La decarbonizzazione passa anche dalle stoviglie: la collaborazione tra Fra' Sole Assisi ed Ecozema
Eco dalle Città ha intervistato Antonio Munarini, Responsabile ricerca e sviluppo Ecozema, azienda partner del progetto di sostenibilità del Complesso Monumentale di Assisi
29 July, 2019
Giuseppe Iasparra
Nel nostro viaggio alla scoperta del progetto di sostenibilità del Complesso Monumentale di Assisi, stiamo anche raccogliendo le voci dei partner di Fra' Sole. Tra loro c'è Ecozema, una delle prime aziende che in Italia ha operato nel settore del monouso compostabile per alimenti (piatti, bicchieri, posate).
Eco dalle Città ha intervistato Antonio Munarini, Responsabile ricerca e sviluppo Ecozema.
Quando e come Ecozema ha iniziato la sua esperienza nel mercato dei prodotti biodegradabili e compostabili?
Nel 2000 iniziamo le prime sperimentazioni sui biopolimeri. Dopo 5 anni di lavoro, fatto insieme a chi ci fornisce la materia prima (Novamont), siamo arrivati alla realizzazione di un prodotto che in quegli anni era l'anello mancante in questo campo: le posate. Esistevano infatti in commercio piatti e bicchieri biodegradabili ma non forchette, cucchiai e coltelli fatti in materiali idonei per essere smaltiti con gli avanzi di cibo nella raccolta dei rifiuti organici.
Erano quindi le prime posate di biodegradabili-compostabili?
Quello che ci ha contraddistinto allora fu il fatto che per la prima volta riuscimmo a portare sul mercato una posata certificata UNI EN 13432. Prima di noi nessuna posata era biodegradabile compostabile certificata.
Da quel momento come vi siete evoluti?
Il brand è cresciuto con prodotti di produzione interna (come le posate), prodotti di produzione esterna (stampi nostri all'esterno) e una parte di commercializzazione. Il marchio, oggi, conta con una gamma di prodotti che non sono tutti interamente fatti da noi. Un mix necessario, perché allo stato attuale non esiste un'unica tecnologia produttiva che consenta di andare a realizzare l'intera gamma con un'unica tecnologia di trasformazione.
Quali sono i numeri di Ecozema in termini di fatturato?
Quest'anno dovremmo superare di poco i 7 milioni di fatturato (costituito da ¾ di mercato italiano). Cerchiamo di operare dove c'è richiesta di acquisto di materiale compostabile ma anche la presenza di raccolta dell'organico. Puntiamo infatti sempre a collaborare con chi vuole passare all'utilizzo di questi prodotti, non solo per motivi di marketing, ma perché intenzionato a chiudere il cerchio. Questo è più facile che avvenga in Italia, essendoci all'estero meno raccolta dell'organico.
Cosa via ha spinto a collaborare con Fra' Sole Assisi?
Avendo lavorando principalmente su eventi, si tratta per noi di una novità. Fra Sole è il primo luogo che lavora in pianta stabile, 365 giorni all'anno. Siamo curiosi di vedere cosa succede quando si opera in maniera più quantitativa nel tempo e vedere fin dove si può spingere l'ottimizzazione del prodotto in termini di raccolta e differenziazione, tenendo conto del grande flusso di visitatori.
Apprezzando la logica unitaria del progetto, Fra' Sole Assisi ci sembra un'ottima base per creare un caso studio su cui lavorare. Per questo abbiamo deciso di provare ad entrare e vedere se esce qualcosa di replicabile e consuntivabile anche per altri.
Dal punto di vista pratico cosa fornite al progetto?
Noi siamo coinvolti nella parte di ristorazione. La Comunità del Sacro Convento ha già fatto delle scelte forti in questo senso e, anche per eventi, si opta per l'utilizzo di materiali lavabili. Questo però non è sempre possibile, soprattutto per i grandi eventi. Dove oggettivamente il lavabile non sia proponibile, il progetto ha deciso di utilizzare esclusivamente dei materiali biodegradabili e compostabili, conformi alla Norma EN13432. Il progetto Fra' Sole ha fatto una serie di studi di impatto ambientale, considerando sia l'origine da fonti rinnovabili, sia il fine vita in compostaggio. Per questo sono stati esclusi materiali da fonti fossili e difficilmente riciclabili. Il nostro contributo si inserisce sia con la fornitura di prodotti compostabili, ma anche con la messa a disposizione della nostra specifica esperienza sulle materie prime da fonti rinnovabili: acido polilattico, cellulosa e mater bi in primis. Il Complesso Monumentale di San Francesco, che richiama ogni anno milioni di pellegrini, rappresenta anche una sfida: ogni soluzione idonea per quel luogo, risulta facilmente replicabile in ogni contesto anche molto diverso. Per questo consideriamo questa collaborazione win/win.
Cosa vi aspettate da questa collaborazione?
Siamo molto curiosi di vedere la resa e i risultati delle analisi merceologiche sulle varie frazioni, per paragonarli con altre esperienze a cui abbiamo fornito i prodotti. L'attesa è quindi per i risultati di un progetto come questo, gestito con grande scrupolosità e attenzione alla comunicazione verso le persone coinvolte. Quest'ultimo aspetto è molto importante perché non è facile far fare la differenziata a chi arriva ad Assisi per una visita: in pochissimo tempo occorre comunicare cosa fare nel modo corretto. Il progetto sta investendo molto sotto questo aspetto. Questa potrà essere una importantissima base di esperienza per capire qual è il modo corretto di intercettare un visitatore fugace, che magari non conosce la raccolta differenziata perché nel suo Paese non si fa, e vedere l'efficacia nel fargli comprendere come vanno separate le varie frazioni.
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