Al banco degli Eco-Mori frutta e verdura gratis per aiutare i più deboli
- da Repubblica Milano del 1.02.2019
01 February, 2019
Gli ambulanti si affrettano a ritirare la merce e a smontare i banchi, il mercato è finito e il freddo è pungente. Per gli Ecomori, però, il lavoro è appena cominciato: si fa il giro con due carrelli lungo via Odazio e via Segneri per raccogliere frutta e verdura rimaste invendute, poi si torna al punto di partenza e si allestisce un piccolo banco fatto di cassette per esporre i prodotti. Chi ha bisogno passa e prende ciò che vuole gratuitamente.
«Nel mondo senza aiuto non si va avanti » spiega Ousman Jasseh, 30 anni, rifugiato originario del Gambia, che insieme al connazionale Ousman Jallow è uno degli Ecomori milanesi. «Il termine è autoironicamente antirazzista » sottolinea Paolo Hutter, ideatore del progetto, che fa parte delle attività dell’associazione Eco della Città e che a Milano è stato insignito del premio " l campione" del City Angels, in quanto esempio positivo per l’opinione pubblica. Il senso dell’iniziativa è racchiuso nel nome: ridurre lo spreco alimentare redistribuendo il cibo ancora buono che altrimenti verrebbe buttato e permettere a rifugiati e richiedenti asilo di dare il loro contributo come volontari. A partecipare alla raccolta, con le pettorine rosse, è una squadra di dieci persone, «i richiedenti asilo sono ospiti della Croce Rossa in via Corelli, mentre gli altri volontari alcuni italiani, altri bulgari e rumeni passano dalla unlus Comunità Nuova » spiega Antonio Macrì, volontario che si occupa della raccolta nei mercati di via Vespri Siciliani e via Odazio.
L’atmosfera è allegra: i commercianti aspettano gli Ecomori, si scherza e si scambiano battute. Gli avventori del banco sono quasi sempre gli stessi, italiani e stranieri residenti nel quartiere, e i ragazzi sanno come trattarli. Scherzano con i più giovani e lasciano fare l’uomo di mezza età che sceglie la frutta con cura e l’anziana che riempie di mandarini un secchio per pulire i pavimenti. I benefici sono reciproci. I "clienti", che per pudore non chiederebbero la frutta direttamente ai commercianti, possono portare a casa prodotti ancora buoni, i volontari si mettono in gioco. « Il progetto permette di conoscere persone e di interagire — racconta Ousman, partito dalla Libia e sbarcato a Siracusa nel 2013 —. Parlare è importantissimo, io prima ero molto timido, ora non più. In tanti sono passati da Milano, io sono riuscito a rimanere, ma per trovare casa, lavoro e integrarmi ci sono volute pazienza e costanza. Per arrivare fino a qui ho dovuto combattere».