‘Bari ascolta’, la piattaforma per raccogliere i bisogni dei cittadini in difficoltà: ‘In tre settimane più di 10 mila richieste di sostegno’
Daniele Calabrese (staff comunicazione del sindaco Antonio Decaro) ci spiega come funziona la piattaforma operativa del Comune di Bari che permette di dare una risposta concreta all’emergenza sociale
06 April, 2020
È indubbio che l’emergenza Coronavirus stia colpendo la parte più vulnerabile della nostra società. Da quando l’intera nazione è stata messa un pausa per bloccare la diffusione del contagio l’emergenza sanitaria si è allargata diventando anche sociale. In molti hanno perso l’unica fonte di sostentamento rappresentata da lavori precari, in nero e saltuari.
Il Governo, ne va dato atto, è corso ai ripari stanziando ai comuni i primi 400 milioni di Euro per tamponare l’emergenza sociale provando a coprire il bisogno e l’accesso al cibo di tutti coloro che da un giorno all’altro sono stati espulsi dal mercato del lavoro. Ovviamente, prima dell’intervento del Governo, i Comuni erano già impegnati in una corsa contro il tempo per garantire il diritto al cibo a una nuova e sconosciuta platea di indigenti e che sfortunatamente sta crescendo giorno dopo giorno.
Incuriositi dalla piattaforma ‘Bari ascolta’ abbiamo contattato il l’ufficio stampa del capoluogo pugliese per capire come Bari sta reagendo all’emergenza alimentare. Prima di capire attraverso le parole di Danilo Calabrese (staff comunicazione del sindaco) la risposta della città a questa nuova sfida, condividiamo e rilanciamo l’appello del Sindaco Antonio Decaro a rimanere a casa.
Attraverso un comunicato stampa abbiamo appreso di una piattaforma dedicata all’emergenza chiamata Bari ascolta. Di che cosa si tratta?
‘Bari ascolta’ è una piattaforma comunale interna ed è stata attivata nei primi giorni dell’emergenza Coronavirus. La sua funzione principale è quella di creare una banca dati dei cittadini in difficoltà per poi aiutarli. Provo a spiegare in breve come funziona. Il potenziale fruitore chiama uno dei numeri messi a disposizione del Comune di Bari. Dall’altro lato del telefono ci sono gli assistenti sociali che raccolgono i dati del cittadino per poi inserirli in una banca dati. Avviene una sorta di profilazione del cittadino e dei suoi bisogni. Una volta raccolti tutti i dati e in base alle esigenze partono i volontari per distribuire a domicilio i beni e il sostegno richiesto.
La situazione è in continua evoluzione. Ora siamo nella fase che possiamo chiamare quella dei ‘buoni spesa del governo’. In questo momento tramite le donazioni volontarie delle aziende e i beni raccolti attraverso le micro donazioni dei cittadini si riescono a creare una sorta di pacchi spesa, provando a rispondere alle esigenze espresse da ogni famiglia. E qui entrano in campo i volontari per la distribuzione che su base territoriale, a seconda della zona dove vivono, portano questi pacchi direttamente a casa.
Per quanto riguarda i buoni spesa, questi funzioneranno nello stesso modo. Nel senso che il modello messo appunto dall’assessorato al Welfare è stato ripreso dal Governo quindi noi non avremo grandi variazioni in merito alla gestione e erogazione di questi buoni. Sempre tramite una telefonata viene attivato l’iter per l’erogazione, cercando anche di capire per quanto tempo questi cittadini avranno bisogno d’aiuto così da poter garantire una migliore copertura.
Riesci a darmi qualche numero dei beneficiari?
Tra richieste telefoniche e dirette, in questo momento, dopo tre settimane sono più di 10 mila le persone che si sono rivolte al Comune di Bari per un sostegno.
Da chi arrivano questi aiuti? E anche Bari, come altre città italiane, sta riscontrando criticità nel reperire pannolini e latte in polvere?
Gli aiuti arrivano da tutti: aziende, associazioni, singoli cittadini. Arrivano donazioni di tutti i tipi, dai buoni spesa al denaro contate. In merito ai prodotti per neonati proprio ieri (giovedì 2 aprile, ndr) è arrivata una donazione importante di pannolini, latte in polvere e omogenizzati. Devo dire che chi sta donando ha davvero il senso dell’emergenza, ci arrivano donazioni precise e puntuali. In parecchi ci chiedono cosa devono donare così da rispondere concretamente a precisi bisogni. Ovviamente siamo in emergenza e servono tutte le tipologie di prodotti di prima necessità. Bisogna essere onesti e dobbiamo ammetterlo, i numeri purtroppo cresceranno nelle prossime settimane.
10 mila richieste sono tante, riuscite a gestirle tutte telefonicamente?
Come detto la situazione è in continua evoluzione. Il prossimo obiettivo è quello di estendere il numero di linee telefoniche grazie alla riapertura dei cinque municipi chiusi a causa dell’emergenza. Dovremmo attivare altre cinque linee telefoniche che verranno gestite direttamente dai municipi.
Immagino che in una situazione che si evolve giorno per giorno anche il Comune di Bari abbia bisogno di aiuto…
Per ora stiamo reggendo. Riusciamo entro massimo 48 ore a intervenire. Qui è un continuo e incessante squillare di telefoni. In molti trovano le linee occupate e alcuni si lamentano e hanno ragione, ma l’unico modo per impedire che i cittadini escano di casa e vengano direttamente qui a chiedere aiuto è quello di avere un po’ di pazienza e di contattarci telefonicamente. Riusciamo a rispondere a tutti e stiamo implementando il servizio.