Smog. Una ricerca del Cnr-Iom dimostra che è possibile ‘trasformare i gas di scarico delle automobili in prodotti meno tossici e meno inquinanti’
Píš: “Il modello elaborato può essere impiegato nella progettazione di celle a combustibile nell’industria automobilistica che rendano più efficiente la produzione energetica e per trasformare o immagazzinare energie rinnovabili nelle batterie”
12 April, 2019
Pubblicato
su Chemical
Science, un nuovo lavoro dell’Istituto
officina dei materiali del Consiglio nazionale delle ricerche
(Cnr-Iom) fornisce un sistema modello per la produzione di
materiali innovativi utilizzabili in diversi ambiti, dalla chimica
verde ai processi industriali. È il campo della chimica di
confinamento, con la quale si studia la possibilità di accelerare
alcune reazioni tra elementi imprigionati tra due strati, un
substrato metallico e una cosiddetta ‘coperta’.
“In
generale, cambiando i materiali che compongono il substrato e la
coperta, si modificano le reazioni che avvengono tra gli elementi
intrappolati”, dichiara Federica Bondino del Cnr-Iom e
coordinatrice del team di ricerca. “La novità dello studio
condotto dal gruppo della linea di luce di sincrotrone ‘Bach’ del
Cnr-Iom sta nella scelta dei materiali bidimensionali (ovvero dello
spessore di un solo atomo) per la progettazione della coperta”.
“Nel nostro caso il platino e l’ossido di carbonio, per esempio, sono capaci di rompere legami atomici e formarne di nuovi per trasformare i gas di scarico delle automobili in prodotti meno tossici e meno inquinanti, migliorando la qualità dell’aria”, sottolinea Igor Píš, ricercatore di Cnr-Iom e Elettra. “Inoltre il modello elaborato può essere impiegato nella progettazione di celle a combustibile nell’industria automobilistica che rendano più efficiente la produzione energetica e per trasformare o immagazzinare energie rinnovabili nelle batterie. In generale si potranno ottimizzare molti processi chimici industriali, ad esempio per produrre gas idrogeno o idrocarburi da utilizzare come combustibili”.
I
ricercatori del Cnr-Iom, in collaborazione con Elettra
Sincrotrone Trieste, si sono occupati di indagare quello che
accade imprigionando delle molecole di ossido di carbonio (CO) tra un
substrato di platino e una coperta monostrato di atomi di boro, azoto
e carbonio.
“Si è dimostrato che grazie alla presenza
della coperta, è possibile avere sulla superficie del platino a
temperatura ambiente un numero di molecole di CO molto più alto di
quello che si riesce ad avere senza coperta. Infatti la coperta funge
da barriera e impedisce alle molecole imprigionate di scappare”,
aggiunge Bondino. “Inoltre abbiamo anche visto che utilizzando
come coperta del platino un materiale ibrido formato da atomi diversi
(azoto, boro e carbonio) e scaldando questo sistema dopo aver
imprigionato il CO, si originano delle nuove reazioni chimiche tra il
CO e la coperta, grazie alle proprietà catalitiche del platino.
Abbiamo quindi dimostrato che è possibile creare dei
nanoreattori su misura, combinando le proprietà catalizzatrici del
substrato con una coperta che ha varie funzioni, di catalisi, di
protezione e di barriera” ha concluso Igor Píš.
La ricerca è stata interamente svolta a Trieste utilizzando la linea di luce di sincrotrone ‘Bach’ del Cnr con esperimenti di fotoemissione e assorbimento di raggi x ed è stata finanziata con vari progetti (Firb giovani, Eurofel e Abnanotech).
Fonte: Cnr