Cinque palazzi del ghiaccio a Torino: e dopo?
Intenzioni e preoccupazioni sull'utilizzazione post olimpica dei palazzetti. Uno solo rimarrà ghiacciato
20 February, 2006
<b>Il futuro dei Palazzi del Ghiaccio di Torino
di Giuseppe Iasparra</b>
Nel pomeriggio di lunedì 20, presso il Torino Piemonte Media Center, è stata presentata ai giornalisti la “Fondazione 20 marzo 2006”. La fondazione avrà il compito di gestire, con la fine delle Olimpiadi, il patrimonio delle strutture costruite in occasione dei Giochi. I soci fondatori sono la Regione Piemonte, la Provincia di Torino ed il Comune di Torino.
Torino con le Olimpiadi ospita cinque palazzi del ghiaccio. Non risulta che i torinesi siano tra i più grandi frequentatori delle piste del ghiaccio: viene allora da chiedersi quale la sarà la futura destinazione dei nostri palazzi del ghiaccio. Secondo i piani presentati nella conferenza stampa sembra che ogni cosa avrà una sua riconversione. Il Palasport Olimpico - per chi non lo sapesse, questa è la nuova denominazione del Pala Isozaki di Piazza D’Armi - entrerà direttamente nel patrimonio della futura fondazione: gli organizzatori vantano la polivalenza della struttura ed affermano che in futuro, essa potrà ospitare le più disparate manifestazioni - sport indoor, concerti, spettacoli, congressi -.
Anche sul Pala Oval del Lingotto si punta alla multifunzionalità: potrà essere un nuovo padiglione del Lingotto Fiere o la sede di eventi di vario genere.
Nei piani post-olimpici due strutture saranno destinate ai musei: Torino Esposizioni (6.000 posti) diventerà la sede della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea; il Palavela (8.285 posti) “è destinato ad ospitare esposizioni temporanee ed itinerari interattivi delle civiltà egizie, realizzate a cura della Fondazione per il Museo Egizio. L’unico a rimane “di ghiaccio” sembra essere la struttura di Corso Tazzoli che diventerà il Palaghiaccio di Torino (3.000 posti).
L’Oval (8.000 posti) e il Palasport Olimpico (12.500 uso olimpico) si aggiungeranno ad altre due strutture polivalenti presenti in città – Mazda Palace e Palasport del Ruffini -. In una città dove non sono diffusi i grandi sport indoor - non esistono grosse squadre di pallavolo o pallacanestro –, dove i grandi concerti sono già ospitati al Mazda Palace - non dimentichiamo il ruolo egemone di Milano in questo campo -, si corre il rischio dell’inutilizzo. Gli amministratori sperano di non ripetere l’errore di qualche decennio fa: Italia ’61, grosse strutture vuote, semiutilizzate, oppure abbandonate; una di queste, il Palavela è stata ristrutturata per l’occasione. Vedremo se per questo palazzo – come per gli altri – si riuscirà a trovare una valida destinazione.