Rifiuti da Roma: associazioni e comitati dei comuni Comuni costieri di nuovo sul piede di guerra
Associazioni e comitati si sono incontrati a Maccarese per discutere modi e tempi degli interventi da mettere in campo contro la possibilità che nelle “zone bianche” del territorio vengano insediati impianti per la gestione dei rifiuti proveniente prevalentemente da Roma
21 January, 2019
Riceviamo e pubblichiamo:
Numerose associazioni e comitati del territorio si sono incontrati a Maccarese lo scorso venerdì 18 gennaio presso la Casa della Partecipazione su iniziativa del Comitato MobastaPizzodelPrete, in un incontro molto partecipato per discutere modi e tempi degli interventi da mettere in campo contro la possibilità che nelle “zone bianche” del territorio vengano insediati impianti per la gestione dei rifiuti proveniente prevalentemente da Roma.
E’ nota la situazione di crisi in cui versa la capitale sul fronte dei rifiuti, ed è altrettanto nota la vicenda che vede la Città Metropolitana (ex Provincia) ripresentare una cartografia – già ampiamente denunciata e dichiarata sbagliata e fuorviante – che erroneamente riporta alcune aree come libere da vincoli e quindi potenzialmente adatte alla localizzazione di impianti per lo smaltimento dei rifiuti: si tratta di zone di alto valore archeologico, storico e paesaggistico come quella di Pizzo del Prete e della Banditaccia.
Già nel giugno 2017 vi fu una forte mobilitazione di cittadini e realtà associative che firmarono, numerosissime, un Manifesto di denuncia, alla quale seguirono atti ufficiali delle amministrazioni comunale di Fiumicino e Cerveteri e della Sovrintendenza alle Belle Arti dell’Etruria meridionale che alla luce dei vincoli esistenti e sulla base di osservazioni motivate chiedevano alla Città Metropolitana la revisione di tali carte e l’annullamento delle cosiddette “zone bianche”.
Ma la carta – pur riconosciuta da tutti come sbagliata – è rimasta la stessa. La determina della Città Metropolitana del 20 dicembre scorso la ripresenta infatti immodificata. E’ incredibile ma è così. E con la crisi dei rifiuti a Roma, il pericolo si ripresenta ancora più grave. Paradossalmente, proprio i Comuni costieri negli ultimi anni che – a differenza di Roma – hanno raggiunto con successo quote molte significative nella raccolta differenziate rischierebbero di dover convivere con grandi impianti di smaltimento.
Nel corso dell’incontro sono state assunte importanti decisioni per contrastare questa decisione con iniziative di differente portata: manifestazioni e tempestivi interventi pubblici, se e quando sarà necessario, ma anche azioni di più lungo respiro che possano però sconfiggere il pericolo in modo definitivo.
Tra le azioni di maggior respiro ma di maggiore efficacia, è stato deciso il lancio di una Petizione popolare per chiedere al Ministero dei Beni Archeologici e delle Attività Culturali e del Turismo (MIBACT) che venga attivata la procedura perché tutto il territorio – già sottoposto al vincolo regionale del Piano territoriale Paesaggistico (PTPR) – sia dichiarato di notevole interesse pubblico secondo quanto stabilito dall’art. 136 del decreto Legge 42/2004. Le aree individuate come “zone bianche” si trovano infatti all’interno di un territorio da sempre contrassegnato da un’economia che nell’agricoltura e nella zootecnia ha trovato le sue fonti di reddito e di lavoro – tant’è che è stata avviata la richiesta dell’istituzione del Biodistretto – : un paesaggio agrario di alto pregio ambientale e naturalistico, ma anche ricco di depositi archeologici del periodo etrusco, romano e medioevale e significativo per la storia più recente delle bonifiche degli anni 20 e 30 del secolo scorso.
Peraltro il Consiglio Comunale di Fiumicino ha già approvato un ordine del giorno che impegna il Sindaco ed attivare la procedura per il riconoscimento dell’Art. 136 e nel corso dell’incontro il Vicesindaco, Ezio Pagliuca Di Genesio si è impegnato a dare seguito all’ordine del giorno avanzando formale richiesta al MIBACT affinché
le aree sottoposte al PTPR siano appunto dichiarate di notevole interesse pubblico a norma dall’art. 136 del Decreto Legislativo 42/2004.
Con l’applicazione di tale vincolo tutto il territorio sarebbe definitivamente messo in sicurezza, si aggirerebbe il problema delle false cartografie e si porrebbe fine al balletto fra le diverse istituzioni territoriali che devono individuare le zone per gli impianti e opifici per il trattamento o deposito dei rifiuti, visto che il dispositivo legislativo dell’art. 136 le esclude dalla possibilità di localizzarvi impianti per i rifiuti…
L’incontro si è sciolto con l’impegno delle varie realtà associative di darsi un coordinamento per l’organizzazione a breve delle prossime iniziative e per il lancio della Petizione Popolare.