Tremonti accelera: la soluzione è l’atomo
da La Stampa del 25.01.2006
25 January, 2006
<b>IL FUTURO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA ANNUNCIA ALL’ECOFIN: PRESTO UN DOCUMENTO ITALIANO SULL’ENERGIA. SERVE UNA POLITICA COMUNE
Enrico Singer
corrispondente da BRUXELLES
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«Sono convinto che per affrontare la crisi energetica, il nucleare è la soluzione principale». Giulio Tremonti premette che non sta parlando «a nome di tutto il governo». Ma insiste. E ripete la sua convinzione con una formula ancora più chiara: «Non abbiamo alternative rispetto al nucleare». Da quando la corsa dei prezzi del petrolio, prima, la guerra del gas tra Russia e Ucraina, poi, e ora l'emergenza gelo hanno riaperto il dibattito sulla diversificazione delle fonti di energia, quella del ministro dell'Economia è la presa di posizione più netta in favore di un «ripensamento» sul nucleare bandito in Italia da un referendum dopo il disastro di Cernobil, vent'anni fa. Ne aveva già parlato, come «ipotesi da riprendere in considerazione» Silvio Berlusconi in due interventi in tv, ma adesso da Bruxelles, al termine della riunione dell'Ecofin, Tremonti annuncia anche che «presto arriverà un documento italiano sul problema dell'energia che è fondamentale per l'Europa».
L'aumento dei consumi di petrolio e di gas è «elevatissimo» anche per la domanda sempre più forte dell'Asia che brucia le tappe della sua industrializzazione. Ci sono problemi immediati da risolvere, come la riduzione delle forniture di gas russo. E per questo Tremonti anticipa che nei prossimi giorni ci sarà un incontro bilaterale con le autorità di Mosca. Ma ci sono, soprattutto, problemi di prospettiva da affrontare. Il tema dell'energia è strategico oggi per l'Europa come negli Anni Cinquanta quando furono create la Ceca - la Comunità europea del carbone e dell'acciaio - e l'Euratom, l'agenzia atomica europea. «Allora furono trovate soluzioni efficienti, dobbiamo trovarle anche ora», dice il ministro. E' vero che la politica energetica è di competenza nazionale. «Ma forse è troppo nazionale, mentre il problema ha dimensioni europee e l'Europa deve fare di più». Il documento italiano in preparazione - che Tremonti vorrebbe presentare al prossimo G7 - dovrebbe spingere proprio in direzione di un maggiore coordinamento.
La Francia è sulla stessa lunghezza d'onda. Il ministro delle Finanze, Thierry Breton, è arrivato all'Ecofin già con un suo memorandum di venti pagine che denuncia i pericoli della dipendenza esterna sul fronte delle forniture energetiche che rischia di «aumentare in maniera significativa nei prossimi anni» se non saranno adottate delle contromisure. Per trovare quello che Breton definisce «un buon compromesso» fra i tre obiettivi principali di una politica energetica responsabile - sicurezza delle forniture, impatto ambientale e competitività - è importante «non escludere a priori alcuno strumento e alcuna fonte». Anche Parigi, insomma, rilancia il nucleare che in Francia è molto sviluppato. E Breton usa quasi le stesse parole di Tremonti quando ricorda che «nonostante le opinioni tra i Paesi europei divergano, il nucleare è uno degli aspetti intorno ai quali è stata costruita l'Europa».
Parigi sta già lavorando al nucleare della quarta generazione e sta studiando sei nuove filiere di reattori. Si tratta di impianti molto diversi - tre sono a neutroni rapidi, uno è ad alta temperatura e due sono a sali fusi - che richiederanno un investimento di oltre quattro miliardi di euro in 15 anni e auspica una partecipazione europea il più possibile vasta per dividere lo sforzo economico. Il senso della richiesta di una nuova politica comune è proprio questo. Ma il commissario all'Energia, Andris Piebalgs, per il momento, è molto prudente. Dice che sul nucleare non esiste una posizione unica, come dimostra anche un sondaggio dell'Eurobarometro arrivato giusto ieri. Piebalgs nota che «si potrebbe fare molto per potenziarlo e renderlo ancora più sicuro», ma avverte che il nucleare «non è la soluzione magica che può dare da sola l'indipendenza delle forniture», ma continuerà a fare parte di un «mix energetico in cui devono entrare anche altre fonti alternative».