Bottiglie in PET, tra limiti al 100% riciclato e plastic tax
Eco dalle Città intervista Corrado Dentis, presidente Coripet: “Ci sarebbe bisogno di un'armonizzazione del regolamento europeo su materiali e oggetti di plastica riciclata destinati al contatto con gli alimenti che è stata interpretata in modo diverso a seconda dei Paesi”
11 November, 2019
77% di raccolta
differenziata dal 1° gennaio 2025 e 90% dal 1° gennaio 2029. Sono
gli obiettivi sfidanti che la direttiva europea sulla plastica
monouso pone alla bottiglie di plastica. Ma quello non è l'unico:
“Non meno importante è l'obbligatorietà di usare almeno il 25% di
R-Pet nella fabbricazione di nuove bottiglie dal 1 gennaio 2025 che
diventerà poi il 30% al 2030” sottolinea Corrado Dentis,
presidente Coripet.
Quelli posti al 2025 e al
2030 sono obiettivi minimi che la direttiva europea pone nella
produzione di nuove bottiglie con PET riciclato. Ma qual è la
situazione attuale? “La normativa europea per quanto riguarda il
contatto diretto con gli alimenti dice che l'unico materiale idoneo a
questa funzione è il PET. In Italia attualmente non esiste una
bottiglia 100% riciclata perché la normativa nazionale consente
l'utilizzo di PET riciclato nella produzione di nuove bottiglie nella
misura massima del 50%. Per quanto riguarda la produzione di
vaschette invece è il 100%. Questo è comunque un disallineamento a
livello europeo – sottolinea Dentis - in quanto ci sarebbe bisogno
di un'armonizzazione del regolamento 282
del 2008 (relativo ai materiali e agli oggetti
di plastica riciclata destinati al contatto con gli alimenti NdA)
che è stata interpretata in modo diverso a seconda dei Paesi: in
Francia e in Germania, ad esempio, si arriva al 100% di PET
riciclato”.
Plastica riciclata e plastica vergine è uno tasselli intorno a cui si dibatte la possibile applicazione della cosiddetta 'plastic tax', osteggiata da molti perché ritenuta un possibile freno proprio all'industria del riciclo. Quali ripercussioni potrebbe avere sul PET? “Auspichiamo che sia chiaro che il materiale riciclato in PET sia escluso dall'applicazione di questa tassa. È un elemento imprescindibile anche perché sarebbe un disallineamento incredibile rispetto alla direttiva europea e ai suoi orientamenti. La proposta va calibrata meglio. Ci aspettiamo – aggiunge il presidente Coripet - che venga corretto il tiro in questo senso e ci si allinei anche a livello di importo della tassa a quelle che sono logiche ragionevoli e non discriminatorie a prescindere per un materiale, la plastica, che in 70 anni ha dimostrato di non aver così tante colpe. Anche perché se ne avesse avute tante, non sarebbe arrivato ad avere le applicazioni che conosciamo oggi” conclude Dentis.