Rifiuti: alcune criticità nella legislazione emergenziale Covid-19
La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (Commissione Ecomafie) ha audito il procuratore generale presso la Corte di Cassazione Giovanni Salvi, accompagnato dal sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione Pasquale Fimiani
17 June, 2020
La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (Commissione Ecomafie) ha audito il procuratore generale presso la Corte di Cassazione Giovanni Salvi, accompagnato dal sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione Pasquale Fimiani. L’audizione rientra nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei rifiuti collegata all’emergenza COVID-19.
Gli auditi hanno fornito informazioni relative all’attività della Procura generale presso la Corte di Cassazione e informazioni acquisite dai procuratori generali di Corte d’Appello sentiti dal procuratore generale in vista dell’odierna audizione. Il procuratore generale Salvi ha dichiarato che è stata avviata un’interlocuzione da parte del suo ufficio con i procuratori generali su alcuni temi, tra cui le crisi d’impresa, situazioni che possono comportare smaltimenti illeciti di rifiuti ed esporre le aziende a infiltrazioni criminali.
Il sostituto procuratore generale Fimiani ha riferito che una delle aree di attenzione della procura generale presso la Corte di Cassazione riguarda l’applicazione della legislazione emergenziale. L’audito ha fatto riferimento, tra le altre, alla misura relativa alla modifica del regime del deposito temporaneo dei rifiuti (art. 113 bis della legge di conversione del dl Cura Italia), in cui si prevede il raddoppio del quantitativo massimo e del limite temporale massimo fino a 18 mesi. Secondo quanto riferito, tale provvedimento presenta alcune criticità legate sia al carattere definitivo della misura, sia al contrasto con principi più volte affermati dalla giurisprudenza: da un lato, la configurazione di una discarica quando il periodo di deposito supera 12 mesi, dall’altro il carattere residuale dell’attività di deposito temporaneo, non suscettibile ad ampliamenti nei termini quantitativi e temporali.
Altro elemento di criticità segnalato è la classificazione dei rifiuti derivanti dai dispositivi di protezione individuale. L’audito ha inoltre esposto altre criticità connesse alle ordinanze regionali che in modo indifferenziato hanno aumentato la capacità per tutti gli impianti del settore rifiuti e in tutte le zone del territorio nazionale.
«Esprimo apprezzamento per l’avvio, con l’audizione di oggi, di un’interlocuzione con la Procura generale presso la Corte di Cassazione. Sottolineo con favore l’interessante attenzione verso i temi ambientali da parte dei vertici della magistratura inquirente. Mi preme rilevare che molte delle criticità emerse dall’audizione di oggi sono all’attenzione della Commissione e dell’attività parlamentare», dichiara il Presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli.