Traffico illegale dei Raee europei verso Africa e Asia, nuovo rapporto con gps segreti
L'organizzazione di sorveglianza ambientale globale Basel Action Network (BAN) ha dimostrato, attraverso dei gps inseriti in apparecchi elettronici dismessi, che molti di questi invece di essere trattati nel paese di appartenenza finiscono illegalmente all'estero
07 February, 2019
Da qualche anno il settore del riciclo dei RAEE, in Europa come in altri paesi ricchi, è fortemente regolamentato. Nonostante ciò c'è ancora parecchio materiale che sfugge ai controlli. Qualche anno fa l'organizzazione di sorveglianza ambientale globale Basel Action Network (BAN) aveva dimostrato, attraverso dei GPS inseriti in apparecchi elettronici dismessi, che molti di questi invece di essere trattati nel paese di appartenenza finivano illegalmente all’estero, soprattutto in Africa e in Asia.
Un nuovo rapporto, basato sullo stesso metodo d’indagine, ha confermato che le cose non sono cambiate e coinvolgono anche il nostro paese. Il vecchio computer che abbiamo portato all’ecocentro, pensando che venisse regolarmente avviato a riciclo in Italia, potrebbe in realtà trovarsi in Ghana o in Nigeria, dove magari è stato smontato e bruciato per estrarre materie prime, avvelenando persone e ambiente. E' il prezzo, doppio, che le popolazioni più povere pagano per il nostro benessere.
Il nuovo studio Ban ha coinvolto dieci paesi dell'Unione Europea - Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Ungheria, Irlanda, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito - seguendo per due anni 314 vecchi computer, stampanti e monitor in cui i localizzatori GPS erano stati installati segretamente. E' emerso che le apparecchiature sono state gettate in discariche regolari oppure abbandonati per strada, quindi non avviati a riciclo, e in diciannove casi, corrispondenti al 6% del totale, sono stati esportati al di fuori dell’UE, in paesi molto vulnerabili perché già ampiamente sfruttati dagli stessi paesi ricchi, quali Ghana, Nigeria, Pakistan, Tailandia. Tutti e dieci sono stati coinvolti nelle esportazioni, tranne l’Ungheria. Il Regno Unito è risultato il peggiore per numero di spedizioni.
"Pare proprio che abbiamo scoperto un flusso molto significativo di spedizioni illegali di RAEE" ha dichiarato il direttore del BAN Jim Puckett. "Questo è totalmente in contraddizione con quanto afferma l’Unione Europea circa i continui sforzi che si starebbero mettendo in atto per attuare un'economia circolare".
Il rapporto “Holes in the Circular Economy: WEEE Leakage from Europe” stima che i flussi dei rifiuti elettronici che dall’Europa arrivano ai cosiddetti paesi in via di sviluppo possano ammontare a 352.474 tonnellate all'anno, una quantità pari a 17.466 container o ad una fila di camion lunga 401 chilometri.
Ban ha avuto modo di visitare alcune destinazioni, rilevando che i RAEE sono spesso sottoposti a operazioni di riciclo scadenti e pericolose – combustioni, fusioni, estrazioni chimiche - che espongono i lavoratori e le comunità residenti a pesanti livelli di inquinamento. Alcune apparecchiature vengono riparate per un ulteriore utilizzo, scartando con procedimenti non sicuri alcune parti inutilizzabili e contenenti sostanze tossiche come mercurio e piombo.
"L'Unione europea lavora ipocritamente per rendere legali le esportazioni pericolose. La risposta alle attività criminali non è legalizzare tale attività, ma piuttosto migliorare l'applicazione per garantire la futura salute dell'Europa non dipende da avvelenare il resto del mondo ", ha detto Puckett. BAN raccomanda uno sforzo maggiore nell'UE per far rispettare gli obblighi del trattato della Convenzione di Basilea e una rivisitazione delle sue politiche sull'economia circolare per garantire l'eliminazione delle esternalità di sfruttamento.
To download the full report: https://bit.ly/2BjQ11Q