Ex Ilva, Peacelink: la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo da oggi ha materiale per un'altra condanna
Dopo la decisione del Tribunale del Riesame di non spegnere l'altoforno 2, l'associazione ricorda che “la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha già condannato lo Stato italiano per non aver protetto i suoi cittadini. Da oggi, ha materiale per un'altra condanna”
08 January, 2020
L’associazione ambientalista Peacelink, molto attiva sul fronte Ilva-ArcelorMittal, disapprova il verdetto del tribunale del Riesame per l’altoforno 2, favorevole al ricorso presentato da Ilva in amministrazione straordinaria. Per Alessandro Marescotti, di Peacelink, “se fosse stato il forno pericoloso di una pizzeria, l'avrebbero già chiuso. Ma siamo di fronte a un altoforno. Il tribunale del Riesame concede altro tempo”. “Ricordiamo che il giudice Francesco Maccagnano - aggiunge - aveva già impartito l'ordine operativo dello spegnimento, sulla base della relazione tecnica dell'ingegner Barbara Valenzano, custode giudiziario, che aveva constatato l'assenza dei lavori per evitare il ripetersi di incidenti mortali, come quello che ha ucciso l'operaio Alessandro Morricella, bruciato vivo davanti all’altoforno nel 2015. Per la sua memoria, invocheremo in tutte le sedi l'applicazione della legge, a partire dalle sedi europee”. Peacelink ricorda che “la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha già condannato lo Stato italiano per non aver protetto i suoi cittadini. Da oggi, ha materiale per un'altra condanna”.