Ercolini sulla Gabanelli: 'Gioca con il fuoco degli inceneritori ma così non è corretta informazione!'
Riceviamo e pubblichiamo il duro comunicato di Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Italy e Zero Waste Europe - Goldman Environmental Prize 2013, che esprime tutto il proprio rammarico per l'articolo di Milena Gabanelli a sostegno dell'incenerimento dei rifiuti
09 October, 2019
Riceviamo e pubblichiamo il duro comunicato di Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Italy e Zero Waste Europe - Goldman Environmental Prize 2013, che esprime tutto il proprio rammarico per l'articolo di Milena Gabanelli sul Corriere della Sera on line a sostegno dell'incenerimento dei rifiuti, coofirmato da Antonio Castaldo e poi ripreso in diretta tv da Enrico Mentana durante l'edizione del Tg de La7. Il lavoro ha già suscitato le reazioni sdegnate di numerosi ambientalisti italiani. alcune delle quali potete leggerle qui.
Ecco le parole di Ercolini:
Non è la prima volta che la MILENA GABANELLI "magnifica" l'incenerimento assunto non a "parte del problema" ma addirittura a SOLUZIONE STRATEGICA.
La #Gabanelli mischia un po' di cose: i roghi nei centri abusivi di stoccaggio delle plastiche, l'attribuzione all'incenerimento di bassi o nulli livelli di inquinamento e il valore "risolutivo" degli stessi ma facendo cosi' in modo grossolano rischia di compromettere la motivata fama che si è conquistata con inchieste ben condotte.
Il problema criminale delle centinaia di capannoni "imbottiti" di plastiche fatti bruciare è appunto un problema di pericolosa illegalità e solo in parte riguarda le modalità di gestione e di produzione delle plastiche. Certamente, il problema della chiusura al mercato del riciclo a questi materiali spesso fortemente inquinati, da parte della Cina ha acuito il problema che però trova il fattore scatenante prevalente nella logica della "terra dei fuochi" scientemente "costruita" da gruppi criminali per occultare i fatturati e per azzerare i costi di smaltimento.
Più volte ci siamo occupati del problema tendendo prima di tutto a ridurre gli imballaggi plastici soprattutto realizzati in plastiche usa e getta e di basso pregio come il polistirene e il polisterolo (e su questo Gabaneli stranamente tace!).
Confidiamo adesso nelle vigorose campagne plastic free innescate dal bando europeo per ridimensionare il ricorso alla plastica e per rendere i processi di riciclo più diffusi (il PET, HDPE,LDPE, il PP ecc) sono plastiche per le quali pur auspicando una riduzione (per esempio per bottiglie di acqua, detersivi, detergenti, imballaggi ecc da sostituire con i sistemi di ricarica o "di vuoto a rendere) sono ben riciclabili e remunerabili.
Per le stesse plastiche eterogenee (plasmix) si stanno diffondendo impianti di estrusione e stampaggio in grado di produrre pallet, tubi per l'idraulica, profilati, vasi per fiori ecc da "plastiche seconda vita" con livelli di efficienza già sperimentati.
Comunque, ripetiamo, l'intervento prioritario DEVE ESSERE QUELLO DI RIDURRE LE PLASTICHE riducendo drasticamente gli imballaggi poliaccoppiati e bloccando la proliferazione delle vaschette e contenitori monodose per i cibi.
Sulla "narrazione" sugli inceneritori Gabanelli senza informarsi di cosa stia avvenendo in Europa dove con il pacchetto sulla economia circolare si "inibisce" il ricorso ai trattamenti termici perchè in concorrenza con la centralità dei "recuperi di materia" cosi' preziosi anche in termini economici per le industrie manifatturiere del continente, liquida il tutto con una superficialità INGIUSTIFICABILE definendoli a più o meno nullo impatto sanitario ed ambientale.
