Firenze e il ticket d'ingresso
Rassegna stampa
15 January, 2006
LA NAZIONE FIRENZE 20/01/2006
<b>«Ticket a Firenze? Il prezzo giusto è tredici euro»
Lo dovrebbero pagare i 39mila automobilisti pendolari che ogni giorno entrano in città
</B>
di Sandro Bennucci
FIRENZE — «Quanti siete? Dove andate? Un fiorino». Non ci resta che piangere, dicevano Massimo Troisi e Roberto Benigni. Un film indimenticabile. Attualissimo nella Toscana del 2006. Dove si scopre che costerebbe più entrare in macchina a Firenze che andare a farsi una pizza e una birra. L’intenzione di Palazzo Vecchio di far pagare il ticket a tutti coloro che vengono in auto da fuori provincia (pendolari, visitatori occasionali, turisti) ha indotto l’Irpet (l’Istituto regionale per la programmazione economica) a sfornare uno studio molto serio ma dal risultato scioccante: ogni auto che sbarca quotidianamente in città provocherebbe danni valutabili in 3 euro alla salute dei fiorentini. Colpa dell’emissione delle polveri sottili, le Pm10.
Se poi si volessero aggiungere i costi sociali dovuti a incidenti, inquinamento acustico e congestione del traffico, il danno salirebbe a 13,5 euro.
Patrizia Lattarulo, ricercatrice di provate capacità soprattutto nel settore delle infrastrutture, spiega di aver basato i suoi calcoli su valutazioni oggettive. Partendo dalle stime che, per Firenze, indicano in 215 milioni di euro (nel 2002) il valore attribuibile alla riduzione nell’aspettativa di vita, ai ricoveri e alle altre conseguenze per la salute determinate dalle polveri sottili. E considerato che ogni anno entrano in città 39 mila veicoli per motivi di studio o di lavoro provenienti dai comuni limitrofi, ma anche da Arezzo, Grosseto e dalle altre province della costa, ecco che che si arriva alle cifre citate. Appunto i 3 euro e i 13,5 euro. Capaci — ma questo l’Irpet non lo dice — di far salire, mettiamo, a 15 euro al giorno l’eventuale ticket con le spese di esazione e d’installazione del mega impianto telematico che dovrebbe vigilare sui confini di Firenze.
E’ chiaro che se dovesse passare un principio di questo tipo tutti i comuni, toscani e non toscani, potrebbero alzare una nuova cinta daziaria. Appunto: «Quanti siete? Dove andate?».
Ma lasciamo da parte le considerazioni e torniamo alla ricerca. Che risponde anche alla domanda su come dovrebbero essere utilizzate le somme ricavate dal ticket. Sarebbero 37 milioni di euro nel primo caso (cioè col ticket a 3 euro) e 170 milioni di euro nel secondo (col ticket a 13,5 euro), da impiegare nel risanamento ambientale o per il miglioramento delle condizioni di trasporto urbane. In ogni caso cifre non trascurabili, dice la dottoressa Lattarulo, tenendo conto che l’Ataf, nel 2001, ha riscosso ricavi, dal traffico viaggiatori, per 30 milioni di euro. E che l’incasso della Firenze Parcheggi è stato di 16 milioni di euro nel 2004.
Ma chi è che «invade» Firenze in auto tutti i giorni? Palazzo Vecchio vorrebbe far pagare solo chi arriva da fuori provincia. Lo studio dell’Irpet, però, cita l’afflusso dai comuni vicini: circa il 30% della popolazione di Scandicci; il 26% di quella di Sesto Fiorentino; il 34% di Bagno a Ripoli; il 20% di Campi Bisenzio. In fondo alla classifica i pratesi (5,5%), che dovrebbero essere gli unici a pagare.
La dottoressa Lattarulo osserva poi una contraddizione: tutte le funzioni importanti (polo fieristico compreso) sono all’interno dei viali, così come i parcheggi e gli snodi. Bisognerebbe cambiare Firenze per rendere plausibile il pagamento. Si aggiunge che il modello fiorentino sarebbe Londra. Ma al di là della Manica esistono: metropolitane, funzionali ferrovie locali, i mitici bus rossi.
