Oggi un grado in meno nelle case
Entra in vigore il Decreto Scajola. Controllare sarà difficile - da La Stampa del 01.02.2006
01 February, 2006
<b>I russi: distribuiremo gas in Italia</B>
Parola di Gazprom: i problemi che hanno portato alla recente riduzione delle forniture di gas russo all’Italia «sono stati risolti» e anzi il gigante del metano intende «aumentare le forniture all'Europa» e anche entrare in proprio sul mercato italiano per provvedere alla distribuzione (un po’ come l’Italgas, per capirci). «Trattative sono in corso - ha detto il ministro dell'economia russo, Alexei Kudrin, dopo un incontro con il pari grado italiano Tremonti - ma al momento non posso rivelare i dettagli». Intanto, oggi entra in vigore il decreto Scajola sull’energia che impone una temperatura più bassa nelle case; lo stesso Scajola ha convocati i vertici delle maggiori società del settore: Eni, Enel, Edison, Endesa ed Energia alla riunione del Comitato di emergenza gas inteso a verificare l’efficacia dei provvedimenti presi e a cercare nuove misure di risparmio.
Il decreto sul risparmio impone di abbassare di un grado la temperatura del riscaldamento e di ridurre di un’ora la durata massima giornaliera consentita di accensione. Il limite massimo consentito scende a 19 gradi con una tolleranza di 2 in più (quindi, in realtà, 21 gradi); sono consentite eccezioni solo per gli ospedali, le case di cura, le scuole materne e gli asili nido. Per chi superasse le soglie di temperatura e i tempi di accensione consentiti le multe sono alte, fra i 258 e i 2580 euro. I controlli spettano agli enti locali nelle grandi città e alle province nei centri sotto i 40 mila abitanti, ma non sarà facile farne molti. Infatti le sanzioni, sia pure relative a limiti più alti, sono in vigore dal 1993, ma in tutto questo tempo le multe sono state poche. Più che sulle ispezioni per verificare i gradi si fa affidamento sulla sensibilità e sul senso di responsabilità dei cittadini. Comunque gli amministratori di condominio continuano a dire che il decreto è inapplicabile e iri la Confedilizia lo ha bollato come illegittimo. Un ulteriore allentamento della morsa del freddo sarebbe di aiuto, ed è anche confortante (per quanto riduca il senso di urgenza) sapere che ieri le forniture di gas dalla Russia sono state regolari e tutti i 74 milioni di metri cubi richiesti sono stati consegnati.
L'Italia è divisa in cinque zone climatiche dalla A (la più calda) alla F (la più fredda) su una scala di «Gradi Giorno». Ad esempio nella zona climatica A si trovano poche località molto calde, come le isole di Salina e Lampedusa o Porto Empedocle. In questa zona dal 1° dicembre al 15 marzo si può tenere acceso il riscaldamento per 5 ore al giorno. Palermo e Reggio Calabria appartengono invece alla fascia B dove si può salire a 7 ore. Napoli, Bari, Imperia fanno parte della C che consente il riscaldamento dal 15 novembre al 31 marzo per 9 ore al giorno. Roma, Firenze, Ancona sono comprese nell'area D (1° novembre-15 aprile per 11 ore al giorno) mentre in fascia E si trovano Milano, Torino, Venezia, L'Aquila che dal 15 ottobre al 15 aprile possono riscaldarsi per 13 ore al giorno. Infine alla fascia F appartengono le località più fredde dove non esistono limiti per tenere acceso il riscaldamento. Il Wwf ha fatto partire la campagna «Detective del clima» che durerà due settimane e mirerà a verificare non solo il rispetto del decreto Scajola ma anche, più in generale, i vizi e le virtù di aziende, edifici pubblici e istituzioni nel campo del risparmio energetico.
Intanto il presidente dell'Autorità antitrust, Antonio Catricalà, assicura che l'istruttoria sull'Eni per un presunto abuso di posizione dominante sul gasdotto che sarà «chiusa entro febbraio. Non sappiamo se entro il 15, ma certamente entro febbraio». Da segnalare anche la dichiarazione del ministro Tremonti secondo cui il governo riconsidererà la data di privatizzazione di Snam Rete Gas, che ad oggi è fissata al 2008. «L'ipotesi del 2008 è stata fatta prima della crisi di questi giorni - ha spiegato Tremonti -. Sembrava un'ipotesi ragionevole, un buon equilibro fra l'interesse dell'azienda e quello a privatizzare. Ma da allora la situazione è cambiata e adesso la data della privatizzazione va riconsiderata». Nei giorni scorsi il numero uno dell'Eni Paolo Scaroni aveva sollevato lo stesso problema. Peraltro, il ministro Scajola ha ribadito la volontà di mantenere la scadenza prevista per il 2008 dalla legge Finanziaria.