Emilio Soave (Pro Natura Torino): noi ambientalisti torinesi siamo sempre stati contro le auto al Valentino
Emilio Soave (Pro Natura Torino) racconta ad Eco dalle Città la mobilitazione di chi fin dalla prima edizione si è espresso contro l'utilizzo del Parco del Valentino per ospitare il Salone dell'Auto
15 July, 2019
“Come associazioni e come Coordinamento delle associazioni per la tutela del verde ci eravamo già opposti fin dalla prima edizione del Salone dell'Auto nel 2015, ai tempi autorizzato con delibera della giunta Fassino. Il nostro augurio, dopo la prima edizione, era che non si ripetesse l'anno successivo, il primo della nuova giunta Appendino”. Emilio Soave (Pro Natura Torino) racconta ad Eco dalle Città la mobilitazione di chi fin dalla prima edizione si è espresso contro l'utilizzo del Parco del Valentino per ospitare il Salone dell'Auto.
Cosa è accaduto dopo quella prima edizione?
L'evento è continuato sulla falsariga della prima edizione e le delibere che sono state assunte in seguito avevano una riduzione dei canoni di suolo pubblico: era stato detto che si trattava di una manifestazione di “alto valore culturale e prestigio” per la Città. Tutto quindi è proseguito, peggiorando ulteriormente le cose, fino a quest'ultima edizione dove mezza città è stata oggetto delle sfilate automobilistiche. Il Salone dell'Auto, quest'anno, è infatti diventato Motor Show con esibizioni di auto in tutto il centro storico, occupazione delle piazze auliche e del cortile del Castello del Valentino.
Sui tempi di allestimento cosa è cambiato in questi anni?
C'è stata sempre la promessa di ridurre i tempi di allestimento e disallestimento. In realtà i tempi non sono mai stati ridotti. In un modo o nell'altro lo spazio è stato occupato ogni volta almeno un mese e mezzo. Tempo, oltretutto, che non è mai stato computato in termini di occupazione di suolo pubblico (ma solo il tempo di svolgimento della manifestazione).
Come associazioni abbiamo sempre detto che se la Città voleva mantenere questa manifestazione avrebbe dovuto trovare un sito alternativo. Non un parco pubblico. Un esempio poteva essere il Lingotto Fiere con la pista di prova. Ma anche, come suggerisce la petizione da noi promossa su questo tema, con già 500 firme, alcuni pezzi dell'attuale Fiat Mirafiori sull'asse di corso Tazzoli (dove anche lì c'è una pista di prova). Un sito ottimale ben collegato sia dal punto di vista dei mezzi pubblici che dell'interconnessione con la tangenziale. Su questo punto nessuno ci ha mai risposto.
La stretta sui controlli potrebbe avere inciso sulla scelta del Salone di lasciare Torino?
Secondo me era già nell'animo degli organizzatori e hanno utilizzato come pretesto la posizione del vice-sindaco sull'argomento. Occorre tuttavia tener conto anche dell'opposizione ambientalista che è cresciuta nonostante il silenzio dei mass-media. Probabilmente era già nell'animo da due o tre anni. Sottovoce gli organizzatori hanno continuato a dire che sarebbero stati pronti ad andarsene a Milano. E così è avvenuto.