Un´ora in meno di riscaldamento Scajola: lievi rincari delle bollette
Via libera al pacchetto. Temperatura giù di un grado. Ciampi: nuove prospettive di approvvigionamento. Gas, meno 8% di import russo. Tremonti: via al nucleare
25 January, 2006
LUCA IEZZI
ROMA - Case un po´ meno calde (un grado di temperatura e un´ora in meno di riscaldamento), bollette un po´ più care. Questi sono gli effetti pratici per i cittadini del decreto varato ieri dal governo per risparmiare 30-45 milioni di metri cubi di gas al giorno e evitare così di esaurire le nostre riserve di gas.
Le misure tampone non riducono le polemiche politiche: gli errori del passato, la scelte nella gestione dell´emergenza, i rimedi a lungo termine per lenire la nostra dipendenza hanno animato il dibattito. Il premier Berlusconi in mattinata aveva già in mattinata definito «doverosa» la richiesta del governo «di abbassare di uno-due gradi la temperatura», lamentando che sul fronte energetico «noi abbiamo operato mentre la sinistra che ci ha preceduto non ha fatto nulla». Accusa speculare era arrivata a Berlusconi dal segretario Ds, Piero Fassino: «Sull´energia occorre una strategia che in questi anni non c´è stata». Più specifico il rilievo del responsabile economico della Margherita, Enrico Letta, secondo cui ha impiegato più di un mese per ammettere l´emergenza: «Il 22 dicembre scorso non si parlava ancora di crisi russa o ucraina, ma l´Italia aveva già consumato la stessa quantità di gas che nel 2005 aveva bruciato alla data del 19 gennaio. Se il governo fosse intervenuto a dicembre - ha aggiunto - avrebbe evitato di intaccare le riserve strategiche che ora utilizzeremo totalmente». Dati coerenti con quanto con quanto reso noto dall´ad dell´Eni, Paolo Scaroni: «Si intaccheranno le riserve strategiche a partire da metà febbraio, ma credo che, anche grazie alle misure del governo, riusciremo a superare l´inverno senza problemi».
Inevitabile una ricaduta sulle bollette come anticipato dallo stesso ministro per le Attività Produttive, Claudio Scajola: «Ci sarà un piccolo aumento ma non credo che avrà un costo particolare la gestione di questa crisi. Per ora è imprevedibile». Ieri Scaroni ha sottolineato come l´Eni ha già speso 40 milioni di euro e che «le società di distribuzione del gas in questo momento stanno operando in perdita». Mentre l´uso delle centrali ad olio combustibile per la produzione di energia elettrica peserà sul costo del kilowattora.
Forti divergenze politiche anche sulle ricette a lungo termine. Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha sottolineato la necessità di trovare nuove vie per l´approvvigionamento: «Il recente accordo italo-greco per la realizzazione del gasdotto sottomarino apre nuove prospettive» ha ricordato. Secondo il centrosinistra: «La linea è costruire cinque rigassificatori nel prossimo biennio» ha dichiarato Letta. Prospettiva diversa dal ministro dell´Economia, Giulio Tremonti, che da Bruxelles annuncia un documento italiano sull´energia da presentare al G7 per sostenere il nucleare: «Sono convinto che il nucleare sia una delle soluzioni principali». Per Tremonti quella dell´energia è una competenza «forse ancora troppo nazionale, è un problema europeo».
Una scelta che suscita le proteste degli ambientalisti: «È inaccettabile che l´emergenza energetica venga usata come grimaldello dalla lobby dell´atomo» ha commentato il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio.