L'Emilia Romagna dice no ai rifiuti di Roma e i medici rilanciano la possibile 'emergenza sanitaria' della Capitale
Sembrava raggiunto l'accordo tra l'Emilia Romagna e Roma per i rifiuti della Capitale, sulla base di 2.900 tonnellate di indifferenziato a settimana, e invece la regione guidata da Stefano Bonaccini ha detto di no
02 July, 2019
Si
vociferava di un accordo
raggiunto tra l'Emilia Romagna e Roma per i rifiuti della
Capitale, sulla base di 2.900 tonnellate di indifferenziato a
settimana, e invece la regione guidata da Stefano Bonaccini ha detto
di no. È stato proprio il presidente emiliano a dirlo senza mezzi
termini: "Per quanto riguarda la Regione come istituzione,
quello che posso dire è che possono tranquillamente rivolgersi ad
altri. Due anni fa a Natale fummo insultati per avere dato la nostra
disponibilità a prendere dei rifiuti - ricorda Bonaccini-, dunque ora bussino altrove".
Conferme
arrivano anche dall'assessora
all'Ambiente dell'Emilia Romagna, Paola Gazzolo, la quale ribadisce
che non c'è alcun nuovo accordo tra Hera ed Ama. "Sappiamo che
della situazione di Roma si sta occupando il ministro all'Ambiente
Sergio Costa, ma a noi non ha chiesto niente". L'unico accordo
possibile potrebbe rientrare tra quelli già attivi tra Hera ed Ama
ipotizza l'assessora, ma di nuovo non c'è nulla. "non so di
cosa si stia parlando".
Stando agli ultimi dati disponibili, la Capitale produce quotidianamente tra le 2.900 e le 3.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati, ma Ama riesce a gestirne tra le 2.400 e le 2.600. Attualmente rimangono quindi in mezzo alla strada tra le 200 e le 400 tonnellate ogni giorno, per lo più raccolte in grossi cumuli sui marciapiedi, come denunciano quotidianamente decine di cittadini.
A proposito di ciò interviene nuovamente il presidente
dell'ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, che ha inviato
una lettera ala sindaca Virginia Raggi, al presidente della Regione
Lazio, Nicola Zingaretti, al Ministro della Salute, Giulia Grillo, e
al Ministro dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare,
Sergio Costa, invitandoli a intervenire di comune accordo prima che la
situazione peggiori.
“Roma è ormai presa nella morsa di rifiuti maleodoranti, montagne di sacchetti che fuoriescono da cassonetti sporchi che vengono abbandonati per terra – si legge nella lettera - con una conseguente allarmante invasione di animali opportunistici quali mosche, blatte, topi, gabbiani che si alimentano di rifiuti". La situazione "rischia ormai di diventare una vera emergenza sanitaria. La pericolosa combinazione di cumuli di spazzatura abbandonata intorno ai cassonetti strapieni e il caldo eccezionale di questi giorni sta, infatti, progressivamente trasformando la Capitale in una maleodorante discarica a cielo aperto, con forti rischi per la salute dei cittadini".