Milano, a febbraio 9.1°C di media. Superiore di ben 3.4°C alla media
Secondo le rilevazioni della Fondazione OMD, la temperatura media tra il 1° dicembre e il 28 febbraio è stata di 6.6°C rispetto a quella tipica del periodo di 4.5°C; solo 44.7 mm le precipitazioni
20 March, 2019
Una temperatura media di 6.6°C, superiore di oltre due gradi a quella tipica del periodo (4.5°C), e solo 44.7 mm di pioggia, decisamente meno dei 176.6 mm corrispondenti al CLINO, la media del trentennio di riferimento*. Sono questi i valori che hanno caratterizzato a Milano l’inverno meteorologico, stagione che per i meteorologi va dal 1° dicembre al 28 febbraio.
Secondo i dati rilevati dalla centralina di Milano Centro (presso la sede centrale dell'Università degli Studi di Milano), una delle 8 gestite sul territorio cittadino dalla Fondazione OMD – Osservatorio Meteorologico Milano Duomo, l’inverno 2018-2019 si inserisce quindi in una tendenza tipica degli ultimi anni: ad eccezione di quello del 2013, dal 2012 a oggi tutti gli inverni sono stati più caldi della norma.
In tutti e tre i mesi della stagione appena conclusa è stata infatti rilevata una temperatura media più elevata di quella tipica del periodo. Il valore di dicembre è stato infatti 5.8°C (contro i 4.3°C del CLINO) quello di gennaio 5.1°C (3.6 °C il valore del trentennio), ma il dato più significativo è relativo a febbraio: 9.1°C di media, superiore di ben 3.4°C a quello di riferimento.
Durante l’ultimo mese del trimestre si sono verificate anche le temperature massime più elevate: 20.5°C il 22, 20.3°C il 26 e 21.9°C il 27, il picco della stagione. In questa giornata è stata inoltre registrata una temperatura media superiore di ben 8°C alla norma. Particolarmente significativi sono stati anche i 17°C del 6 gennaio e i 17.7°C della vigilia di Natale, giornate legate a due dei frequenti episodi di Föhn (vento caldo e secco) che hanno caratterizzato l’inverno appena concluso.
In generale i valori massimi si sono mantenuti più alti del normale: la media delle temperature massime del trimestre è stata difatti di 10.7 °C contro gli 8.0 °C del CLINO.
La minima assoluta si è registrata il 25 gennaio (-1.6°C); sei in tutto i giorni di gelo, nei quali la temperatura minima è stata inferiore allo zero, ma non si sono verificate giornate di ghiaccio, giornate cioè con temperatura massima negativa.
Per quanto riguarda le precipitazioni, tutti e tre i mesi sono stati al di sotto della media pluviometrica: a febbraio si sono registrati 29.4 mm, ma particolarmente siccitosi dicembre e gennaio, con rispettivamente 7.6 e 7.7 mm. Tra il 20 dicembre e il 15 gennaio si sono inoltre susseguiti 27 giorni consecutivi senza pioggia.
Dei cinque episodi nevosi che si sono verificati nel corso dell’inverno, l’unico in cui si sono avuti accumuli significativi (1 cm) è quello dell’1 febbraio; negli altri casi si è trattato solo di debole nevischio o di pioggia mista a neve.
Il 2018 è stato l'anno più caldo registrato nel nostro Paese da almeno 2 secoli.
È quanto si evince dall'ultimo rapporto annuale "Gli indicatori del clima in Italia" pubblicato dal Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente (Snpa), sintesi degli studi elaborati dai servizi meteorologici e idrologici nazionali. Tra questi, il Servizio idrometeorologico regionale di Arpa Lombardia che effettua le analisi sul cambiamento climatico avvalendosi di oltre un secolo di dati raccolti dalle stazioni meteo storiche, quali quella di Milano Brera.
L'importanza di una serie storica secolare
Per
un'efficace valutazione sul cambiamento climatico in atto è
opportuno fare affidamento su analisi di serie secolari di dati
meteorologici, ove disponibili. Tra le serie termometriche e di
precipitazione più note in Italia vi è quella dell'Osservatorio
astronomico di Brera (Milano),
il quale, riguardo ai dati di temperatura massima e minima, raccoglie
informazioni addirittura dal
1763.
