Covid, in Europa non è stato ancora rilevato un aumento degli inquinanti a seguito dell’allentamento del lockdown
Lo dice il Copernicus Atmosphere Monitoring Service, implementato da ECMWF per conto della Commissione europea, che mostra i dati attuali sulla qualità dell'aria e monitora l'impatto delle restrizioni dovute all’emergenza Covid-19 tramite il proprio microsito dedicato
11 June, 2020
A seguito dell’allentamento delle restrizioni da parte dei paesi europei dovuto al calo del tasso di infezione di Covid-19, Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS), implementato da ECMWF per conto della Commissione europea, non ha ancora rilevato un chiaro segnale di aumento dei livelli di inquinanti e di ritorno alle condizioni "business as usual". Ciò è in contrasto con la Cina, ad esempio, dove le attività e le emissioni sono già ampiamente tornate ai livelli pre COVID.
“Tra gennaio e aprile, abbiamo assistito a una diminuzione degli inquinanti come il NO2, e in misura minore il PM2,5 e PM10, in molte aree europee. La riduzione ha coinciso con l'introduzione di severe misure di lockdown per far fronte all’emergenza Covid-19", commenta Mark Parrington, Senior Scientist di CAMS. "Ora che le misure sono state allentate, ci aspettiamo di vedere un aumento degli inquinanti, che tuttavia non è ancora stato rilevato nei dati raccolti. Ci sono grandi variazioni nelle concentrazioni superficiali di inquinanti, a causa di fattori come il clima e rimane quindi difficile rilevare i cambiamenti nelle concentrazioni di inquinanti. Le fonti naturali di inquinanti non sono state influenzate dalle misure di blocco, infatti l'Italia e il sud-est dell'Europa, nel mese di maggio, hanno registrato un aumento dell'inquinamento atmosferico dovuto alle nubi di polvere provenienti dal Sahara.
"Ci sono differenze tra le diverse parti del mondo. In Europa, l'allentamento delle misure di lockdown sembra attualmente essere prudente e progressivo, il che significa una riduzione graduale del pendolarismo e dei trasporti legati alle imprese", aggiunge Vincent-Henri Peuch, direttore di CAMS. "Questo è molto importante perché alcuni dei benefici per la salute, che abbiamo sperimentato durante il periodo di lockdown, derivanti dal miglioramento delle condizioni della qualità dell’aria, potrebbero essere mantenuti in modo permanente. Alcuni obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti, che potrebbero essere apparsi in precedenza come troppo ambiziosi o addirittura controproducenti, possono ora essere accolti con fiducia perché sostenuti da prove. Con sforzi combinati, come quelli proposti dall’iniziativa European Green Deal, possiamo vedere un cambiamento".
Per fornire maggiori informazioni sulla qualità dell'aria a sostegno della crisi COVID-19, CAMS ospita un microsito con diversi servizi di informazione. Oltre a mappe, serie temporali e animazioni di biossido di azoto (NO2) e particolato fine (PM2.5) relative a 50 grandi città europee, CAMS ha ora aggiunto anche PM10 e ozono per fornire un quadro più completo. Le mappe regionali vengono aggiornate quotidianamente e le medie del periodo 2017-2019 sono state aggiunte nella serie temporale per favorire la comparabilità. Al fine di valutare l'impatto previsto delle variazioni stimate delle emissioni indotte dalle misure di blocco sulla qualità dell'aria europea, è stato aggiunto anche uno strumento di visualizzazione dello scenario di emissione.
Il microsito è uno strumento utile per monitorare la qualità dell'aria e dimostra che l'Europa meridionale, in particolare l'Italia e il sud-est dell'Europa, ha subito alcuni significativi aumenti temporanei dell'inquinamento atmosferico locale all'inizio di maggio. Tuttavia, questi non sono legati all'allentamento delle misure contro il COVID-19, ma alla polvere trasportata attraverso il Mediterraneo dal Sahara. Le particelle di polvere come queste contribuiscono a ridurre la qualità dell'aria, cosa che emerge chiaramente nei grafici delle serie temporali PM2.5 e PM10 relativi a diverse città. Questo aumento non è legato alle misure prese per combattere il COVID-19 e dimostrano come gli eventi meteorologici possono influenzare la qualità dell'aria.
A sinistra: l'analisi media giornaliera CAMS PM10 per Roma mostra un chiaro aumento dell'inquinante dopo l'8 maggio 2020, derivante dalle nubi di polvere sahariane nel sud-est Europa (immagine a destra. PM10 con diametro inferiore a 10 micrometri il 16 maggio 2020). Credits: Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS)/ECMWF
Oltre al microsito, sono stati introdotti aggiornamenti all'app Monthly Climate Explorer for COVID-19 di Copernicus Climate Change Service C3S. Climate Data Store (CDS), l'applicazione di C3S liberamente accessibile, dimostra le possibilità che i dati di Copernicus offrono a ricercatori come epidemiologi ed esperti di salute. Oltre ai dati storici su temperatura, umidità e radiazioni UV a livello del suolo, l'app ora include anche la climatologia del particolato (PM10) e del biossido di azoto (NO2).