End of Waste, l'allarme di Utilitalia: integrare la norma, settore a rischio paralisi
La Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, evidenzia “il timore concreto di un completo blocco nelle attività”, e il conseguente rischio che “lo smaltimento in discarica diventi l’unica possibile strada gestionale”
09 July, 2019
“L’End of Waste rappresenta uno snodo centrale per la transizione all’economia circolare, ma è necessario integrare la norma in tempi brevi per evitare la paralisi del settore”. E’ l’allarme lanciato da Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, che evidenzia “il timore concreto di un completo blocco nelle attività”, e il conseguente rischio che “lo smaltimento in discarica diventi l’unica possibile strada gestionale”.
La riformulazione del comma 3 dell’art. 184-ter introdotta dal Recente Decreto Sblocca Cantieri, sottolinea Utilitalia, “non risolve in alcun modo la situazione di stallo che si è determinata dopo la pronuncia del Consiglio di Stato 1229/2018”. Impone infatti alle autorità competenti di rilasciare le autorizzazioni per il recupero dei rifiuti esclusivamente sulla base dei stringenti criteri individuati, a livello nazionale, dai decreti sul recupero in regime semplificato, risalenti a diversi anni fa. “Si tratta di provvedimenti risalenti in alcuni casi alla fine degli anni 90’, che per ovvie ragioni non sono in linea con le recenti evoluzioni di tecnologie e processi di trattamento, né in relazione agli standard di prodotto ottenibili, né ai valori limiti dei parametri ambientali di riferimento”.
Al contempo, questi stessi decreti “risultano limitati solo ad alcuni flussi di rifiuti ed attività di recupero. Permangono intatti i dubbi sulle modalità con le quali dovranno essere autorizzate o rinnovate attività di recupero che utilizzano tecnologie e processi innovativi, oppure che riguardano i numerosi flussi di rifiuti (come inerti da costruzione e demolizione, pneumatici fuori uso, rifiuti da apparecchiature elettriche e elettroniche, scorie da incenerimento) attualmente non contemplati dai decreti sul recupero agevolato”.
La conseguenza è che senza una modifica del comma 3 dell’art. 184-ter, “moltissimi flussi, nonostante in Italia si siano già sviluppate importanti industrie di riciclo, continueranno ad essere considerati rifiuti anche dopo un trattamento specifico finalizzato al loro recupero. Ciò è in contrasto con gli stessi principi dell’economia circolare ai quali l’End of Waste in realtà si ispira, perché la naturale conseguenza sarà un ingente flusso di rifiuti riciclabili verso le discariche”.
Alla luce di tutti questi elementi, conclude la Federazione “siamo fortemente preoccupati per le ricadute negative connesse al permanere di questa situazione d’incertezza, e restiamo convinti della necessità di un urgente provvedimento normativo che fornisca una soluzione immediata al blocco dell’economia del riciclo nel nostro Paese”.