Accordo tra Novamont e Gruppo Cap per lo sviluppo di innovativi progetti di economia circolare
Le due società hanno identificato una serie di progetti aventi il comune obiettivo di rigenerare le risorse, riportare il carbonio organico di qualità nel suolo, garantire la qualità delle acque e ottenere da queste operazioni nuovi prodotti a valore aggiunto
08 November, 2018
L’accordo di ricerca tra Gruppo CAP e Novamont sottoscritto a Ecomondo nasce dalla comune volontà di mettere in pratica i principi dell’economia circolare e della bioeconomia. Si tratta di principi fondati su nuovi concetti di design, distribuzione, cambiamento nei modelli di consumo che hanno l'obiettivo di favorire lo sviluppo di innovativi modelli industriali che coniughino sostenibilità ambientale e competitività d’impresa, mediante il coinvolgimento di realtà non solo industriali ma anche pubbliche, etiche e culturali.
Le due società hanno identificato una serie di progetti aventi il comune obiettivo di rigenerare le risorse, riportare il carbonio organico di qualità nel suolo, garantire la qualità delle acque e ottenere da queste operazioni nuovi prodotti a valore aggiunto.
I progetti Ecodesign di microplastiche a partire dal settore dell’industria cosmetica e Produzione di materie prime ottenibili da acque reflue sono i primi su cui Novamont e CAP intendono svolgere attività di ricerca congiunta.
Con Ecodesign di microplastiche per l’industria cosmetica si intende aggiungere un importante tassello alla costruzione di un modello di sviluppo sostenibile, andando a studiare gli effetti di queste tipologie di prodotti sugli impianti di depurazione e sui fanghi, con particolare riferimento alla definizione di parametri di sostenibilità ambientale in relazione alle qualità delle acque.
Produzione di materie prime ottenibili da acque reflue nasce invece a partire dalle attività di ricerca che Gruppo CAP sta realizzando nei suoi impianti per il recupero e la valorizzazione di prodotti e sottoprodotti derivanti dai fanghi della depurazione.
I PHA sono plastiche biodegradabili ben note, ottenute dall’industria biotecnologica a partire dagli anni '80 mediante la fermentazione batterica di zuccheri e lipidi; le ricerche del gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, supportate dall’esperienza e dal know-how tecnologico di Novamont, hanno lo scopo di dimostrare come sia possibile produrre su scala industriale PHA dai fanghi urbani grazie a consorzi microbici naturalmente presenti in depurazione.
“La sinergia pubblico privato, di cui Gruppo CAP e Novamont rappresentano oggi un eccellente esempio, è la carta vincente per trovare innovative soluzioni che migliorino non solo il lavoro di noi gestori della rete idrica integrata alle prese con la salvaguardia del territorio che ogni giorno presidiamo, ma migliorino la vita di tutti in un’ottica di riutilizzo degli scarti e conversione a nuove risorse, spiega Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP e vicepresidente di Utilitalia. Noi di CAP vogliamo cogliere le grandi opportunità che la tecnologia e la ricerca ci possono offrire, per dare vita a nuovi modelli di sviluppo attenti all’ambiente e alla gestione sostenibile delle risorse”.
"Siamo particolarmente lieti di poter collaborare con il Gruppo CAP allo sviluppo di tecnologie in grado di rigenerare risorse naturali soggette a grave degradazione, come l’acqua e il suolo, due risorse essenziali per la vita e mai messe tanto a rischio come oggi dalle attività antropiche. Un ulteriore esempio della bioeconomia come ponte e acceleratore di innovazione tra diversi settori", ha dichiarato Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont.