Climate Action Network boccia il Recovery Fund: 'Un sostegno continuo all'inquinamento da combustibili fossili'
"Nonostante i ripetuti impegni di rendere il Green Deal europeo il modello della ripresa, la proposta consente ancora di spendere soldi per sostenere i combustibili fossili, mentre l'emergenza climatica avrebbe bisogno di un forte stanziamento per il clima". Così la Climate Action Network Europe
29 May, 2020
"La Commissione europea ha rivelato la tanto attesa proposta di rilanciare l'economia europea colpita dalla pandemia di COVID-19. Nonostante i ripetuti impegni di rendere il Green Deal europeo il modello della ripresa, la proposta consente ancora di spendere soldi per sostenere i combustibili fossili, mentre l'emergenza climatica avrebbe bisogno di un rapido abbandono graduale di questi combustibili inquinanti e di un forte stanziamento per il clima". Così la Climate Action Network Europe a proposito del cosiddetto Recovery Fund, la proposta di ripresa economica da 750 miliardi per i paesi dell'Ue (500 miliardi a fondo perduto e 250 di prestiti), presentata mercoledì 28 maggio da Ursula Von Der Leyen.
"La Commissione non è riuscita a fare del Green Deal la tabella di marcia dell'Unione europea per uscire dalla crisi COVID-19 - dice Markus Coordinatore del CAN - Consentendo che il denaro dei contribuenti venga speso per i combustibili fossili, la Commissione non riconosce l'importanza delle decisioni di investimento a lungo termine per raggiungere la neutralità climatica. La mancanza di un obiettivo più ambizioso in materia di azione per il clima per il bilancio dell'Ue e il nuovo recovery fund rischiano di far deragliare gli obiettivi europei in materia di clima e ambiente".
La proposta da 750 miliardi di euro è legata al prossimo bilancio europeo 2021-2027 e prima di vederne la luce bisognerà aspettare almeno l’inizio del 2021. I prossimi 17 e 18 giugno il Consiglio Europeo è chiamato a trovare un accordo sul bilancio, con il confronto tra le posizioni dei Paesi del Sud, guidati da Italia e Spagna, e il fronte dei “quattro frugali“, Austria, Olanda, Svezia e Danimarca. In mezzo Francia e Germania.