REPUBBLICA FIRENZE 20/1/06
<b>Per la salute costa 3 euro ogni auto che entra in città
Su 100 veicoli in ingresso 45 vengono da fuori
Ilaria Ciuti</B>
CHI inquina paghi. Chi reca danni alla salute dei cittadini e dunque anche all´economia della città, rimedi. Pagare «un prezzo per Firenze», sembra ragionevole ai ricercatori Irpet che stimano in 3 euro per ogni veicolo che entra in città il costo per la salute derivato dall´inquinamento dell´aria e arrivano addirittura a 13,5 euro contando anche i costi derivati dagli incidenti, l´inquinamento acustico e gli ingorghi. Una di questi ricercatori, Patrizia Lattarulo, appena sentita l´idea del sindaco sulla possibilità di chiedere un ticket agli automobilisti che vengono da fuori, si è messa a fare due svelti calcoli sui costi sociali dell´inquinamento dell´aria. Le stime Irpet, «molto prudenziali», aggiunge Lattarulo, calcolano in 215 milioni di euro, per Firenze nel 2002, il costo derivato dal Pm10, a causa della riduzione nell´aspettativa di vita, i ricoveri ospedalieri e le altre conseguenze per la salute derivate solo dalle polveri emesse solamente dai motori.
Siccome, continua l´Irpet, si stima che, su 100 autoveicoli che circolano per Firenze, 45 provengano da fuori, alla fine si calcolano 39 mila veicoli che quotidianamente, per 320 giorni l´anno, cioè quelli in cui ci si muove per studio o lavoro, entrano in città provenendo dai Comuni limitrofi, dalla seconda cintura, ma anche da Arezzo, Grosseto e dalla costa. Sulla base di questi dati, Lattarulo ricostruisce che il costo per la salute determinato da ciascuno di questi ingressi è pari a 3 euro. Se, inoltre, accanto ai danni derivati alla salute dal Pm10, si calcolassero anche incidenti, rumore, caos del traffico, gli euro salgono a 13,5. Secondo l´Irpet almeno la prima cifra, se non si volesse essere troppo severi, potrebbe essere quella che ciascun automobilista che fa il suo ingresso in città dovrebbe essere chiamato a pagare per risarcire la collettività locale del danno portato. Alla fine si ricaverebbero in totale 37 milioni l´anno (se poi si passasse alla cifra totale sarebbero addirittura 170 i milioni) da dedicare a interventi di risanamento ambientale. Non sono pochi soldi, calcolando, dice Lattarulo, che l´Ataf nel 2001 ha riscosso 30 milioni dai biglietti dei viaggiatori.
L´Irpet ricorda i successi del ticket a Londra e l´incremento di passeggeri sui mezzi pubblici che ne è derivato. Unico appunto: il fatto, si dice che le politiche del traffico oggi in atto fanno sembrare queste uscite sul ticket più una provocazione che altro. Come conciliare il pagamento all´ingresso con parcheggi che convogliano i veicoli in centro? si chiede l´Irpet. Come risolvere la questione della eccessiva concentrazione di funzioni lungo tutto il percorso dei viali o quella del polo fieristico collocato proprio su sulla rete primaria di collegamento urbano? E, infine, chiude Lattarulo, «come si pongono queste misure rispetto alle criticità del traffico fiorentino?».