Negli scorsi decenni sono state, ovviamente, apportate importanti
opere di manutenzione di rinnovamento della stazione, mantenendo però
sempre costante un lavoro di verifica dell'omogeneità della serie
storica. La stazione
meteorologica di Milano Brera produce
analisi come serie completa e omogenea a partire dal 1901, ed è
parte della rete
di monitoraggio di Arpa Lombardia.
L'Agenzia,
assieme ad Arpa Emilia-Romagna, sta attualmente collaborando con il
Comune di Milano – nell'ambito del Progetto
Città Resilienti -
per l'analisi del clima urbano, con l'obiettivo di individuare
strategie di adattamento.
Il
trend delle temperature
Dal
1901, i valori mostrano un incremento della temperatura
media
annuale
di
circa 2.2°C
dal 1901:
un aumento non costante ma con alcune differenze.
Infatti,
mediamente si evidenzia un incremento di circa 0.3°C/decennio,
ma - se si considerano gli anni successivi al 1961 - si osserva un
aumento fino a
0.4°C/decennio.
Questo incremento, evidenziato su base stagionale è maggiore in
inverno sugli estremi massimi (+0.5°C/decennio)
e in estate sugli estremi minimi (+0.5°C/decennio).
Accanto
a quest'analisi, è possibile stilare una classifica degli anni più
caldi dal 1901: le prime 12
posizioni appartengono
tutte ad anni successivi al 2000, con il 2003 a guidare questa
speciale classifica, seguito dal 2011 e dal 2015. Il 2018 si
colloca 8°,
ma porta in dote un mese di gennaio da record con circa 3°C
di anomalia rispetto
la media climatica (costruita su base 1981-2010).
Riguardo
all'analisi di alcuni indici climatici, ci si avvicina a un raddoppio
del numero di notti
tropicali (durante
le quali la temperatura non scende al di sotto dei 20°C): nel
periodo 1991-2018 sono state 50-60/anno, mentre tra il 1961-1990 se
ne sono rilevate annualmente una trentina .
Considerazioni
analoghe anche per il numero di giorni
di gelo,
che al contrario calano: nell'ultimo periodo il loro numero varia tra
0 e 10 all'anno, con un trend di diminuzione di circa 5gg/10
anni dal 1951.
Il
trend delle precipitazioni
Molto
più complessa la valutazione sul trend
delle precipitazioni.
Analizzando i dati di precipitazione cumulata annale si nota, sempre
a partire dal 1900, una lieve
diminuzione.
Un segnale poco evidente che trova riscontro soprattutto osservando i
valori cumulati nella sola stagione estiva.
A sostegno di questo
dato, che numericamente può essere espresso nell'ordine dei -12
mm/ decennio,
si osserva che, a partire dal 1951, il massimo
numero di giorni consecutivi senza precipitazioni in
estate è raddoppiato con
maggiore frequenza dopo il 1990.
Il
caso di febbraio 2019
Gli
ultimi dati disponibili per Milano relativamente allo scorso mese di
febbraio - ancora in fase di validazione - mostrano che i valori
massimi hanno fatto registrare un'anomalia
di temperatura rispetto al clima (1981-2010) di circa
+3.5°C, portando
il febbraio
2019 al 2°
posto nella
speciale classifica riservata a questo mese dei precedenti 119
anni.
Riguardo alle precipitazioni, allargando
lo sguardo sulla regione Lombardia, si osservano da inizio
anno valori
generalmente inferiori alla norma, con
una sola perturbazione di rilievo transitata all'inizio del mese di
febbraio. Inoltre, anche la neve caduta sulle Alpi ha subito una
rapida fusione a causa delle alte temperature,
determinando un'attuale anomalia
negativa del manto nevoso sulle
Alpi lombarde rispetto agli ultimi 10 anni.
Fonte: Arpa Lombardia e Fondazione OMD – Osservatorio Meteorologico Milano Duomo