ecoreati in Italia sono reati di impresa. Come prevenirli?'
Se lo chiede Enrico Fedrighini nel suo blog sul Fatto Quotidiano: "La maggior parte dei reati ambientali in Italia sono reati di impresa, perchè i potenziali guadagni sono immensamente superiori ai rischi di essere scoperti"
17 October, 2018
A tre giorni dall'incendio di via Chiasserini, un odore acre investe ancoraMilano. Nessun agente inquinante pericoloso nell'atmosfera, assicura l'Arpa Lombardia che ha monitorato l'aria, ma in alcune zone del capoluogo lombardo si percepisce un forte odore tale da rendere l'aria irrespirabile, portato dal debole vento che dalla notte di ieri ha soffiato da Nord, investendo il settore occidentale della città.
Enrico Fedrighini, portavoce dei Verdi Milano e assessore al municipio 8, ricostruisce la vicenda nel suo blog sul Fatto Quotidiano: "Un’impresa (Ipb srl) attiva da tempo nel settore lavori stradali e movimento terra, regolarmente iscritta nell’elenco della Prefettura di Milano riguardante le imprese non soggette a tentativi di infiltrazione mafiosa (white list), a partire dal 2017 presenta a catena una serie di richieste autorizzative per: a) stoccare rifiuti speciali, b) svolgere attività di intermediazione e commercio di rifiuti e c) bonificare aree inquinate. Richieste che vengono accolte nel 2017 dal Ministero dell’Ambiente, Albo gestori Ambientali".
"Nel 2018 l’impresa cede un ramo d’azienda e il capannone di Bovisa a Ipb Italia che però non presenta regolari coperture fidejussorie all’Autorità pubblica garante (Città Metropolitana di Milano). Qualcosa non torna - sottolinea Fedrighini - la fidejussione è l’unico strumento di garanzia in mano al pubblico per rivalersi in caso di eventuali inadempienze operative. Scattano puntuali le contromisure: la procedura autorizzativa viene sospesa (giugno 2018) dal Ministero dell’Ambiente, e i tecnici di Città Metropolitana svolgono (luglio 2018) un sopralluogo, verificando che il deposito di stoccaggio è vuoto. L’attività di stoccaggio rifiuti dell’impresa rimane sospesa. Solo sulla carta, però: perché oltre due mesi più tardi, giovedì 11 ottobre 2018, durante un secondo sopralluogo i tecnici provinciali scoprono che il deposito di via Chiasserini è stracolmo di rifiuti di ogni tipo.
Immediata la segnalazione in Procura ma prima ancora che venga protocollata, domenica 14 ottobre, di notte, il deposito prende fuoco. L’ennesimo deposito di rifiuti in fiamme, in Lombardia, a Milano, periferia ovest.Mentre scrivo queste note, la gola brucia a causa del fumo che continua a uscire dal deposito arrivando fino alle zone residenziali del centro. Come è potuto accadere? - si chiede Fedrighini- O meglio: preso atto che le istituzioni pubbliche hanno tutte svolto formalmente i propri compiti, quali ulteriori strumenti dobbiamo mettere in campo per scardinare la pianificazione di ecoreati che garantiscono enormi profitti a spese della collettività?"