L'ecosostenibilità delle Olimpiadi
Al convegno di EnergyWeek (8 febbraio) il Toroc espone il Progetto Hector e la sostenibilità ambientale delle strutture olimpiche
09 February, 2006
<b>di Giuseppe Iasparra</b>
Il progetto Hector si prefigge di controllare e valutare le produzioni di gas serra durante le Olimpiadi di Torino. Sono state individuate quattro attività che possono essere fonte di inquinamento atmosferico: i trasporti, la residenza dei partecipanti, le operazioni sui siti e la gestione dei rifiuti.
Verranno valutate sia le emissioni dirette che indirette: per emissioni indirette si intendono quelle che vengono generate a monte per la produzione del combustibile e dei materiali. Tra i partecipanti sono stati considerati: atleti, giudici di gara, staff, volontari, giornalisti, eccezion fatta per gli spettatori; bisognerà attendere la fine delle Olimpiadi per valutare il numero reale di questi ultimi.
La previsione di emissioni di CO2, sommando Olimpiadi e Paraolimpiadi, è stata valutata in 121.000 di tonnellate. L’organizzazione del TOROC cercherà di compensare le emissioni attraverso l’acquisizione di crediti di carbonio da soggetti terzi.
Alla fine dei Giochi verrà redatta una relazione finale, certificata da un ente indipendente, con i dati reali dell’evento (saranno stimati anche i crediti di carbonio in eccedenza).
L’Agenzia Torino 2006 si è occupata della realizzazione dei lavori olimpici: 65 opere per 1700 milioni di euro. Il criterio di assegnazione degli appalti olimpici, secondo gli organizzatori, si è basato sul concetto della sostenibilità ambientale: i lavori sarebbero andati a ditte che garantissero questo standard. La struttura ritenuta più ecosostenibile viene individuata nel Villaggio Olimpico situato nell’area degli ex Mercati Generali. Gli edifici sono dotati di pannelli e celle fotovoltaiche, gli appartamenti sono a basso riscaldamento, i materiali sono ecocompatibili (es. cellulosa) e le aree verdi, sono irrigate recuperando l’acqua piovana. Una volta concluse le Olimpiadi il Villaggio diventerà uno spazio residenziale.
Non tutte le strutture sono dotate di pannelli solari. E’ stata calcolata una percentuale di risparmio energetico generale per ogni edificio: non è prevista una percentuale specifica riservata al fotovoltaico.
Tra le sette strutture destinate al pernottamento di giornalisti ed addetti stampa, il Villaggio ex Italgas (zona Corso Regina Margherita – Lungodora) è quello che risalta di più per la sua ecosostenibilità. Il Villaggio, che ha ottenuto il marchio Ecolab europeo, è stato costruito su un ex area industriale dismessa: usufruendo di un area spaziosa, sono stati costruiti una serie di edifici distanziati tra la loro, in modo da sfruttare al massimo l’esposizione solare. L’ottima climatizzazione, data dai pavimenti radianti e dalla muratura portante, riduce la dispersione del calore. Alla fine dei Giochi, l’area diventerà una residenza universitaria con 400 posti letto.
Se si è prestata attenzione alla sostenibilità ambientale e al risparmio energetico dei vari Villaggi, meno si è fatto per i palazzetti che ospiteranno le gare olimpiche: essi non sono dotati di meccanismi per il risparmio energetico.
Si è data priorità alle strutture che avessero una continuità di utilizzo, prestando meno attenzione alle strutture agonistiche. Se per alcune di queste, come L’Oval Lingotto, si sa già quale sarà la futura utilizzazione, per altre, come quelle in montagna (Cesana , Pragelato), si spera che esse possano una volta terminati i giochi, essere utilizzate per aumentare la diffusione di sport invernali non ancora praticati sul nostro territorio. A Torino invece, non è ancora chiaro, quale sarà il futuro del nuovo Palavela.