Piemonte, sesto inverno più secco degli ultimi sessant’anni
Secondo le rilevazioni di Arpa Piemonte il deficit pluviometrico complessivo, rispetto al valore medio di febbraio, è stato di circa il 56% mentre dall’inizio del 2019 il deficit negativo risulta superiore al 60%: sono stati registrati infatti solamente 40 mm di pioggia sull’intero bacino nei 2 mesi
06 March, 2019
Nel mese di febbraio 2019 sono stati registrati 31 mm medi di pioggia sull’intero bacino idrografico del Po alla confluenza con il Ticino, concentrate nelle sole giornate del 1 e 2 febbraio, quando sono state registrate precipitazione medie, su tutto il bacino, superiori ai 10 mm. In totale, il deficit pluviometrico complessivo, rispetto al valore medio di febbraio, è stato di circa il 56% mentre dall’inizio del 2019 il deficit negativo risulta superiore al 60%: sono stati registrati infatti solamente 40 mm di pioggia sull’intero bacino nei 2 mesi.
La scarsità di precipitazioni di febbraio unita ad un deficit altrettanto importante, osservato in tutto il trimestre invernale a partire da dicembre, fa si che la quasi totalità dei bacini piemontesi sia in condizioni di siccità severa sul medio-breve termine (1-3 mesi), tant’è che questo inverno è risultato il sesto più secco degli ultimi 60 anni, con un deficit pluviometrico del 60%.
Al contrario, il monitoraggio a più lunga scadenza (6-12 mesi), mostra un quadro differente grazie alle abbondanti precipitazioni del 2018, in particolare quelle di novembre, che pesano in particolar modo sui bacini Alpini dove, sul lungo periodo, si registrano ancora condizioni di piovosità moderata o severa. La scarsità di precipitazioni osservata nell’inverno 2018-2019 sta tuttavia pian piano erodendo la riserva idrica accumulata dalla regione nei 12 mesi precedenti.
Infine, le previsioni di anomalia di pioggia nel trimestre gennaio-marzo mostrano che sarebbe necessario un mese particolarmente ricco di precipitazioni per riportare la situazione generale in condizioni di normalità sul medio-breve periodo; lo scenario più probabile è quello in cui tutti i bacini non montani si troveranno almeno nella fase di siccità moderata.
Per quanto riguarda l’innevamento, in generale al di sotto dei 2000m, si registrano valori di neve al suolo al di sotto della media mentre rimane in media a quote più elevate, in particolare dalle Alpi Graie a Alpi Lepontine. Sull’intero bacino del Po, l’equivalente idrico della neve SWE (snow water equivalent), si colloca poco al di sotto della media rispetto il riferimento storico (1999-2018).
Il volume di invaso nel Lago Maggiore ha continuato a diminuire, rimanendo al di sotto dei valori medi storici di riferimento (2000-2018), con più di 100 milioni di mc di acqua in meno. Analogamente il volume complessivamente immagazzinato nelle dighe nel mese di febbraio, è stimabile in circa 150 milioni di mc, pari al 38% della capacità massima teorica complessiva; la maggior parte del volume disponibile, circa il 60%, è relativo alle dighe ubicate nel Piemonte settentrionale. In generale, rispetto ai valori storici, il volume invasato nel mese di febbraio registra uno scarto negativo del 9%.
I deflussi nelle sezioni idrometriche più significative sono state per la maggior parte inferiori alle medie mensili. In particolare, alla sezione idrometrica del fiume Po a Isola S.Antonio (PV), chiusura della parte piemontese del bacino, ha registrato una portata media pari a 284 mc/sec, inferiore al valore storico di riferimento di circa il 19%; per il terzo mese consecutivo ha un indice di anomalia dei deflussi (SRI) negativo ma ancora in condizioni di normalità.
Maggiori dettagli sulla situazione delle risorse idriche sono contenute nel bollettino idrologico di febbraio.
Fonte: Arpa Piemonte