Polo green a Sesto San Giovanni, progetto definitivo per la biopiattaforma
L'impianto impiegherà i fanghi di depurazione e i rifiuti organici di cinque comuni per produrre, biometano, compost, bioplastiche, calore e fertilizzanti naturali. Il progetto è stato presentato da Gruppo Cap, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano e Core, Consorzio Recupero energetici
25 February, 2020
Via libera al progetto definitivo che trasformerà il termovalorizzatore di Sesto San Giovanni e il depuratore adiacente in una biopiattaforma dedicata all’economia circolare.
Un impianto che impiegherà i fanghi di depurazione e la frazione umida dei rifiuti per produrre tra le altre cose biometano, bioplastiche ed energia green. Il progetto è stato presentato martedì 25 febbraio in un incontro pubblico con il Comune di Sesto San Giovanni da Gruppo Cap, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano e Core, Consorzio Recupero energetici.
"Sarà un impianto all’avanguardia, frutto di continue ricerche e studi - afferma Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo Cap - Un impianto unico in Italia, che si avvarrà delle migliori tecnologie per ridurre al minimo l’impatto ambientale e che si candida a diventare un modello replicabile non solo nel nostro Paese, ma anche all’estero".
L'opera di riconversione si avvale della collaborazione dei partner del Progetto Smart Plant, finanziato dall’Unione europea nell’ambito degli obiettivi di Horizon 2020, ovvero l’Università di Verona, il Politecnico di Milano, l’Università Milano Bicocca e il Cnr. Nell'area riconvertita ci saranno spazi destinati ad "ospitare ricercatori e start up impegnati nello sviluppo di nuove soluzioni ecocompatibili per trasformare quello che prima era uno scarto in prodotti a forte valore aggiunto. Una vera e propria ‘bioraffineria’ verde che produrrà biometano, calore, dove si recupereranno nutrienti e si produrranno compost, bioplastiche e fertilizzanti naturali”.
La linea di trattamento della Forsu, che si avvale dell’implementazione delle nuove tecnologie di digestione anaerobica e upgrading, secondo i dati delle aziende tratterà 30.000 tonnellate/anno di rifiuti umidi ora affidate a strutture esterne, per la produzione di biometano. Si tratta della Forsu proveniente dai comuni di Sesto San Giovanni, Pioltello, Cormano, Segrate, Cologno Monzese, cioè i cinque Comuni lombardi che sono parte di Core.
In questo modo, sarà possibile produrre una quantità di biocarburante tale da alimentare l’equivalente di 2.200 veicoli, per un percorso di 15.000 km all’anno. Con un significativo risparmio in bolletta per i cittadini coinvolti e una sensibile riduzione delle emissioni di anidride carbonica, con diminuzioni che varieranno dal 77% al 92%.
Il termoimpianto per il trattamento dei fanghi valorizzerà 65.000 tonnellate/anno di fanghi umidi, pari a 14.100 tonnellate/anno di fanghi essiccati, interamente prodotti dai depuratori di Gruppo Cap: quelli che prima erano scarti da smaltire, serviranno a produrre ben 11.120 MWh/anno di calore per il teleriscaldamento e recuperare fosforo da impiegare come fertilizzante. In questo modo, il 75% dei fanghi verrà trasformato in energia e il 25% in fertilizzante.
Il progetto definitivo, completato nel novembre scorso, è stato consegnato alla Regione Lombardia per l’avvio del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (Paur), che comprende tra gli altri il Via (Valutazione Impatto Ambientale). Solo dopo la presentazione ai cittadini e alle amministrazioni, e alle fasi tecniche che prevedono le dovute verifiche e perizie, si passerà nell’agosto 2020 alla gara per la progettazione esecutiva.