Quadrino: \"Sarà crisi fino al 2008 ma la deregulation deve proseguire\"
L´ad di Edison: sbagliato frenare le liberalizzazioni, però Scaroni ha ragione quando dice che servono aziende con credibililità internazionale - da La repubblica del 24.01.2006
24 January, 2006
<b>L´intervento del governo va bene per l´immediato. Si deve pensare a più lungo termine
ETTORE LIVINI </b>
MILANO - L´emergenza gas di questi giorni «rischia di durare fino al 2008» ed è figlia anche di una politica industriale, in Europa e in Italia «che non è stata in grado di anticipare i bisogni del mercato». Umberto Quadrino, numero uno della Edison, secondo produttore di energia del nostro paese, non ha dubbi: i problemi di questi giorni sono «una lezione per tutti, di cui far tesoro per non ripetere gli stessi errori in futuro».
Che errori sono stati fatti dottor Quadrino?
«Si è passati da una sorta di monopolio mondiale fatto di pochi venditori, Gazprom e Sonatrach su tutti, e pochi compratori a una liberalizzazione sacrosanta ma senza "guida". Aprire il mercato alla concorrenza non significa rinunciare a programmarlo».
Tradotto in pratica cosa vuol dire per l´Italia?
«Il nostro sistema energetico si è convertito da tempo al gas. La decisione era nota, anche perché erano gli unici progetti per cui si ottenevano autorizzazioni. Ma le infrastrutture non si sono sviluppate con altrettanta rapidità. Il primo rigassificatore che entrerà in funzione è il nostro, a Rovigo, nel 2008. Ma fino ad allora dobbiamo fare i conti con un flusso di importazione come quello che c´è adesso».
Cosa pensa del provvedimento allo studio del Governo?
«Va bene per momenti particolari come questo in cui bisogna recuperare una certa flessibilità. Così come noi possiamo riconvertire a olio combustibile qualche centrale che per ora andava a gas. Ma si deve pensare più a lungo termine».
In che senso?
«Le infrastrutture energetiche sono un tema di interesse nazionale come la sicurezza degli approvvigionamenti. Bisogna pianificare anche fonti e fabbisogno. E lasciare poi la realizzazione al libero mercato in un quadro di concorrenza europeo. È il dovere di ogni Governo, indipendentemente da chi vincerà le elezioni. L´orizzonte tra l´altro non è quello della singola legislatura ma si ragiona almeno a quindici anni. Il gas condizionerà la nostra politica energetica per i prossimi 10 anni. Se si vuole cambiare bisogna agire ora perché si reimpostino gli impianti dal 2015».
E le imprese che ruolo possono avere?
«I progetti sul tavolo sono molti. Se l´Italia avesse già ora i rigassificattori e i gasdotti previsti sulla carta, non ci troveremmo in una situazione di emergenza come quella attuale. Tra pochi anni anzi saremo in grado di esportare gas verso paesi come Gran Bretagna e Olanda che stanno esaurendo i loro giacimenti. E dobbiamo prepararci anche a questo».
Scaroni dice che nell´interesse del paese bisogna frenare la liberalizzazione. Cosa ne pensa?
«Noi con Edison siamo la dimostrazione vivente che la concorrenza è un fattore positivo. Scaroni però su qualche punto ha ragione: per fare contratti con i produttori di gas ci vogliono grandi aziende credibili a livello internazionale. Ma Edison è la prova sul campo che possono esistere alternative di qualità».