Famiglie, centrali e aziende ecco il piano per l´emergenza
Prevista l´interruzione delle forniture alle industrie e la sostituzione del gas con l´olio combustibile per produrre energia - da La Repubblica del 24.01.2006
24 January, 2006
<b>Il governo cercherà imprese disposte a rinunciare ai rifornimenti in cambio d´incentivi
Oggi potrebbe essere decisa una penale per le centrali che usano gas per produrre elettricità da esportare
LUCIO CILLIS</b>
ROMA - Abbassare i consumi energetici delle famiglie, convincere le industrie ad usare meno gas, alimentare le centrali elettriche con olio combustibile per un periodo massimo di 60 giorni. Il pacchetto Scajola, tra decreti ministeriali, decreti legge, direttive, circolari e lettere aperte, cerca di raddrizzare una crisi profonda che potrebbe durare diversi giorni. Una strategia che parte da un imperativo: risparmiare metano. Incentivando imprese, convincendo gli utenti finali e costringendo le centrali elettriche a ridurre i consumi.
I consumatori. La prima mossa di del ministro della Attività Produttive, Scajola, ricorda l´austerity, ed impone l´abbassamento delle temperature dei riscaldamenti nelle abitazioni di un grado e mezzo o al massimo 2: il funzionamento degli impianti è infatti regolato con una legge (la 412 del 1993) che fissa il limite massimo di calore negli ambienti entro i 20 gradi, con tolleranza in eccesso di 2 gradi. In pratica, ad eccezione degli ospedali, case di cura e asili si scenderà ai 18-19 gradi, più 2 di tolleranza, per il tempo dell´emergenza. Scajola ha poi invitato i prefetti a vigilare sulla corretta applicazione di queste norme ed ha invitato le associazioni dei consumatori e media a diffondere i vademecum sul risparmio energetico. Dal ministero parte, infatti, un decalogo diretto a ridurre i consumi di gesti quotidiani ormai automatici, ma spesso onerosi: come coprire con coperchi le pentole. O spegnere lo "stand by" di tv e stereo, che significa risparmiare 1 euro in bolletta l´anno per ogni elettrodomestico.
Le centrali. Un passo indietro sarà poi richiesto alle centrali elettriche alimentate a gas che oggi, grazie ad una resa ed una economicità tra le più alte al mondo, ci permettono di esportare elettricità. Accanto all´utilizzo di olio combustibile Btz e Stz, meno inquinanti, al posto del gas, oggi potrebbe spuntare una nuova "arma": ovvero la possibile introduzione per decreto di penali a carico di queste centrali che tirano gas dalle riserve.
Le imprese. Alle imprese l´esecutivo chiede di limitare i consumi. E accanto a quelle aziende storicamente "interrompibili", alle quali in pratica è possibile per contratto (più vantaggioso) chiudere il rubinetto del gas, si stanno cercando un centinaio di altre industrie disposte ad accettare interruzioni nella fornitura in cambio di incentivi economici.
Le reazioni. Sia gli analisti del settore sia il fronte politico guardano al complesso dei provvedimenti senza entusiasmo. Davide Tabarelli, direttore del Rie (istituto che si occupa di ricerche energetiche) ha fatto i conti della crisi: «Al netto del risparmio di gas, stiamo parlando di circa 50 milioni di euro per l´uso dell´olio combustibile nelle centrali, e 10 milioni per l´acquisto, probabile, dei "permessi" sulle emissioni che derivano dalla sostituzione del gas col combustibile. In pratica parliamo di 15-20 euro di aggravio annuo in bolletta per le famiglie». Bruno Tabacci, invece, presidente della Commissione Attività produttive della Camera, lancia l´allarme: «Il problema c´è ed è serio: gli stoccaggi del gas sono stai usati dagli "elettrici" per esportare energia, e questo è uno dei motivi della crisi, al di là del freddo nei paesi produttori. Noi stiamo pagando uno sbilanciamento del nostro assetto energetico. Il governo - aggiunge Tabacci - sta per assumere misure condivisibili, anche se abbiamo perso qualche giorno. Ora, malgrado queste misure ci sono punti interrogativi: si dovrebbe finalmente far discutere sul serio entrambi gli schieramenti politici: serve una condivisione nelle scelte che segneranno il nostro futuro negli approvvigionamenti».