REPUBBLICA FIRENZE 15/1/06
<b>"Traffico, non c´è solo il ticket"
Lettera aperta dell´assessore regionale ai Trasporti al sindaco: ragionare su uno scenario più ampio
Conti a Domenici: "Cerchiamo misure alternative"
Necessaria la ricerca di "forme di regolamentazione innovative"</b>
SIMONA POLI
Il ticket d´ingresso alla città può essere uno dei mezzi di persuasione all´uso dei mezzi pubblici ma solo se sarà accompagnato da una politica del traffico concordata da Palazzo Vecchio con la Regione. E´ questo il messaggio che l´assessore toscano ai Trasporti Riccardo Conti manda al sindaco di Firenze Leonardo Domenici attraverso una lettera aperta. «Vorrei proporti di ragionare su uno scenario più ampio», dice Conti, «e questo richiede forme di collaborazione inedite, innovazioni istituzionali nella crescita della capacità di fare insieme le cose». L´idea del pedaggio è anche, secondo Conti, una provocazione. «Il tuo è un richiamo all´emergenza, da questo punto di vista una salutare scossa. E una grande politica si fa anche sull´immediato», scrive l´assessore. «Se ci chiedessimo quale grande politica abbiamo in mente per la mobilità, avremmo una risposta: la cura del ferro, l´Alta velocità, la costruzione della più grande metropolitana d´Europa come si profila essere la rete ferroviaria regionale. Scenari che prenderanno corpo però nel 2013 e fino ad allora avremo bisogno di soluzioni intermedie. Di gestire situazioni di emergenza che la realizzazione delle opere portano con sé». L´argomento treni, però, è altrettanto delicato. Il servizio regionale è sotto accusa, i pendolari si lamentano per i continui ritardi e i tanti disservizi a bordo. Conti non nasconde le difficoltà: «Pensare alla futura cura del ferro e constatare lo stato attuale di Trenitalia induce allo scoraggiamento. Ma è un fatto che i passeggeri siano aumentati del 10-20 per cento grazie all´impegno della Regione che ha potenziato il servizio e che, tra l´altro, acquista treni per far fronte a quelli vecchi e maltenuti di Trenitalia. E´ una strategia costruita proprio per rispondere all´emergenza del traffico, in particolare di Firenze, di fronte a un vuoto totale di iniziative da parte del governo». C´è bisogno di più collaborazione, insomma, sostiene Conti, che s´impegna a «uno sforzo comune per raggiungere l´obiettivo di un governo attento alla mobilità rispetto ai cantieri, attento a una limitazione del traffico privato» e che cerca «forme di regolamentazione innovative». Eppure ieri è bastato un intoppo qualunque per creare il caos intorno alla Fortezza. L´apertura ritardata di un´ora - le 17 anziché le 16 - dei cancelli della fiera per far entrare i camion che andavano a caricare il materiale di Pitti in via di smantellamento ha provocato un tappo nel traffico che si è bloccato per oltre un´ora in attesa che la strada fosse sgombrata dai tir. Forse anche per questo Conti appare più cauto del sindaco sull´ipotesi di introdurre un ticket: «Ci sono molte misure», scrive a Domenici, «che possono essere alternative al ticket, che del resto tu hai chiesto solo di studiare, cosa che, anche in questo caso, possiamo fare insieme lavorando per evitare il rischio di complicare i rapporti fra Firenze e le altre realtà toscane. Il tuo obiettivo è giusto e la collaborazione da parte nostra piena. Da domani continueremo a lavorare insieme con ancora maggiore impegno sull´emergenza fiorentina».
LA NAZIONE FIRENZE 14/01/2006
<b>Ticket possibile entro un anno</B>
L’idea di Palazzo Vecchio promossa dagli ambientalisti: c’è il tempo di migliorare il trasporto pubblico su preferenziali e quello ferroviario. Servono parcheggi scambiatori
Boutade o proposta da verificare poco importa. Intanto il ticket per i fuori provincia fa discutere. Non solo sul merito, anche sul metodo (come si possono controllare tutte le auto provenienti da fuori provincia?» Chi applaude senza alcuna remora è naturalmente Legambiente Toscana. «Con l’indicazione di pedaggio di ingresso a Firenze il sindaco Domenici raccoglie la nostra proposta di ‘road pricing’ che lanciammo oltre un anno fa e che vide il vicesindaco Matulli contrario e l’Ataf favorevole». A Piero Baronti e Maurizio Da Re, rispettivamente presidente e responsabile inquinamento-trasporti di Legambiente Toscana, l’idea del ticket di ingresso in città piace. Del resto già nel settembre 2004 Legambiente Toscana aveva proposto di riprendere l’esempio di Londra, per ridurre il traffico nell’area fiorentina, per finanziare e rilanciare il trasporto pubblico e nello stesso tempo limitare l’impatto dello smog sui polmoni dei fiorentini. «E in tre anni — aggiungono — Londra ha raggiunto risultati importanti come il calo del traffico privato anche fino al 30 per cento, l’aumento della velocità commerciale dei bus e dell’uso della bicicletta, la diminuzione del consumo di carburante, il miglioramento dell’aria. E nuove risorse sono state ricavate per il finanziamento e il miglioramento della qualità del trasporto pubblico».
E poi Legambiente è convinta che il pedaggio di ingresso è realistico e realizzabile a Firenze in un anno: si potrebbero installare le porte telematiche per delimitare la parte di città a pagamento, realizzare parcheggi scambiatori funzionanti, potenziare il trasporto pubblico su corsia preferenziale, rilanciare il trasporto ferroviario. Con una sola specifica: «Il pedaggio non deve diventare una nuova gabella che penalizzerebbe chi ha un basso reddito, quindi e le risorse raccolte devono essere utilizzate per interventi a favore di coloro che hanno rinunciato a prendere l'auto e di chi più utilizza il servizio pubblico, che sono proprio le categorie a più basso reddito. Lo stesso sindaco di Londra, Ken Livingstone, destina tutte le entrate del pedaggio al miglioramento dei trasporti pubblici, configurando quindi come un trasferimento netto dai ‘ricchi’ automobilisti ai ‘poveri’ utenti dei mezzi pubblici». Domenici e Livingstone come Robin Hood, insomma, magari con la necessaria attenzione che il pedaggio di ingresso alla foresta di Sherwood, pardon Firenze, «costi all’automobilista più del biglietto del bus o del treno».
Il presidente della commissione ambiente del consiglio regionale, Erasmo D'Angelis, la pensa nello stesso modo. «Oggi per ogni bambino che nasce a Firenze si immatricolano 8 autoveicoli. Per ogni 100 abitanti vi sono 59 autovetture. E intorno al centro storico il volume di traffico è a livello autostradale. Basterebbero questo folli dati a far riflettere sull'abuso dell'auto privata e sulla carenza di mobilità alternative che sono cause dell'allarme sanitario ormai permanente. E’ per questo che occorre passare a interventi radicali per ridurre lo smog e favorire il trasporto pubblico. E Londra è un buon esempio».
Posizione dubbiosa quella di Alessandro Falciani, capogruppo dello Sdi in consiglio comunale: «[FIRMA]«Mi pare che il sindaco si sia semplicemente limitato ad esprimere un’idea. Dobbiamo aspettare uno studio di fattibilità per esprimere un parere meditato. Certo è che l’esigenza di individuare strumenti per abbattere il traffico privato in città esiste. Ma quali saranno le eventuali ricadute negative sulla economia fiorentina o la penalizzazione della fascia dei lavoratori pendolari. E poi è necessario fronteggiare un incremento di utenza di migliaia di persone rafforzando il trasporto pubblico locale. Magari aumentanto anche il numero dei taxi. Senza considerare che la ricaduta di questi provvedimenti si vede con il tempo. Ad esempio ogni giorno di più verifichiamo come la Ztl stia strozzando l’economia dell’Oltrarno. Se davvero riuscissimo a diminuire il numero dei veicoli ‘stranieri’ in entrata in città, dovremmo allora ripensare a una gestione della Ztl meno penalizzante per i fiorentini[FIRMA]».
Di un provvedimento «complessivo ed organico che raccolga e coinvolga tutte le risorse cittadine» parla anche Nicola Perini, capogruppo della Margherita in Palazzo Vecchio. «Dobbiamo — spiega — valorizzare i servizi pubblici». E rilancia: «Potremmo anche pensare finalmente a un servizio taxi su area metropolitana».
Dall’opposizione, invece, la bocciatura è radicale. «Un ticket d' ingresso per Firenze? — si chiede ironicamente il capogruppo dell’Udc Mario Razzanelli — Dopo la chiusura di tre mesi dell'aeroporto, era proprio quello che ci mancava. Forse i nostri amministratori sognano di essere in un'altra città, dotata di un aeroporto degno di questo millennio, di un'efficiente metropolitana sotterranea e di una funzionale rete di autobus».
«La proposta — commenta Gabriele Toccafondi (FI) — è in una fase talmente embrionale che ogni commento pare superfluo. Mi limito ad alcune osservazioni che non hanno bisogno di studi statistici e proiezioni matematiche. Chi usa l'auto o il mezzo privato arrivando a Firenze dopo molte code, molto tempo prima di trovare parcheggio, magari pagare diversi euro per sostare, con la possibilità di trovarsi una multa. Non lo fa certo per piacere, ma più semplicemente perchè utilizzare mezzi pubblici non è sempre né facile né comodo e a volte nemmeno possibile. Quindi: prima di limitare in tutti i modi possibili l'uso del mezzo privato occorrono valide alternative funzionanti». «Il sindaco — avverte invece Alessandri (An) — eviti l' ennesima figura 'fantozziana'». L’ultima parola a Iacopo Bianchi (FI): «Domenici non penserà mica di installare altri telepass ad ogni ingresso della città? E’ una spesa che il Comune non sarà in grado nè di sostenere, nè di gestire. Basta pensare a cosa è successo per gli accessi alla ztl».
Pa.Fi.
<b>REPUBBLICA FIRENZE 14/1/06
Ticket d´ingresso, il sindaco frena "Mesi per capire se è possibile"
Nella giunta di giovedì Domenici aveva lanciato l´idea di far pagare chi viene da fuori</b>
MASSIMO VANNI
NESSUNA fretta per il ticket d´ingresso. «Ci vorranno dei mesi perché il progetto veda la luce», dice il sindaco Leonardo Domenici che, nella giunta di giovedì, ha messo sul tavolo l´idea di far pagare il biglietto agli automobilisti che provengono da fuori provincia. «Mesi» per studiare l´eventuale solidità giuridica di un´ordinanza del genere, visto che il sindaco di Firenze non ha i poteri straordinari anti-smog che invece possiedono i sindaci di Milano o Venezia. «Mesi» per valutare anche se «il gioco vale la candela»: se i costi di organizzazione e controllo cioè rendono giustificabile lo stop alle auto che arrivano almeno 3 volte alla settimana da fuori provincia, circa il 25 per cento del totale. Ma che qualche misura eccezionale sia necessaria, il sindaco Domenici ne è convinto.
«Negli ultimi 10-15 anni Firenze ha perso residenti ma il numero delle auto in circolazione è comunque aumentato. E adesso che abbiamo davanti a noi la stagione dei grandi cantieri, non solo quelli della tramvia e della terza corsia ma anche quelli dell´Alta velocità, dobbiamo intervenire sui flussi di entrata in città», sostiene Domenici. E l´ipotesi è per il momento quella di far pagare chi non abita in provincia. Pagare quanto? «Questo sarà l´ultima cosa», dice il sindaco, convinto che si debba anche intervenire con una stretta sulla sosta. Se il ticket fermerà i non fiorentini, «si dovrà scoraggiare l´uso dell´auto per chi arriva dai Comuni limitrofi».
Un annuncio che riguarda la «carta lavoro» rilasciata da Firenze Parcheggi, una agevolazione che consente oggi ai pendolari di parcheggiare per una giornata in città ad un costo inferiore ad un abbonamento mensile Ataf: «E´ chiaro che si dovrà modificare», dice adesso Domenici, rilanciando così l´annuncio del suo vice Giuseppe Matulli rimasto per sei mesi lettera morta. Ma non subito, anche in questo caso. Forse in contemporanea con il ticket, per il quale nessuna decisione è stata per il momento presa tiene a dire il sindaco: «Non abbiamo detto "facciamolo subito", abbiamo dato il via ad un lavoro per esaminare la questione sotto tutti i punti di vista». Compreso quello politico, che anzi rappresenta per lo stesso Domenici il primo banco di prova del ticket.
Come la prenderanno pistoiesi e pratesi? E come la Regione? Nella raffica di commenti sollevati dall´ipotesi ticket, ha brillato ieri il silenzio degli amministratori regionali, che le indiscrezioni dipingono dubbiosi e perplessi. Umori che fanno comunque a pugni con l´entusiasmo di Legambiente che, con Piero Baronti e Maurizio Da Re, esprime la sua soddisfazione: «Il sindaco raccoglie la nostra proposta di un anno fa che vide il vicesindaco contrario, usiamo l´incasso per finanziare treni efficienti e autobus veloci». Erasmo D´Angelis della Margherita concorda: «Oggi per ogni bambino che nasce a Firenze si immatricolano 8 autoveicoli, per fermare questa follia servono interventi radicali: Londra l´ha già fatto ed è stato un successo», sostiene. «Aspettiamo lo studio di fattibilità, mi domando quali possano essere le ricadute negative per l´economia fiorentina: la Ztl sta strozzando l´Oltrarno», prende invece le distanze Alessandro Falciani dello Sdi.
Scettico il centrodestra. «Dopo la chiusura per tre mesi di Peretola ci mancava pure la chiusura della città alle auto: il biglietto è impensabile senza un efficiente trasporto pubblico», ironizza Mario Razzanelli dell´Udc. «L´ennesima trovata estemporanea del sindaco», la definisce Stefano Alessandri di An. Mentre anche Gabriele Toccafondi di Forza Italia chiede «valide alternative al mezzo privato, come a Londra».