Tanto per fare degli esempi in Belgio (in Vallonia) si è deciso di dimezzare il numero degli inceneritori, mentre in Danimarca a causa di un flusso esorbitante di rifiuti bruciati si sta correndo ai ripari per rispettare gli standard della economia circolare (ricordiamo che la Danimarca che ha la produzione di rifiuti procapite più alta in Europa con circa 800 kg a testa ha anche percentuali di RD molto basse).
In Olanda l'inceneritore di Amsterdam è in bancarotta mentre l'inceneritore di Rotterdam deve importare rifiuti da tutta Europa a prezzi irrisori.
Sull'inquinamento, poi, Gabanelli si appiattisce al linguaggio delle pubblic relation dei produttori e gestori degli inceneritori dimenticando di citare il problema delle PERICOLOSISSIME NANOPOLVERI prodotte dalle alte temperature di questi impianti in grado (come dimostrano una "marea" di studi ufficiali) di superarare le barriere organi/sangue/cervello rappresentando un inedito e drammattico rischio sanitario.
"Peccato" che tali nanopolveri non solo non vengano trattenute dai filtri ma che non siano....nemmeno normate dagli standard emissivi (MA LA GABANELLI DICE CHE...NON CI SAREBBERO PROBLEMI!).
Le nanopolveri ci sono (si riconosce che non possono essere "censite" come le altre polveri "fini" come i PM10-PM2,5) ma sono rilasciate nell'aria senza alcun standard di sicurezza! E QUESTA NON E' SCIENZA...E QUELLA DI GABANELLI NON E' INFORMAZIONE!
Gabanelli vede il dito e non la foresta che indica: infatti ignora che l'ITALIA grazie all'impegno dei cittadini arriva ormai a differenziare circa il 58% dei rifiuti urbani, avendo cosi' ridotto a meno del 30% il residuo da inviare a discarica. E ogni anno, senza particolari slanci governativi le cifre del riciclo crescono dimostrando CHE LE ALTERNATIVE ALL'INCENERIMENTO DEI RIFIUTI ESISTONO E SI CHIAMANO BUONE PRATICHE DIFFUSE E RIFIUTI ZERO!
Forse Gabanelli non sa che esistono 300 comuni italiani che applicano la strategia RZ dimostrando che NESSUN RISCHIO E' ACCETTABILE SE E' EVITABILE.
Perchè regalare centinaia di milioni di euro alle multinazionali dell'incenerimento se si può arrivare oltre l'85% di rd? Non a caso, anche grazie alle nostre lotte non solo in 15 anni la percentuale di RD E' TRIPLICATA ma il numero degli inceneritori da 54 del 2003 è sceso a 37 nel 2019 dimostrando che la via maestra per salvare salute, ambiente, per bonificare dalle mafie i territori e per promuovere SANA OCCUPAZIONE ED IMPRESA LOCALI occorre ridurre i rifiuti, riparare e riusare, compostare e riciclare.
Questa è la via maestra.
Il resto è falsa scorciatoia mistificata e condita a suon di "emergenze" spesso artatamente alimentate.
Infine, visto che spesso al”la7” anche Lilli Gruber magnifica il suo bell'inceneritore di Bolzano è il caso che queste due brillanti giornaliste (che hanno indubbi meriti) riflettessero su questa ampia materia facendo un confronto tra, appunto, Bolzano e Trento cosi' vicine ma cosi' opposte nel gestire gli scarti.
Ovviamente, analizzando i numeri che parlano non di "propaganda" ma di dati.
Bolzano non solo risulta ad uno stitico 66% di RD ma ha anche una produzione di rifiuti di circa 502 kg/anno a testa.
Trento, che grazie ad una grande battaglia dal basso sconfisse l'inceneritore oggi registra l'80% di RD con una produzione di scarti procapite pari a 442 kg (e con una produzione di indifferenziato sotto i 100 kg).
PIU' INFORMAZIONE, MENO INQUINAMENTO MEDIATICO, PLEASE!
Rossano Ercolini - Goldman Environmental Prize 2013
presidente di Zero Waste Italy
presidente di Zero Waste Europe
direttore Centro di Ricerca Rifiuti Zero Capannori - www.rifiutizerocapannori.it