È nato R_O_S, il primo sistema di monitoraggio del recupero dell’olio esausto
Ideato da RenOils, consorzio nazionale di raccolta e recupero di oli e grassi vegetali e animali esausti. Realizzato da In-Time, spin-off dell’Università Tor Vergata di Roma
08 November, 2018
RenOils, consorzio nazionale di raccolta e recupero di oli e grassi vegetali e animali esausti, è una nuova realtà costituitasi nel 2016 per volontà degli imprenditori del settore, con l’obiettivo di contribuire alla gestione del sistema del riciclo degli oli esausti. Ha ottenuto il riconoscimento da parte del Ministero dell’Ambiente (decreto ministeriale del 6 aprile 2018). Ad oggi, sono 254 le associazioni e le imprese della filiera associate, a partire dai produttori di olio per uso alimentare, ai riciclatori e ai recuperatori del rifiuto.
“Solo attraverso la conoscenza del settore e dei quantitativi di oli esausti prodotti da operatori economici (prevalentemente ristorazione) e famiglie italiane è possibile adempiere in modo corretto agli obblighi di Legge e operare in modo efficace nell’ambito dell’economia circolare – dichiara Ennio Fano, Presidente del Consorzio”. Attraverso il sistema R_O_S sono infatti possibili una serie di azioni che consentono un’analisi puntuale dei flussi di filiera, sino ad oggi impossibile. Per esempio, individuare le quantità conferite al Consorzio suddivise per Regione di produzione, gestire i dati su base geografica, leggere il rapporto produzione-recupero o i flussi di origine e destinazione dell’olio usato. Grazie all’aiuto di questo strumento sarà più facile raggiungere due tra i più importanti obiettivi del consorzio: l’aumento dei volumi della raccolta e una rendicontazione reale del settore.
R_O_S raccoglie attualmente i dati elaborati provenienti da 2.900 produttori di oli esausti e da 30 aziende, mettendo in rete le 12mila tonnellate di oli ad oggi avviati a recupero e le 6,1mila tonnellate di oli destinati allo stoccaggio. Il monitoraggio consente di suddividere le quantità complessivamente raccolte per intervallo di tempo, tipologia di rifiuto, luogo di produzione, tipo di produttore, tipologia di raccoglitore, modalità di trattamento.
Il sistema di monitoraggio sarà presentato oggi pomeriggio a Ecomondo, all’interno del convegno “Tracciamento dei flussi per il riciclo di oli vegetali e grassi animali esausti” nel quale interverranno, tra gli altri, Ennio Fano, presidente RenOils; Maria Ioannilli, docente dell’Università Roma 2-Tor Vergata;Giuseppe Perrone, ENI; Stefano Ciafani, Presidente Legambiente; Mara Colla, presidente Confconsumatori; Alessandro Bratti, direttore generale ISPRA; Alessandro Benvenuto, deputato, presidente della Commissione ambiente della Camera; Rossella Muroni, deputata, Commissione ambiente.
Nonostante sia un prodotto naturale, se smaltito in modo scorretto l’olio esausto può generare diversi problemi dal punto di vista ambientale ed economico: può intasare condutture e depuratori, inquinare i pozzi di acqua potabile rendendoli inutilizzabili (ne basta un solo litro per danneggiare un milione di litri d’acqua), creare una pellicola superficiale su terreni e corsi d’acqua che impedisce l’ossigenazione e il nutrimento di flora e fauna. Basta un chilo di olio vegetale esausto a inquinare una superficie d’acqua di 1.000 mq. Un corretto recupero, al contrario, produce valore: si stima infatti che 100 kg di olio vegetale avviati a riciclo equivalgano a 65 kg di olio lubrificante base rigenerato e 20/25 kg di biodiesel.