Olimpiadi, la mappa della città proibita
Ecco le strade che saranno chiuse al traffico: si comincia l’8 gennaio con piazza Solferino
02 January, 2006
<b>TORINO 2006 ANCHE VIA NIZZA, VIA VENTIMIGLIA E PIAZZA CASTELLO PRESTO OFF LIMITS INSIEME CON 35 CORSIE RISERVATE ALLA GRANDE FAMIGLIA DEI GIOCHI
Alessandro Mondo</b>
Piazze chiuse, sensi unici alternati, sospensioni della sosta, divieti di circolazione, controviali off-limits, modifiche al percorso dei mezzi pubblici, corsie preferenziali a cinque cerchi...
Arrivano i Giochi di Torino 2006. Mentre i principali cantieri cercano di smobilitare, la poderosa macchina delle Olimpiadi - con tutto quello che presuppone -, inizia a sgomitare nel traffico cittadino per garantirsi i requisiti necessari alla buona riuscita dell’evento: accessibilità agli impianti e sicurezza. L’appuntamento scatta a gennaio, in qualche caso già dalla settimana prossima. Nella fase iniziale la mappa delle novità, da studiare attentamente per sopravvivere ai Giochi, riguarda essenzialmente quattro aree: piazza Solferino; piazza D’Armi-via Filadelfia (Stadio e Palasport olimpico); Torino Esposizioni; via Giordano Bruno (Villaggio olimpico). In piazza Solferino, ad esempio, saranno vietate sosta e circolazione da domenica 8 gennaio al 5 marzo. Atrium e l’annesso patinoire, magra consolazione, resteranno aperti per tutto gennaio. Seguiranno via Nizza, via Ventimiglia e piazza Castello.
Non solo. Aggiungeteci le 35 corsie ad uso della «Famiglia olimpica» (25 i chilometri già tracciati), accessibili solo tramite «pass», presidiate dai vigili urbani e fondamentali per velocizzare i collegamenti da e verso gli impianti sugli assi di grande scorrimento. Ventidue quelle nuove, create «ad hoc» e attive solo dal primo al 28 febbraio. Interessano tratti più o meno lunghi dei corsi Agnelli, Castelfidardo, Corsica, Cosenza, Giambone, Grosseto, Lecce, Lepanto, Massimo D’Azeglio, Mediterraneo, Orbassano, Potenza, Quattro Novembre, Regina Margherita, Siracusa, Toscana, Trapani, Turati, Unione Sovietica. E poi le vie Livorno, Orvieto, Verolengo.
Terminata l’epoca dei depliant e degli annunci, dai prossimi giorni i torinesi cominceranno a sperimentare cosa significhi vivere in una città che - pur ospitando i Giochi - continua a girare a pieno ritmo. Non Atene nel mese di agosto, ma Torino nel bel mezzo di gennaio e di febbraio. Traffico privato e traffico olimpico: atleti, preparatori, giornalisti e cameraman da tutto il mondo (ne sono previsti 10 mila), circa un migliaio di pullmann supplementari (sull’area ex-Nebiolo sarà creato un nuovo deposito), il doppio in termini di auto. Per tacere dell’arrivo di decine di capi di Stato, alcuni con scorte composte da non meno di 24 auto.
Da qui il mega-piano di Palazzo civico per evitare che l’incontro di Torino con i Giochi si trasformi in uno scontro frontale dagli effetti devastanti: in termini di immagine e soprattutto di vivibilità. Le prime ripercussioni sulla viabilità - aggiornate ogni settimana in conferenze stampa affiancate da una massiccia campagna informativa (spazi sui quotidiani, opuscoli recapitati a domicilio, locandine sulle vetrine dei negozi, volantini, info-point, persino messaggi telefonici a quanti risiedono in prossimità delle aree «calde») - sono state illustrate ieri mattina dall’assessore comunale Maria Grazia Sestero (Mobilità). Al suo fianco, i dirigenti del Comune, i rappresentanti del Toroc, della Polizia municipale e di Gtt.
L’obiettivo è quasi temerario: garantire lo svolgimento delle Olimpiadi limitandone al minimo l’impatto sulla viabilità cittadina. Chiuso per motivi di sicurezza il sottopasso del Lingotto; aperte le scuole dell’obbligo; garantiti, pur con gli inevitabili disagi, gli spostamenti di chi abita in prossimità dei siti di gara (contrariamente a quanto accade nei Comuni delle valli olimpiche i residenti non devono munirsi di pass). Mentre il prolungamento dell’apertura dei negozi, in termini di giorni ed orari, sarà a discrezione dei titolari: dal 6 al 26 febbraio possono lavorare la domenica e i festivi, l’orario slitta alle 24. Confermato anche durante i Giochi l’armamentario di telecamere, Ztl, strisce blu e permessi ai quali ci siamo faticosamente abituati. «E’ uno sforzo senza precedenti a Torino - conferma Sestero -. Nonostante la necessità di creare “zone cuscinetto” intorno agli impianti abbiamo cercato di limitare al massimo i sacrifici». Come? Potenziando il trasporto pubblico, aumentando i controlli dei vigili, e soprattutto informando puntualmente i cittadini. Il Toroc, per dire, inviterà chi arriva da fuori Torino a lasciare l’auto nei parcheggi di interscambio per raggiungere la destinazione con i bus e le navette.
Il senso è quello di un quadro in continua evoluzione, concordato con tutti i soggetti interessati. In primis le forze dell’ordine. Informazioni: www.comune.torino.it