End of waste, le imprese chiedono che a decidere siano le Regioni 'caso per caso'
Al governo “abbiamo chiesto di recepire nella legislatura nazionale quanto previsto dall’articolo 6 della direttiva Ue sull’economia circolare dove sono ribaditi tre metodi per definire l’end of waste: regolamenti europei, decreti nazionali e autorizzazioni caso per caso"
23 January, 2019
L’emendamento “end of waste” della Lega resta la soluzione migliore. Il settore del riciclo è in “continua evoluzione e ha bisogna di una certa flessibilità delle autorizzazioni anche fissando delle linee guida nazionali”. Lo afferma all’Adnkronos, Andrea Fluttero, presidente Fise Unicircular (Unione Imprese dell’Economia Circolare), criticando la scelta del governo di ritirare dal dl Semplificazione l’emendamento della Lega che avrebbe avviato a soluzione il problema del blocco delle autorizzazioni degli impianti di riciclo che permettono di trasformare i rifiuti in risorse (cosiddette autorizzazioni "End of Waste").
Al centro della mancata sintesi tra le posizioni delle due anime di governo c’è proprio la competenza delle autorizzazioni. Per la Lega è necessario lasciare la competenza a decidere caso per caso alle Regioni mentre i 5 stelle vorrebbero centralizzare i poteri al ministero. “La Lega, ma anche il Pd e Forza Italia, ha preso atto del nostro lavoro e delle nostre proposte che abbiamo stilato tutti insieme, da Confindustria a Legambiente” aggiunge Fluttero ricordando che il settore del riciclo italiano “aspetta da quasi un anno una piccola e semplice modifica normativa che risolva il problema creatosi con la sentenza del Consiglio di Stato del 28 febbraio dello scorso anno”.
Al governo, sottolinea il presidente Fise Unicircular , “abbiamo chiesto di recepire già nella legislatura nazionale esattamente quanto previsto dall’articolo 6 della direttiva Ue sull’economia circolare dove c’è una maggiore articolazione delle caratteristiche che bisogna garantire ai prodotti e ai materiali per avere la certificazione di end of waste”.
"L’emendamento Lega, ma anche quello del Pd e di Forza Italia, copia esattamente gran parte di quell’articolo e ci sono molti più elementi che garantiscono un maggior rigore nel rilasciare le autorizzazioni”. Inoltre, sottolinea Fluttero, nella nuova direttiva sono ribaditi tre metodi per definire l’end of waste: regolamenti europei, decreti nazionali e autorizzazioni caso per caso”. Dunque, anche con l’emendamento della Lega, “continueremo ad essere legittimati anche a livello europeo”.
Il mondo dell’economia circolare, dunque, chiede con forza “di poter continuare ad utilizzare anche lo strumento 'caso per caso'. Diventa difficile pensare di avere uno schema rigido di decreti che servono a garantire la gestione corretta di tutte le filiere che evolvono molto rapidamente”. Il M5s, sottolinea Flutteri, “a parole sostiene questo modello ma nei fatti non ci intendiamo. C’è una sorta di pregiudizio verso imprese e regioni, una diffidenza. Anche noi auspichiamo delle linee guida ma senza bloccare tutto quello che è stato fatto fino adesso”.
Non risolvere il problema End of Waste, conclude Fluttero, "porta alla chiusura di impianti di riciclo, perdita di posti di lavoro, fuga all’estero di investimenti innovativi e di fatto alla riduzione dei quantitativi di rifiuti riciclati con l’aumento esponenziale dello smaltimento in discarica e negli inceneritori.