Piu’ ombre che luci sull’accordo Regione e comuni sui nuovi blocchi del traffico
Fallimentare il ricambio ecologico dei veicoli piu’ inquinanti - comunicato di Legambiente del 20.12.2005
21 December, 2005
<b>Scetticismo di Legambiente sull’efficacia e sull’applicazione dei blocchi dei veicoli non catalizzati, con l’eccezione del comune di Firenze<b>
«Ci sono più ombre che luci nell’accordo antismog fra Regione e Comuni toscani, soprattutto sull’efficacia e sull’applicazione dei futuri blocchi dei veicoli non catalizzati dal prossimo gennaio 2006». E’ quanto hanno affermato Piero Baronti e Maurizio Da Re, rispettivamente presidente e responsabile trasporti-inquinamento di Legambiente Toscana, commentando la firma dell’accordo di programma antismog siglato oggi.
«La firma arriva in ritardo, a soli dieci giorni dall’inizio dei nuovi provvedimenti – hanno continuato Baronti e Da Re – i Comuni avranno difficoltà nell’applicazione e nell’organizzazione dei divieti, per l’informazione ai cittadini, per le pattuglie dei vigili urbani, per l’installazione di idonea segnaletica, e sarà necessario un periodo di rodaggio dei provvedimenti, mettendo a rischio la credibilità delle misure. Fa unica eccezione positiva il Comune di Firenze che si sta già preparando ai nuovi divieti e ha già varato la propria ordinanza, in modo da essere pronto per l’inizio di gennaio».
«L’efficacia del blocco dei veicoli non catalizzati e dei vecchi diesel è dubbia – hanno aggiunto Baronti e Da Re – non sono stati previsti per il 2006 i divieti proposti da Legambiente per i diesel più inquinanti in assoluto, i mezzi merci più vecchi e più pesanti, i camion immatricolati prima del 1993, che solo a Firenze rappresentano il 53% dei camion circolanti». Secondo Legambiente Toscana infatti un vecchio camion diesel emette PM10 quanto 26 auto a benzina non catalizzate.
Legambiente Toscana critica la politica degli ecoincentivi, già esauriti dai Comuni e disponibili solo fra qualche mese, a blocchi già iniziati. «I Comuni hanno fatto poco in questi anni per il ricambio ecologico e la rottamazione dei veicoli più inquinanti dei cittadini e delle aziende – hanno proseguito i rappresentanti di Legambiente Toscana – non esistono dati ufficiali, ma è risaputo che gli incentivi sono stati utilizzati solo per l’acquisto di motorini euro 2 e soprattutto per la trasformazione a gpl delle auto non catalizzate ed euro 1 e 2. E’ stata quindi fallimentare la politica degli ecoincentivi: scarse le auto e i furgoni nuovi a metano, così come i motorini elettrici e le auto ibride. Richiediamo la ridefinizione e l’incremento delle quote degli ecoincentivi e la cancellazione dell’incentivo per la trasformazione delle auto a benzina a gpl – hanno concluso Baronti e Da Re – perché non produce benefici ambientali (l’auto “convenzionale” riconvertita a gpl inquina quanto un’auto a benzina non catalizzata rimasta tal quale), e che porteranno ad aggirare i blocchi antismog e hanno portato all’esaurimento dei fondi dei Comuni».